A 100 anni dalla battaglia di Caporetto – combattuta durante la Prima Guerra Mondiale tra il Regio Esercito italiano e le forze austro-ungariche e tedesche – che ebbe inizio nelle prime ore del 24 ottobre 1917, il Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina ospita domani un evento in memoria, promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Il Museo per l’occasione osserva un’apertura straordinaria pomeridiana dalle 17.30 alle 20.30, nel quadro delle iniziative di approfondimento dei temi legati alla Grande Guerra attualmente in corso in tutta Italia e non solo.
La notte che precede l’alba della tragica mattina del 24 ottobre 1917 a Caporetto, sul fronte dell’Isonzo, è una notte oscura e nebbiosa: in un clima particolarmente tetro e minaccioso uomini e natura sembrano premere insieme, come un destino inesorabile, alle porte d’Italia. L’inferno si scatena di lì a poco e in breve tutto, trincee, camminamenti, ripari, è sconvolto: gli osservatorii accecati, i collegamenti spezzati. Sulla linea più avanzata restano solo catene di uomini annichiliti dal gas o devastati dai bombardamenti, mentre dietro il disordine e lo sgomento si impadroniscono delle truppe italiane, decimate dapprima dagli ordigni e dalle armi chimiche preparatorie all’attacco, e sbaragliate poi dall’assalto congiunto di truppe austriache e rinforzi tedeschi, giunti dal fronte russo.
Malgrado in molti punti le nostre truppe preferiscano l’onore di una difesa disperata alla resa o al ripiegamento, l’avanzata della 14a armata austro-tedesca è inarrestabile: a eccezione dell’altipiano della Bainsizza, dove è valorosamente contenuto e respinto, il nemico preme ormai alla testata di tutte le valli e dilaga senza freno, al punto che il Comando Supremo si vede costretto a ordinare la ritirata delle armate dall’Isonzo al Tagliamento e di lì, poi, alle linee del Piave e del Grappa.
È una disfatta memorabile, una tragedia immane, ma nella catastrofe rifulge imprevedibile la luce d’Italia di cui parla D’Annunzio: i superstiti di quell’immane disastro e i giovani della classe ’99 contro ogni pronostico tengono infatti testa al fiore di due eserciti vittoriosi, impedendo una nuova Caporetto e preparando le premesse per la rimonta. Se Caporetto è rimasta infatti nell’immaginario degli Italiani come sinonimo di disfatta catastrofica e irreparabile, dalle proporzioni inimmaginabili, la storia ricorda che a quel destino di sconfitta l’Italia seppe poi ribellarsi, opponendo alla pressione del nemico austro-ungarico una tenuta inaspettata sulle sponde del Piave, per un intero anno, sino a giungere a ribaltare le sorti di quella tragica rotta trasformandola, proprio dallo stesso 24 ottobre dell’anno successivo, nella premessa dell’offensiva finale che portò alla vittoria italiana di Vittorio Veneto e al celebre proclama del generale Diaz, che sancì di fatto la fine della guerra.
Martedì 24 ottobre alle 18.00, l’appuntamento al Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina è un invito a ricordare questo drammatico episodio storico, conosciuto solo superficialmente dai più, e rendere così un necessario tributo in parole e musica ai tanti soldati italiani caduti nella tragica occasione.
Luoghi e protagonisti di quella triste pagina della memoria nazionale rivivranno grazie a una suggestiva raccolta di immagini e approfondimenti, che saranno accompagnati da una selezione mirata di canti della Grande Guerra a cura di Graziella Antonucci e Marco Quintiliani, come da pagine dal fronte recitate dalla voce di Ivana Monti.
Un’accorta selezione di cimeli e armi dell’epoca, che saranno presentati nel corso della serata, sarà l’occasione infine per far comprendere meglio la differenza bellica delle forze in campo: interverranno in questo senso il collezionista Giovanni Adducci e Massimo Capone dell’Associazione Tiro ad Avancarica.
Intervengono
Mara Minasi, Giovanni Adducci, Massimo Capone
Atmosfere musicali
Graziella Antonucci, Marco Quintiliani
Letture
Ivana Monti
Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina
Largo di porta S. Pancrazio, 9 (00153 – Roma)
Ingresso libero sino a esaurimento posti
Info:
060608 (tutti i giorni ore 9:00 – 19:00)