Nel nono centenario della morte di Matilde di Canossa, Casa Buonarroti celebra questo grande personaggio di tutti i tempi attraverso una mostra monografica, la prima in assoluto, “Matilda di Canossa 1046-1115 La donna che mutò il corso della storia” che amplia, grazie a numerosi prestiti, l’esposizione del Muscarelle Museum of Art in Virginia e che porta la firma di Michèle K. Spike, giurista, docente ed esperta della figura della “Grancontessa” alla quale ha dedicato il libro guida ai luoghi matildici “An illustrated Guide to the One Hundred Church’s of Matilda of Canossa”. Stamattina la conferenza stampa alla presenza della Presidente di Casa Buonarroti Pina Ragionieri, del nuovo direttore Alessandro Cecchi, di Aaron H. De Groft direttore del Muscarelle Museum of art, della curatrice Michèle K. Spike accompagnata dal marito il noto critico d’arte John Spike, volti conosciuti a Firenze, città in cui hanno risieduto per trent’anni. Morta all’età di sessantanove anni nel 1115, Matilda di Canossa è stata una delle grandi donne leader a livello mondiale, in grado, con la sua opera, di porre le basi economiche, giuridiche, religiose e culturali di quel Rinascimento nell’arte e nell’architettura che si svilupperà nei secoli successivi alla sua morte. Se il suo nome nella storia rimane come è noto legato all ‘”Umiliazione di Canossa” nel 1077 in cui l’imperatore Enrico IV a lungò restò inginocchiato e a piedi nudi sotto la sua residenza per implorare il perdono di Papa Gregorio VII, suo alleato, cosa che pose fine al dominio feudale della Germania sull’Italia Settentrionale, risale al 1088 la fondazione dell’Università di Bologna quando lei stessa chiamò lo studioso Wernerius per l’insegnamento del Digesto giustinianeo, Il Corpus Iuris Civilis ; dopo la liberazione dall’imperatore era necessaria un’opera di formazione per coloro che avrebbero poi dovuto amministrare i Comuni. E’ grazie agli studi giuridici promossi da Matilda di Canossa se le donne possono ereditare proprietà al pari degli uomini, la riscoperta del codice giustinianeo ha garantito alle donne in Europa e negli Stati Uniti il diritto alla proprietà. Codice che ebbe molta influenza anche per lo sviluppo del diritto negli Stati Uniti, sia Thomas Jefferson che il suo ex professore George Whyte possedevano diverse copie del Digesto giustinianeo, sia in latino che in inglese. E non è proprio un caso che l’idea della mostra a Michèle K. Spike che insegna alla William & Mary School of law sia avvenuto proprio in occasione di una delle sue lezioni. Fondata nel 1779 da Thomas Jefferson è la scuola di diritto più antica degli Stati Uniti e una delle prime del mondo anglofono, una facoltà nata con lo scopo di formare avvocati dediti al più ampio bene comune e figure centrali per la nascente repubblica. Ma non è tutto, si deve a Matilda di Canossa l’iniziativa di unire le città presenti nelle sue terre, le oltre cento tra cattedrali, chiese di campagna e ospedali che devono la loro costruzione o il restauro a lei che seppe dare un incremento importante ai viaggi lungo la direttrice che dal nord, Canterbury arrivava fino a Gerusalemme. Innegabile il legame con Firenze, città dove Matilda abitò dagli otto ai ventidue anni e dove vi fece costruire la “ cerchia antica” delle mura ,nel 1078, in mostra anche una copia trecentesca e ottocentesca illustrada da Dorè della Divina Commedia, dove tra le guide del Sommo Poeta compare anche tale Matelda, mentre la sua fama contagiò anche Michelangelo Buonarroti e il suo biografo Ascanio Condivi di cui è presente in mostra l’edizione originale della Vita del 1553 con il celebre incipit “ Michelagnol Buonarroti, pittore e scultore singulare, ebbe l’origin sua da’ conti da Canossa” . Tra i pregevoli pezzi in mostra che tracciano un percorso biografico di questo grande personaggio storico, il magnifico codice di preghiere “Anselmus Cantuariensis. Orationes sive meditationes” che contiene una delle più belle immagini che rappresentano la nobildonna, l’edizione in facsimile della “Vita Mathildis” conservata nella Biblioteca Apostolica Vaticana, il Pallio di papa Stefano IX conservato all’Opera di Santa Maria del Fiore, la Croce di Frassinoro proveniente dal Museo Civico d’Arte di Modena, alcune croci astili di bottega toscana, il “Salterio di Polirone” proveniente dalla Biblioteca Teresiana di Mantova, “Il Pandette o Digesto” di Giustiniano proveniente dalla Biblioteca Medicea Laurenziana, e le “Istituzioni giustinianee”, e il bronzetto di Gian Lorenzo Bernini che la ritrae e che fu eseguito quando ebbe l’incarico di progettare la maestosa tomba che avrebbe accolto le sue spoglie, una delle poche donne, ad avere questo privilegio, nella Basilica di S. Pietro.