L’Arco Trionfale di Palmira in Piazza della Signoria per il G7 Cultura

Dal 27 marzo una riproduzione dell’Arco Trionfale di Palmira, distrutto dagli estremisti nella primavera del 2015,  è stata collocata in Piazza della Signoria a Firenze, un messaggio di pace e di speranza in attesa del G7 della Cultura che i prossimi 30 e 31 marzo ospiterà la nostra città. Ricostruito con l’aiuto dell’Institute for Digital Achaeology di Oxford e dello studio TorArt di Carrara, l’arco che è già stato esposto a Londra a Trafalgar Square e e a New York al City Hall Park e presso il World Government Summit di Dubai per la prima volta approda in Italia.

Testimone di oltre duemila anni di storia, Palmira, antico insediamento nel deserto del Tadmor è stata culla di grandi miti ma anche luogo di crudele barbarie. Città di passaggio per le carovane  nella rotta commerciale tra Oriente e Occidente  fu costruita sulla sorgente del fiume Efqa a metà strada tra l’Eufrate e le coste orientali del Mediterraneo. Nel I secolo a. C. era una città aramaica in crescita, sotto la guida di Tiberio venne assorbita dall’Impero Romano e un secolo più tardi Adriano la rese “civitas”, città libera. Quando venne fondata era una città improntata sugli usi e costumi degli Amorrei che poi subirono l’influenza ellenica e araba grazie alle attività commerciali della città e alla sua popolazione multietnica e multiculturale. Più di ogni altro sito archeologico il tessuto di Palmira racconta la storia della fusione tra Oriente e Occidente in termini di costumi culturali, stili, culti e lingue.

Il suo centro era dominato da una spettacolare colonnate, la strada principale era collegata a vie laterali che conducevano ai templi e ai principali edifici pubblici cittadini. Nel cuore della città era l’Arco Monumentale di Palmira, detto anche “Porta di Palmira” dalla popolazione siriana. Uno dei monumenti più belli tra le costruzioni della città antica, realizzato nel III secolo d.C. da Settimio Severo. Come già detto, alla fine dell’estate del 2015, l’Arco insieme ad altre importanti strutture del sito fu ridotto in macerie dagli estremisti che in primavera avevano occupato la città antica. All’epoca l’Institute for Digital Archaeology era alle prime fasi di un progetto di documentazione e tutela del patrimonio culturale in collaborazione con la popolazione locale.

Prese così corpo l’idea di realizzare una riproduzione di grandi dimensioni di una delle architetture più note del sito, con l’suo del rendering 3D e una tecnica sperimentale di modellazione 3D in grado di definire oggetti in pietra rispondenti a modelli digitali. Oggi l’arco è divenuto un simbolo mondiale del trionfo della cooperazione sul conflitto, dell’ottimismo sulla disperazione e dell’ingegno umano sulla distruzione scellerata. La sua visione al pubblico per turisti e fiorentini sarà fino al 27 aprile.

 

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