Settant’anni cruciali nella storia dell’Europa, a tal punto da causare ripercussioni in ogni aspetto della vita sociale. Arte compresa. Si è aperta oggi al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi la mostra dal titolo “Storia e vicende della collezione grafica agli Uffizi nell’età della prima mondializzazione 1848-1918” che abbraccia un arco temporale compreso tra le rivoluzioni post napoleoniche e la fine della prima guerra mondiale. Curata dalla stessa direttrice del GDSU, Marzia Faietti, insieme a Miriam Fileti Mazza e a Giorgio Marini, l’esposizione propone all’attenzione dei visitatori la selezione di una quarantina di opere grafiche di vari autori italiani, europei e extraeuropei, realizzate durante questo straordinario periodo di cambiamenti, e di cui resta una traccia indelebile in uno dei più ricchi “forzieri” di tesori storico-artistici. La raccolta grafica degli Uffizi, per il suo antico e sedimentato assetto patrimoniale, è caratterizzata da un intreccio inestricabile tra storia, tradizione e critica. Per molti degli artisti rappresentati al suo interno essa consente quindi di riflettere sulle radici storiche che precedono e preparano la ricostruzione delle rispettive personalità artistiche. A partire dall’Ottocento la storia della collezione condivise i nuovi ordinamenti di tutela dei beni culturali che dopo l’Unità d’Italia si articolarono in varie parti del territorio nazionale. La consistenza numerica della raccolta degli Uffizi era talmente elevata e così vasta per cronologia e scuole artistiche da rappresentare un modello da imitare nelle modalità conservative e gestionali, così come nelle scelte storiografiche. Questa esposizione intende focalizzarsi sulle vicende che tra la metà dell’Ottocento e il primo Novecento consentirono a Firenze, in continuità col passato e insieme in linea con i tempi moderni,una decisa attenzione all’arte contemporanea. Tale processo fu quindi alimentato dalla ricerca ditestimonianze figurative di artisti non solo italiani. Collezionismo pubblico e privato concorsero a selezionare dal mercato coevo le opere più rappresentative, non tralasciando di seguire e interpretare le novità che per le arti grafiche si stavano affacciando sullo scenario italiano con manifestazioni espositive e culturali che ebbero sempre maggiori consensi di critica e pubblico. Il carattere eterogeneo opere esposte, dovute, tra gli altri, a Bezzuoli, Fontanesi, Fattori, Michetti, Morelli, Klinger, Millet, Pennell, Zorn, riflette intenzionalmente le diverse componenti che attraversarono l’arte in quel periodo di grandi capovolgimenti.http://www.polomuseale.firenze.it/musei/?m=disegni