L’intervento, realizzato da Lidia Cinelli sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana e le Province di Pistoia e Prato, ha consentito all’affresco di recuperare quella leggibilità e quella fruibilità che con il tempo si erano perse.
“Siamo felici e orgogliosi di presentare alla città Firenze e non solo, uno splendido lavoro di restauro di un’opera appartenente al Museo del Bigallo, che speriamo presto potrà accoglierla nelle sue sale rinnovate. Tutto questo è per noi un segnale forte di rinascita, un’opera compiuta pur nella difficoltà del momento storico. – afferma Luigi Paccosi Presidente di ASP Firenze Montedomini – Ringraziamo Friends of Florence, con la sua Presidente Simonetta Brandolini D’Adda per l’incessante lavoro di mecenatismo, Kindergarten e LABA per la generosità e l’interesse dimostrato. Un ringraziamento caloroso lo rivolgiamo alla restauratrice Lidia Cinelli per la sua competenza e affezione verso questo piccolo gioiello dell’arte che è il Museo del Bigallo.”
Il restauro degli affreschi è stato realizzato nell’ambito di We Art, un progetto nato dalla collaborazione tra istituzioni pubbliche e private operanti in Toscana, con lo scopo di raccogliere fondi a sostegno del restauro delle opere d’arte, per avvicinare sempre di più le nuove generazioni alla cura, alla tutela e alla salvaguardia della cultura e della bellezza, patrimonio indispensabile alla crescita delle persone e delle società future. L’iniziativa è stata supportata dalla Kindergarten Bilingual School che ha coinvolto attivamente i propri studenti e le famiglie, dalla Libera Accademia di Belle Arti di Firenze che ha donato oltre 80 opere realizzate dai propri allievi e docenti da mettere all’asta tramite la casa d’aste Farsetti Arte, e dalla Fondazione Friends of Florence dal 1998 impegnata nel restauro del patrimonio storico artistico di Firenze e della Toscana.
“Come Direttore della Kindergarten Bilingual School, sono entusiasta del meraviglioso restauro. – sottolinea Leonardo Amulfi – Nel maggio 2017, insieme a Mauro Manetti, all’epoca Direttore di Laba, abbiamo organizzato l’iniziativa di beneficienza “WEART”, volta a raccogliere fondi per il restauro di opere d’arte. Le famiglie della nostra scuola hanno partecipato numerose e questo ci ha permesso di donare la cifra raccolta di euro 15.433,05 all’associazione non profit Friends of Florence, che ringraziamo per essersi occupata del restauro. Nella speranza che potranno nascere nuove collaborazioni future, rinnovo il mio più vivo interesse a questo tipo di iniziative.”
“Per la Laba di Firenze è importante promuovere questo tipo di attività: attività che consentono di contribuire al mantenimento del sistema dell’arte – commenta il direttore della Laba di Firenze Domenico Cafasso -. Un ringraziamento speciale va alla scuola Kindergarten, partner del progetto ‘We Art’, e a tutti gli allievi e docenti della nostra Accademia che hanno messo a disposizione oltre 80 opere per realizzare l’asta benefica. L’arte genera arte: è questo il messaggio più significativo e potente che vogliamo lanciare con questa iniziativa”.
“Il progetto di intervento agli affreschi trecenteschi con la storia di Tobia e Tobiolo del Museo del Bigallo ci ha dato la possibilità di insegnare l’importanza di conservare l’arte e la storia anche ai bambini e ragazzi della Kindergarten Bilingual School e agli studenti della Libera Accademia di Belle Arti di Firenze. – Sottolinea Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di Friends of Florence – Seguire il meraviglioso restauro di Lidia Cinelli e vedere rivivere il miracoloso viaggio di Tobiolo, circondato da architetture, decori, vestiti e personaggi affascinanti è stata un opportunità davvero interessante. Siamo grati ai tanti sostenitori del progetto ‘WeArt’ che hanno dato il loro sostegno al restauro di questo affresco.”
L’opera e il restauro
L’affresco fu dipinto intorno al 1360 all’interno dell’attuale Museo del Bigallo e racconta le storie di Tobia e Tobiolo, due importanti figure dell’Antico Testamento, dedite alle opere di misericordia e in particolare alla sepoltura dei morti, tema strettamente legato alla funzione più importante della Compagnia della Misericordia che lo fece realizzare.
In origine l’opera era composta da 18 episodi che raccontavano con dovizia di dettagli le storie dei due santi, ma è arrivato ai giorni nostri privo di sei episodi, andati persi durante i lavori di ristrutturazione settecenteschi realizzati nell’edificio e che modificarono in maniera sostanziale l’ambiente nel quale il ciclo pittorico era conservato. Con l’alluvione del 1966 le storie furono ulteriormente danneggiate e con il restauro del 1968 si decise di procedere allo strappo delle scene ricollocandole su un supporto di vetroresina trattato a neutro.
Con il restauro odierno, eseguito da Lidia Cinelli sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, l’opera ha riacquistato quella leggibilità e quella fruibilità che erano andate perse nel tempo.
Lo stato di conservazione precedente all’intervento di restauro, infatti, era tale da rendere molto difficoltosa la lettura delle storie, a causa della presenza di sostanze aggiunte durante gli interventi precedenti che avevano alterato la cromia originale rendendola molto scura e lucida. Dopo un’accurata campagna diagnostica volta a individuare zone maggiormente delicate, le aree rifinite a secco, la presenza di ridipinture e rifacimenti, è stata eseguita una pulitura della superficie pittorica, effettuata in più fasi, attraverso impacchi volti a facilitare l’asportazione della resina acrilica impiegata nei precedenti restauri, le ridipinture, le patine e le sostanze estranee all’affresco, consentendo di recuperare la cromia originale. Con lo stacco dell’affresco nel precedente intervento la superficie pittorica si è assottigliata notevolmente e questo ha comportato l’impossibilità di asportare da essa tutte le sostanze che erano penetrare all’interno del dipinto durante proprio questa fase delicata: per questo è stato deciso di lasciare una leggera patina ambrata sull’intera pittura. Successivamente sono stati fermati i bordi delle scene e i piccoli sollevamenti di colore che tendevano a staccarsi, e dopo un’accurata stuccatura, la restauratrice ha terminato l’intervento con la delicata fase di ritocco pittorico, eseguito tramite successive velature e integrazioni a tratteggio utilizzando colori ad acquerello reversibili e rispettosi dell’opera.