Dal 23 settembre, in occasione della Settimana della Cultura, il Museo d’Arte Orientale di Torino, nella sua galleria delle stampe, al secondo piano dedicato all’arte Giapponese, inaugura una mostra dal titolo “Immortalare l’attimo, l’onda di Hokusai e gli attori di Kunisada“. La celebre stampa, divenuta un’icona del Giappone in Occidente e posseduta dal Museo di Torino, in un esemplare che periodicamente viene presentato al pubblico sarà esposta insieme a una selezione di xilografie dell’ukiyo-e con soggetti tratti dal teatro kabuki. Le opere sono della seconda metà dell’800, e l’autore più rappresentato è Utagawa Kunisada (1786-1864) nella fase di ormai affermato caposcuola della scuola Utagawa. La produzione artistica di Kunisada è sterminata, ed egli è giustamente considerato l’autore del XIX secolo più influente nell’ambito delle yakusha-e, le stampe che ritraevano attori famosi. Nell’allestimento il suo stile è messo a confronto con quello di alcuni epigoni e di artisti originali come Tsukioka Yoshitoshi (1839-1892). Qual è il legame tra l’opera di Hokusai e gli attori del Kabuki ritratti da Kunisada? Una risposta è contenuta nell’idea stessa di “sospensione”, di energia latente che entrambe queste rappresentazioni richiamano. Buona parte degli artisti del kabuki vengono ritratti nelle scene clou del dramma, quando si immobilizzano in pose cariche di tensione chiamate in giapponese “mie”. E, come guardando la grande onda sappiamo istintivamente che un attimo dopo si abbatterà in tutta la sua potenza, così l’entusiasta di teatro sa che nel momento successivo l’attore ripartirà nell’azione, calandosi nuovamente in quel “mondo fluttuante” fatto di movimento nel quale viviamo, e che aveva abbandonato per quell’impercettibile istante di eternità che l’arte soltanto può immortalare. www.maotorino.it