“Ogni uomo confonde i limiti del suo campo visivo con i confini del mondo”
Arthur Schopenhauer
Sarà aperta sabato 14 dicembre alle ore 18.30 la mostra Oltre i confini in cui il fotografo bolognese Paolo Gotti si misura con un tema complesso, quello del superamento di limiti e barriere, siano essi geografici, geopolitici, culturali, sociali ma anche mentali.
“Nessun uomo è un’isola”, scriveva il poeta teologo John Donne nel diciassettesimo secolo, e questo è ancora più vero oggi in un mondo sempre più interconnesso dove la globalizzazione sta cambiando gli equilibri del pianeta. Uno scenario dove il confine è una curva immateriale, arbitraria e del tutto convenzionale, la frontiera di una superficie controllata da un individuo o da un popolo, una linea che separa e allo stesso tempo unisce, che ci serve per organizzare i pensieri, dare un senso alle cose ma anche per abbattere pregiudizi e rigidità.
Il superamento dei confini è dettato anche da un irrefrenabile desiderio di conoscenza o di conquista, in particolare dove i tre elementi – aria, acqua, terra – tendono a confondersi in labili orizzonti, in paesaggi esotici e lontani alle estremità del pianeta: dall’Islanda alla Bolivia fino al Nepal, deserti di sabbia e di sale, basse maree e oceani, strade che scompaiono dietro alle montagne, che suggeriscono vie ancora da percorrere. L’attraversamento del cielo apre il percorso di Paolo Gotti, che poi si sofferma su luoghi di infiniti transiti, fino ad arrivare a quella terra che l’uomo ha delimitato e recintato e che solo l’orizzonte libera.
L’obiettivo di Paolo Gotti indugia anche sulle persone, fotografate mentre osservano un panorama senza tuttavia entrarci veramente, uno spazio che si dilata all’infinito, che si può solo intuire e non comprendere, in senso quasi leopardiano. Altri soggetti delle fotografie di Paolo Gotti sono ripresi invece nell’atto di attraversare la scena. Lo fanno sullo sfondo di un aeroporto, luogo di passaggio per eccellenza oltre i confini o in uno sperduto paese tra le montagne del Nepal. Oppure sfrecciano su un treno, con lo sguardo che suggerisce una profonda inquietudine. O ancora, condividono momenti di gioia – come nella fotografia che ritrae i figli sorridenti dei minatori d’oro in Ghana – aprendosi agli altri e superando gli steccati della mente, come forse solo i bambini sanno fare.
Paolo Gotti nasce a Bologna e si laurea in architettura a Firenze, dove frequenta il Centro di studi tecnico cinematografici. Nel 1974 sceglie l’Africa come meta del suo primo grande viaggio. Con la sua vecchia Land Rover attraversa il Sahara fino al Golfo di Guinea in Costa d’Avorio per poi fare ritorno in Italia dopo quasi cinque mesi a bordo di un cargo merci. In seguito, intraprende a tempo pieno l’attività di architetto, grafico e fotografo. Dopo varie esperienze nel campo della pubblicità, e una maturata esperienza nello still life, si dedica sempre più al reportage. Gira il mondo con la sua Nikon per immortalare persone, paesaggi e situazioni che archivia accuratamente in un gigantesco atlante visivo, da cui nascono i calendari tematici che realizza da quasi trent’anni. L’obbiettivo della sua macchina fotografica è in oltre settanta paesi tra cui Niger, Cina, Haiti, Brasile, Messico, Guatemala, Nepal, Indonesia, USA, Canada, Thailandia, Malesia, Yemen, Venezuela, India, Cile, Bolivia, Islanda, Australia, Colombia, Cuba. Ha esposto in mostre personali a Napoli, Parigi, Firenze, Bologna e Ferrara. Nel 2019 è stato insignito del Premio UVA per la fotografia dell’Università di Verona.
PAOLO GOTTI. OLTRE I CONFINI
14 dicembre 2019 – 28 febbraio 2020
Temporary Gallery, via Orfeo 4, Bologna
Orari: lunedì-venerdì: 16.30-19.30; sabato, domenica e festivi: 11-13 e 16.30-19.30