La nuova maniera di John Currin al Museo Bardini

E’ la prima mostra italiana in uno spazio pubblico quella che si è appena inaugurata al Museo Bardini di John Currin e non è un caso. Le sale del palazzo di colui che fu un autentico precursore nel dettare le nuove regole negli allestimenti museali di tutto il mondo e ponte tra cultura anglosassone che non esitò ad appropriarsi del suo personalissimo gusto, come il magnifico “blu Bardini” una miscela di blu indaco e violetto scelto per le pareti, non possono che essere il luogo ideale per ospitare i dipinti di John Currin  che dialogano con le madonne del Quattrocento, sulla parete dedicata alle antiche cornici o quella che ospita i  ritratti o  nelle sale dei bronzetti.  Antico e moderno, passato e presente che ci viene offerto attraverso la riflessione personale e libera  dell’artista famoso per i suoi eleganti ritratti, anche familiari, protagonisti moglie e i figli, gli enigmatici  nudi femminili e quel tocco di ironia  e di sarcasmo in cui manifesta tutta la sua libertà creativa.

Come scrive Sergio Risaliti che cura la mostra insieme a Antonella Nesi   “L’interpretazione della sessualità femminile e della psicologia borghese americana, risulta nelle sue opere quasi surreale o grottesca, estremamente perturbante, specialmente in dipinti come Lovers in the Country (1993), Entertaining Mr. Acker Bilk (1995), The Wizard (1994), The Nursery (1994), The Magnificent Bosom (1997), e soprattutto The Bra Shop (1997), ispirato a tele di Chardin, Fragonard e Boucher. Ma la sua satira figurativa non è mai urlata, o plateale, mai caricaturale o di cattivo gusto. Anche quando le sue figure sono state disegnate o dipinte in modo sgradevole e scorretto. L’anatomia sproporzionata, o prospetticamente deformata, l’espressione facciale, altera l’ideale rappresentazione del corpo o del volto femminile rinascimentale, con uno spiccato gusto per l’anamorfosi. Una “pittura alla prima”, immediata ma sempre lussuriosa, o meglio, una sorta di colta e raffinata “volgarizzazione” dell’arte figurativa classica, permette a Currin di esaltare la pittura stessa, e con essa definire una nuova forma di bellezza artistica che si avvantaggia, in effetti, di una inedita immaginazione o “maniera” figurativa”. “John Currin. Paintings” promossa dal Comune di Firenze, organizzata da MUS.E, partner Gagosian Gallery e sponsor Faliero Sarti rimarrà aperta fino al 2 ottobre al Museo Bardini.

Lascia un commento