La Madonna di Santa Trinita del Donatello in mostra all’Opificio delle Pietre Dure

E’ da oggi, 8 novembre,  in mostra nel Museo dell’Opificio delle Pietre dure, fino al 15 gennaio un’opera in terracotta attribuita a Donatello, fra il 1436 e il 1447 da un ampio studio di Lorenzo Sbaraglio, raffigurante l’immagine della Vergine Maria e il piccolo Gesù con due angioletti ai lati, nel tipico stile usato dall’artista , dello “stiacciato”. Dopo un complesso restauro, diretto da Laura Speranza, l’opera sarà visibile al pubblico con la mostra “La Madonna di Santa Trinita a Firenze, il restauro di una terracotta attribuita a Donatello”. In origine l’opera era collocata all’interno della Chiesa fiorentina, in seguito, probabilmente nel XIX secolo fu posizionata sul lato nord del campanile della chiesa eretto sul tetto dai padri vallombrosiani. L’esposizione agli agenti atmosferici per due secoli ha causato la perdita quasi totale della cromia e di gran parte del modellato. La presenza di una piccola tettoia ha fortunatamente salvaguardato la parte superiore, permettendo ancora una buona lettura dei volti. In occasione dei restauri della chiesa del 2004, l’originale in terracotta è stato rimosso dal campanile per essere restaurato e ricollocato nella posizione originaria mentre sulla torre campanaria è stata inserita una copia. Con le indagini diagnostiche è emerso che la terracotta non era in origine policroma, ma soltanto dipinta di bianco per suggerire il marmo, con alcuni dettagli dorati, come i capelli, dove sono state individuate minute tracce di foglia d’oro. Con il restauro, l’avanzato stato di degrado della terracotta è stato fermato e, grazie al capillare consolidamento, è migliorata anche la leggibilità dell’opera. Sul retro del rilievo è emersa la scritta “AVE MARIA”, probabilmente risalente al XIX secolo, quando la collocazione sul campanile, che era già stato danneggiato da varie calamità, fra cui un fulmine nel 1674, conferì alla Madonna anche un carattere apotropaico. “Dopo il nostro restauro e dopo questa esposizione al museo dell’Opificio- ha detto Marco Ciatti Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure – l’opera tornerà all’interno della Basilica, nell’ampia nicchia sulla parete sinistra della Cappella Davanzati, fra due angeli dipinti a monocromo, dove è presente una lacuna con forma centinata che corrisponde proprio all’ingombro della terracotta. Anche alcune fonti ricordano in questa posizione una Madonna con Bambino in marmo, di ambito donatelliano, al di sopra del sarcofago di Giuliano di Niccolò Davanzati, morto nel 1446. L’opera è stata restaurata presso il Laboratorio di restauro dei Materiali ceramici, plastici e vitrei dell’Opificio col contributo della Banca di Cambiano. La mostra è aperta al pubblico con orario 8,15-13,30, escluso domeniche e giorni festivi.

La Madonna di Santa Trinita prima del resauro

La Madonna di Santa Trinita prima del restauro a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze

 

 

 

Lascia un commento