“Sono qui per presentare otto sale nuove, per salutare, ringraziare e presentare Ferruccio Ferragamo mecenate – ha esordito Antonio Natali in occasione della conferenza stampa di presentazione delle otto sale riallestite degli Uffizi che ospiteranno il secondo Quattrocento- e devo tornare col pensiero quando tutto è nato con Cristina Acidini- presente in sala – Queste stanze faranno parte degli Uffizi di domani, senza far parte dei lavori dei Grandi Uffizi”. E’ stato infatti grazie a una donazione di seicento mila euro da parte della Ferragamo Spa che è stato possibile il riallestimento delle sale, dalla 25 alla 32. Stamattina la conferenza stampa alla presenza di Antonio Natali, Ferruccio Ferragamo, Antonio Godoli e Daniela Parenti. L’accordo fu siglato lo scorso anno, il 12 maggio del 2014, con l’allora Soprintendente Cristina Acidini, la somma sarebbe stata destinata a un programma di interventi per il rinnovo delle otto sale, all’inizio del Terzo Corridoio, quelle che prima ospitavano il Cinquecento fiorentino, veneto, emiliano, da Michelangelo a Lotto, un’area museale i cui ultimi restauri risalgono a una ventina d’anni fa, a seguito dell’esplosione di Via dei Georgofili e che sono stati sottoposti ad adeguamento impiantistico, , climatizzazione, sicurezza, l’illuminazione e dove necessario l’impiantito. Naturalmente quello che subito salta agli occhi è il colore e quello dedicato al Quattrocento è una tonalità di verde che si ispira alle opere di Paolo Uccello e del Beato Angelico. “ Sono emozionatissimo nel trovarmi in questa sede – ha detto Ferruccio Ferragamo presidente del Gruppo Ferragamo – nel veder realizzato il progetto nato un anno fa con il sostegno di Cristina Acidini che ringrazio a nome della mia famiglia, è un onore poter dare questo contributo per la valorizzazione degli Uffizi, un museo che rappresenta l’Italia nel mondo. Mio padre scelse Firenze e decise di fondare qui la sua azienda perché attratto dalle bellezze artistiche e dall’artigianato di eccellenza, è un atto di gratitudine per la città per far crescere il nostro marchio e la sua reputazione nel mondo”. Un nuovo allestimento che punta alla valorizzazione di opere importanti, concedendo il privilegio di ampi spazi che ne consentono il pieno godimento e al tempo un’operazione volta alla rimozione del concetto del “feticcio” e del “mito, i cui protagonisti sono adesso : Domenico Ghirlandaio, Alesso Baldovinetti, Biagio d’Antonio, Gherardo di Giovanni, Cosimo Rosselli, Jacopo del Sellaio, Maestro di Marradi, Bartolomeo di Giovanni, Pietro Perugino, Fiorenzo di Lorenzo, Girolamo Genga, Filippino Lippi, Piero di Cosimo, Lorenzo di Credi, Luca Signorelli. “Prima il Tondo del Ghirlandaio quasi nessuno lo guardava – precisa Natali – perché c’era Botticelli – l’occhio vede quello che il cervello gli dice di guardare, adesso invece queste opere hanno il privilegio di mostrarsi da sole”. Tutto il ’500 infatti è stato spostato al piano di sotto e delle 107 opere iniziali ne sono in tutto 43, 42 opere di cui 14 provenienti dai depositi e una scultura, il “Doriforo” in basanite verde collocato in una nicchia nella Sala 30. Grandi intervalli tra le opere in mostra che, come Antonio Natali ha sempre sostenuto, sono come dei “testi poetici che si esprimono in figura” e come tali vanno “guardati, letti e capiti” e un dialogo con la città nella sala 31 dedicata a “Signorelli e Firenze” dove il tondo della “Sacra Famiglia” dipinto a Firenze ritrova nello sguardo che attraversa la finestra di lato, i grandi capolavori architettonici che fecero da contesto alla sua realizzazione.