Da sabato 13 febbraio 2016 la Galleria Michela Rizzo ospita una personale di Riccardo Guarneri, maestro della pittura italiana e internazionale. Un’antologia del suo lavoro dagli anni Sessanta a oggi attraverso venti opere tra pezzi storici e altre realizzate in occasione dell’esposizione a cura di Fabio Belloni. Tutte in ogni caso documentano la formidabile continuità stilistica di un autore che sin dagli esordi ha fatto dell’astrazione il proprio esclusivo linguaggio.
Maturata in sintonia con le coeve esperienze internazionali, quella di Riccardo Guarneri è una ricerca che trova in sé le ragioni della propria esistenza. Si concentra su un selezionato repertorio di forme, motivi, colori assortendolo ogni volta in modo diverso così da autorigenerarsi continuamente. Emersa sin dalla prima maturità, l’attenzione per gli aspetti metalinguistici del dipingere ha fatto di Guarneri un precursore di molte ricerche divenute tipiche lungo gli anni Settanta. Geometria, segno, ritmo, trasparenza, impronta, sfumatura: sono termini chiave per avvicinare dipinti dove il colore si scorpora, e perdendo ogni qualità materica diventa pura vibrazione di luce. Su superfici dominate dal bianco, organizzate in composizioni sempre asimmetriche, si alternano bande, strisce, rombi, quadrati.
E poi tracciati a matita che ricordano la scrittura ma in realtà non assumono mai un valore referenziale. Nel corso degli anni le rigorose partiture geometriche dei primi tempi hanno iniziato a convivere con stesure sempre più libere e aperte. Ha guadagnato importanza la macchia, quindi l’acrilico o l’acquerello steso liberamente così da creare suggestivi effetti di compenetrazione. Per quanto luminose, le opere di Guarneri rimangono presenze cariche di mistero. Cercano la complicità dello spettatore: lo invitano a uno sguardo prolungato per stabilire una forma di intimità, e quindi scoprirne profili, segni, accordi tonali non immediatamente intuibili. Opere del genere esprimono un ideale di quiete e serena concentrazione.
Al contempo però emanano un senso di energia: nella dialettica tra segni e forme, nella tensione tra la nettezza di un profilo e l’evanescenza della macchia. Quella di Guarneri, insomma, è una pittura dal carattere evocativo: per dirla con le parole dell’artista stesso, “una pittura che può essere leggerissima e insieme forte”. La mostra si accompagna a un catalogo con testo di Fabio Belloni, riproduzioni delle opere e apparato bio-bibliografico dell’artista.
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