La ricerca, lo studio, lo scavo, l’espansione e poi il declino della grande polis di Sibari sono gli elementi che emergono dal video realizzato dal Museo e Parco Archeologico di Sibari disponibile sul canale Youtube del Mibact https://youtu.be/C9gKCNfgKIA, dove dall’inizio dell’emergenza coronavirus i musei, i parchi archeologici e gli istituti autonomi statali stanno fornendo contributi audiovisivi di ogni genere per permettere alle persone di continuare a godere del patrimonio culturale nazionale.
Il Parco Archeologico di Sibari, divenuto istituto autonomo nel dicembre scorso, conserva i resti di una delle più ricche e importanti città della Magna Grecia. Il filmato illustra la ricerca della campagna di scavo del settore area “Casa Bianca” avviato agli inizi degli anni ’60 grazie alla collaborazione tra l’Università della Pennsylvania e la Fondazione Lerici mirato ad identificare l’estensione dell’antica città di Sibari. I risultati sono poi confluiti in un celebre libro dal titolo The Search for Sybaris. Con lo scavo degli anni ’70, si spiega nel video, furono riportati alla luce la plateia nord-sud, il tempietto, il santuario di Iside e porta Marina. Le immagini del video illustrano inoltre le piante dei cantieri archeologici della piana di Sibari con l’estensione delle città sovrapposte: Sibari, Thuri e Copiae. In tutta l’area sono stati rinvenuti importantissimi reperti tra cui un’antefissa, il toro cozzante, una tabella bronzea con dedica e alcune statue oggi conservate e visibili nel museo archeologico di Sibari.
Il Mibact, attraverso un impegno corale di tutti i propri istituti, mostra così non solo ciò che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il dietro le quinte dei beni culturali con le numerose professionalità che si occupano di conservazione, tutela, valorizzazione. Attraverso il sito e i propri profili social facebook, instagram e twitter il Ministero rilancia le numerose iniziative digitali in atto. Sulla pagina La cultura non si ferma del sito https://www.beniculturali.it/laculturanonsiferma, in continuo aggiornamento, sono inoltre già presenti diversi contributi dei luoghi della cultura statali.