Scrittrici, fotografe, modelle, sarte, ricamatrici, giornaliste, maestre, contadine, trecciaiole un universo variegato dell’essere donna che viene esaminato in un periodo storico preciso, dal 1861 anno in cui nasce la Fratellanza artigiana con l’iscrizione delle prime donne e il 1926, Grazia Deledda riceve il Premio Nobel per il romanzo Canne al Vento. E’ la storia del riscatto dell’immagine femminile e del ruolo pubblico delle donne nel periodo post-unitario attraverso la mostra “Lessico femminile. Le donne tra impegno e talento 1861-1926” a cura di Simonella Condemi che è stata aperta nella Sala del Fiorino a Palazzo Pitti dove resterà a aperta al pubblico fino al 26 maggio.
Dipinti, sculture, fotografie, stampe, riviste, libri, gli strumenti del lavoro, come la macchina da scrivere Remington, la macchina fotografica a soffietto, la sedia per modella. L’ambiente femminile nel periodo del Risorgimento in Toscana è particolarmente vivace ed è stato indagato grazie a uno studio decennale volto a ricostruire la società del tempo e i fermenti culturali che animavano sia i salotti delle classi borghesi che i ceti contadini.
Basti pensare al “salotto rosso” di Borgo dei Greci di Emilia Toscanelli Peruzzi a quello di Teresa Bartolommei in Via Lambertesca o a quello di Gesualda Malenchini Pozzolini in Via dei Pilastri o a quello di Giannina Milli Cassone. Senza contare l’eco internazionale dei fermenti risorgimentali toscani grazie a figure di donne straniere che vissero a Firenze come Elizabeth Barret Browning, Jessie White Mario, Theodosia Garrow Trollope, Margaret Fuller.
Realizzata con la collaborazione di Advancing Women Artists la mostra si sviluppa attorno a una serie di importanti dipinti di artisti come Vittorio Corcos, Ettore Tito, Carlo Stratta, Pompeo Mariani, Michele Todesco, Plinio Nomellini, autore del ritratto di Grazia Deledda a cui è dedicata una sezione, tra le protagoniste anche la Divina Eleonora Duse celebrata con i manifesti dei suoi spettacoli e alcuni frontespizi di riviste mentre all’interno della Galleria d’arte Moderna un fil rouge conduce alle opere in tema con la mostra che sono appositamente segnalate.
Importanti i contributi nel catalogo scientifico edito da Sillabe che accompagna la mostra, anche da parte dei prestatori delle opere. “Nell’arco cronologico di poco più di mezzo secolo considerato nella mostra, maturano i presupposti per il riscatto sociale e per una nuova autonomia della donna, non più solamente ancorata al ruolo di angelo del focolare. Le opere esposte raccontano una realtà in cui si affaccia la questione femminile, quando l’impegno nel lavoro, gli interessi politici, la vita intellettuale e l’indipendenza erano ancora un privilegio, o il risultato di una lotta” ha affermato il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt.
Simonella Condemi, curatrice della mostra e responsabile della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, ha aggiunto: “La donna ha dovuto costruirsi una propria identità in ambito sociale e lavorativo mantenendo comunque l’impegno quotidiano tra le mura domestiche e la cura della famiglia. Abbiamo voluto rendere onore alla fatica sempre sostenuta dalle donne, documentando insieme la varietà di modi in cui si esprime e il talento femminile nel campo dell’arte, della fotografia, della scrittura, dell’insegnamento, della politica, e in molti altri settori”.
“Firenze è stata una calamita per le artiste straniere che cercavano di ritagliarsi ‘una stanza tutta loro’ nei salotti e negli atelier – e, col tempo, nell’accademia stessa,” ha detto Linda Falcone, direttrice di Advancing Women Artists, un’organizzazione statunitense con sede a Firenze, dedita alla ricerca, restauro ed esposizione di opere d’arte di donne storiche, nei musei e depositi museali della Toscana. “Le artiste internazionali sono ben rappresentate in questa mostra, visto che le donne straniere godevano di un certo livello di libertà in Italia, cosa che non avveniva nei loro paesi di origine.
Ne sono alcuni esempi la simbolista tedesca Julia Hoffmann Tedesco, che condivideva lo stesso interesse per la sfera femminile di suo marito, esponente dei Macchiaioli, la ritrattista e poetessa irlandese Louisa Grace Bartolini, paladina per la causa italiana, Mary Egerton Bracken, una pittrice inglese dell’alta società che frequentava l’entourage di Browning a Casa Guidi, e l’artista Nabis francese Elisabeth Chaplin, la più giovane e prolifica artista tra quelle rappresentate nella collezione delle Gallerie degli Uffizi”.
Lessico femminile. Le donne tra impegno e talento 1861-1926, Sala del Fiorino, Galleria d’arte moderna, Palazzo Pitti, info: 055. 294883