Grazie all’adesione spontanea del personale degli Uffizi, per i prossimi tre mercoledì, ad iniziare da 22 ottobre è stato organizzato un programma di visite guidate gratuite alla mostra in corso a S. Pier Scheraggio dedicata alle Donne del digiuno contro la mafia, nei seguenti orari :10-11.15 e 14,30-15.30; senza bisogno di prenotare. Nell’estate del 1992, dopo la strage di Capaci e a poche ore da quella di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta , Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, a Palermo un gruppo di donne sentì la necessità di reagire. L’azione fortemente simbolica cui diedero vita fu un digiuno nella piazza principale della città. Un atto che ancora oggi appare molto coraggioso. Ventidue anni dopo, quelle donne, talune erano ragazze, si sono ritrovate nel lavoro del fotografo Francesco Francaviglia e che fino al 9 novembre è sposto a Firenze. Alcuni sono volti noti: Pina Maisano Grassi, moglie di Libero, l’imprenditore ucciso per essersi ribellato al pizzo; Simona Mafai, storica capogruppo comunale del Pci; la fotografa Letizia Battaglia; l’ex sindaco di San Giuseppe Jato, Maria Maniscalco; Michela Buscemi, conosciuta per essersi costituita parte civile al maxiprocesso del 1985 dopo l’assassinio dei suoi due fratelli; Luisa Morgantini, ex vice presidente del Parlamento Europeo e la cantante Giovanna Marini, giunte da Roma per partecipare all’iniziativa delle palermitane. Altre sono effigi di donne che hanno continuato la loro resistenza nella classe di una scuola, in un ufficio della Regione, in un quartiere difficile come quello dello Zen: Bice Salatiello, Virginia Dessy, Anna Puglisi.