Dopo la pausa per le feste natalizie e di fine anno, martedì 9 gennaio riprende “Corrispondenze”, il ciclo di conferenze del Centro internazionale per le arti dello spettacolo – Fondazione Zeffirelli. Sarà il critico teatrale, anglista e traduttore Masolino d’Amico ad affrontare il tema del rapporto tra Franco Zeffirelli e William Shakespeare, attraverso quattro conferenze dedicate ad altrettante opere del bardo di Stratford-upon-Avon. Ogni incontro si terrà nella Sala Musica del Complesso monumentale di San Firenze (Piazza San Firenze 5), inizierà alle 18 e sarà a ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili.
Martedì 9 gennaio d’Amico parlerà di Romeo e Giulietta, trasposizione cinematografica del 1968 dell’opera shakespeariana di cui Zeffirelli, con lo stesso d’Amico e Franco Brusati, fu coautore della sceneggiatura, e per la quale per la prima volta furono scelti due giovani attori – Olivia Hussey e Leonard Whiting – invece di una coppia affermata. Il film ottenne un enorme successo, vinse due premi Oscar e quattro candidature, tra cui quella di Zeffirelli per la migliore regia.
Martedì 23 gennaio sarà la volta di Amleto, film del 1990 con Mel Gibson e Glenn Close, che fu diretto da Franco Zeffirelli e conquistò due nomination ai premi Oscar.
Quindi martedì 6 febbraio d’Amico presenterà La bisbetica domata, film del 1967 diretto da Zeffirelli, con Richard Burton e Elizabeth Taylor nei panni dei protagonisti, capace di conquistare anch’esso due nomination agli Oscar.
Infine il 20 febbraio il percorso si concluderà con l’incontro dedicato a Molto rumore per nulla, commedia messa in scena da Zeffirelli nel 1965 a Londra, e che, nella versione televisiva andata in onda due anni dopo, ebbe proprio d’Amico fra i curatori dell’adattamento.
“Nei quattro incontri – dice Masolino d’Amico presentando le conferenze – vedremo come Zeffirelli ha interpretato Shakespeare, le cose che ha fatto e che poi altri hanno ripreso, cioè le sue intuizioni. Illustreremo scenografie e materiali, ma punteremo soprattutto sulle innovazioni che lui ha apportato nella rilettura dell’opera di Shakespeare. In Gran Bretagna questi era trattato in maniera aulica e con tanto poesia. Zeffirelli è andato oltre – prosegue d’Amico –, coniugando poesia e modernità. Per esempio in Romeo e Giulietta ha fatto sì recitare in costume, ma ha scelto attori giovanissimi, portando una ventata di freschezza all’opera. A tal punto che critica e pubblico gli hanno dato ragione: è stato un film di grande successo, ma senza divi, ed ha avuto il merito di avvicinare a Shakespeare tanti giovani, dando nuova popolarità a questi classici”.
Altre informazioni sul sito web www.fondazionefrancozeffirelli.com.