Da un’immagine scura, quasi monocromatica, di cui appena si rintracciavano i tratti bidimensionali si sono recuperati i valori dello spazio, la tridimensionalità, il bianco del cielo, il volume e l’espressione delle figure, idee espressive e formali che consentono una lettura nuova di un grande capolavoro di Leonardo da Vinci. Presso l’Opificio delle Pietre Dure e’ stata presentata la prima fase del restauro dedicato alla parte pittorica dell’Adorazione dei Magi che sarà conclusa entro l’estate del 2015 e che dopo le indagine diagnostiche prevedeva l’intervento di pulitura, attraverso un leggero e graduale e differenziato assottigliamento dei materiali sovrapposti nel corso dei secoli. “A questo punto, di Leonardo sappiamo come ha lavorato – ha detto Cristina Acidini– soprintendente del Polo Museale- un’opera trasmessa nei secoli in condizioni offuscate e considerata un grande disegno, una sorta di impronta pittorica dove Leonardo si esercita, una predisposizione di tonalità di chiaro scuro, elementi architettonici , rivedere una superficie a cui Leonardo aveva dedicato tanta premura artistica è un grande regalo.” A questa fase dovrà poi seguire il restauro del supporto ligneo, una fase meno spettacolare, non c’è dubbio, ma quantomai fondamentale per garantire stabilità alla parte pittorica, “L’augurio – ha aggiunto- Cristina Acidini- è che il prossimo appuntamento sia un intervento sul verso, la parte nascosta che è stata rivelata dall’Opificio”. Il restauro è stato reso possibile grazie al sostegno degli Amici degli Uffizi, che con i suoi settemila iscritti è l’associazione dei musei d’Italia più numero e che dopo aver finanziato l’analisi diagnostica ha dato il suo contributo anche per il restauro. Negli anni di attività gli Amici degli Uffizi ha permesso il restauro di 137 opere in marmo e acquistato 250 opere d’arte, dall’antico al moderno, l’ultimo è il ritratto di Bill Viola donato agli Uffizi. “E’ molto educativo per il cittadino far parte di un’associazione che sostiene un museo- ha affermato Maria Vittoria Rimbotti presidente dell’Associazione – oggi sono molti i giovani e le famiglie, un piccolo mecenatismo che è importante anche perché con la nuova riforma dei Beni Culturali molti fondi saranno tagliati, sarà un passaggio difficile soprattutto per la realtà dei piccoli musei.” Entro il 2015 l’opera dovrebbe ritornare agli Uffizi, nella sala dedicata a Leonardo, ma non nella originaria collocazione che lo vedeva al centro tra l’Annunciazione e Il Battesimo, sarà collocato da solo nella parete di destra. “ Al di là della genialità dell’uomo – precisa Antonio Natali direttore degli Uffizi- esiste un racconto , un’opera d’arte è un testo poetico che si esprime in figure, l’opera d’arte non nasce per sbalordire ma per comunicare, spero che con questo lavoro si possa recuperare questo significato che abbiamo perduto”. “ I due risultati importanti raggiunti – ha detto Marco Ciatti – soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure – sono stati liberare la superficie dalla presenza di materiali e rendere leggibile la profondità, l’orizzonte del cielo. Oltre a migliorare la conservazione dell’opera, c’è un recupero della leggibilità e dei valori espressivi, sappiamo qualcosa in più del percorso creativo di Leonardo e del suo modo di lavorare”. L’intervento di restauro per la parte pittorica è stato condotto da Roberto Bellucci e Patrizia Riitano, Cecilia Frosini,che insieme a Marco Ciatti ne ha diretto i lavori, ha fatto notare che attraverso l’analisi riflettografica è stato evidenziato un disegno sottostante tutto a mano libera, inoltre alcuni elementi scaturiti determinano l’importanza di questa opera “ Il dipinto era pensato per essere un quadrato perfetto, la zona dipinta è delimitata da incisioni, nella ricostruzione delle rovine il punto di fuga è in corrispondenza del grande albero e coincide con la sezione aurea, l’albero poi simboleggia la discendenza del Salvatore .”
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