Fu lo stesso Giambologna, le cui spoglie riposano nel sarcofago di marmo nero nella cappella, che da lui prende il nome, a convocarlo insieme ad altri pittori, come Jacopo Ligozzi, Giovan Battista Paggi, e Bernardino Poccetti per la realizzazione dei dipinti che dovevano adornare il luogo che aveva scelto per la sua sepoltura. Pittori all’avanguardia come Domenico Cresti detto il Passignano che grazie al soggiorno veneziano si impadronisce di uno stile diverso da quello fiorentino caratterizzato da un forte cromatismo che riesce a legare a un impianto classico e che per la Cappella aveva realizzato la pala d’altare dedicata alla Crocifissione. La patina di nerofumo che avvolgeva il dipinto e che ne impediva la lettura è stata asportata, grazie a un restauro che è durato un anno, permettendo la visione di un’opera che non può che arricchire la conoscenza di questo artista nato nel 1559 nella frazione di Tavarnelle Val di Pesa e morto a Firenze nel 1638 che al seguito di Federico Zuccari entrò in contatto con le realtà di Roma e Venezia e a Firenze ebbe molti incarichi da Ferdinando I.
Un restauro reso possibile grazie al contributo messo a disposizione dal FAI il Fondo Ambiente Italiano attraverso l’iniziativa “I luoghi del cuore” e da Banca Intesa Sanpaolo, in tutto 17. 500 euro. Il tutto risale al 2012, è in occasione della sesta edizione de I luoghi del cuore, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare, che la Basilica della SS. Annunziata viene segnalata con 2.889 firme, un risultato importante reso possibile grazie alla delegazione FAI di Firenze e ai numerosi volontari e alla collaborazione con il Ministero dei Beni e le attività culturali, è stato così che l’associazione Amici della Santissima Annunziata Onlus che si occupa della raccolta fondi per il restauro della Basilica che ha potuto presentare la richiesta di intervento a favore del dipinto del Passignano. Ieri mattina nella suggestiva sede della Cappella degli Artisti la conferenza stampa di presentazione del restauro alla presenza di Padre Sergio Ziliani presidente dell’Associazione Amici della Santissima Annunziata Onlus, Tommaso Sacchi capo della segreteria della cultura del Comune di Firenze, Alessandra Marino Soprintendente BEAP per le province di Firenze, Prato, Pistoia, Guido De Vecchi Vice Direttore Generale di Banca CR Firenze Gruppo Intesa San Paolo, Sibilla della Gherardesca Presidente Regionale FAI Toscana e Ilaria Ciseri funzionario di zona della Soprintendenza che ha diretto i lavori di restauro condotti dalla ditta Lo Studiolo di Luigi Colombini, Maddalena Lazzareschi e Lucia Ricciarelli.
La SS. Annunziata si sa è nel cuore di tutti fiorentini, per tanti motivi, ma lo è anche per il turista che si trova di passaggio in visita e che una volta varcata l’entrata rimane colpito dalla sua bellezza. “ Siamo molto onorati di aver avuto a nostro fianco il Fai e Intesa Sanpaolo – ha detto padre Ziliani – crediamo che l’arte e la cultura siano fondamentali per la crescita e lo sviluppo di una civiltà, conoscere il passato ci aiuta a conoscere il presente. Il patrimonio della SS. Annunziata che unisce spiritualità e cultura è un patrimonio indissolubile per la città e i suoi turisti”. Tommaso Sacchi ha portato i saluti del Sindaco Dario Nardella “ Credo che la presenza del Comune sia importante quando si restituisce un pezzo della città, la piazza della SS. Annunziata è un luogo con cui ho dialogato sin dal mio arrivo a Firenze senza contare l’importanza di una iniziativa generosa e collettiva come quella de I luoghi del cuore del Fai , una delle più sentite nel nostro paese che in pochi anni riesce a realizzare progetti che diversamente impiegherebbero molto tempo”. “ Questo è un momento di gioia – ha precisato Alessandra Marino – oggi le amministrazioni pubbliche da sole non ce la fanno, il patrimonio è di tutti e tutti contribuiscono. Vengono restituiti dei valori che permettono di inquadrare meglio l’opera del pittore, il restauro è sempre un modo per aggiungere notizie alla storia”. “ Oggi è un giorno di grande gioia – ha detto con entusiasmo Sibilla della Gherardesca – perché l’arte fa bene allo spirito ed è bello rivedere la rinascita di questo quadro. Quest’anno abbiamo ben sette restauri in corso in tutta la Toscana, e sono 3014 i luoghi segnalati e 3.475.000 coloro che hanno votato, oltre un milione di voti solo nel 2014”. “ E’ dal 2004 – ha detto Guido De Vecchi – che Banca Intesa è sponsor del FAI ed è questa un’iniziativa che ci convince sempre di più, purtroppo l’Italia che nel 1990 era al primo posto tra le mete al mondo gettonate dal turismo è scesa al 22° posto e Intesa proprio in questi giorni ha stretto un accordo con lastminute per intercettare i viaggiatori verso il nostro paese”.
Infine Ilaria Ciseri che ha diretto i lavori di restauro “ Il dipinto era in condizioni pessime – ha detto – il recupero eccellente. Uno dei tanti capolavori della Cappella del Soccorso- questo l’altro nome con cui è nota la cappella della SS. Annunziata – anzi siamo contenti che proprio alcuni giorni fa la Madonna del Maestro di Barberino sia andata in restauro. Con il restauro è evidente lo stile dell’artista, dalla doppia personalità, la volumetria dei corpi in primo piano e la parte alta della Resurrezione, da una parte l’illuminismo veneto, in primo piano la solidità. L’intento del Giambologna era quello di tracciare un percorso nella cappella, con il sacrificio divino che conduce alla salvezza dell’uomo. Una pittura dettata da una forte ansia che si traduce in numerosi pentimenti”. Grazie al restauro sarebbero infatti venuti alla luce numerosi ripensamenti del Passignano, in particolare nella posizione delle gambe del Cristo e delle braccia, che avrebbe reso più aperte, come nella tradizionale visione della Crocifissione