Più volte Marc Chagall si è cimentato sul tema della Crocifissione ma il dipinto scuramente più significativo è la celebre “Crocifissione bianca”, un olio su tela di grandi dimensioni che fa parte delle opere selezionate per Bellezza Divina la grande mostra in corso a Palazzo Strozzi. Eseguito nella Notte dei cristalli, tra il 9 e il 10 dicembre del 1938 è un atto di denuncia contro la persecuzione degli ebrei.
“L’artista tramuta il tradizionale soggetto dell’iconografia cristiana del Christus patiens – come nota la storica dell’arte Ludovica Sebregondi tra i curatori della mostra – in lirica testimonianza della condizione degli ebrei, presentando Gesù come martire e simbolo della sofferenza del proprio popolo”. Un’opera animata dal forte dialogo interreligioso e per questo molto amata anche da Papa Francesco che in occasione della sua visita pastorale a Firenze ieri mattina ha avuto la possibilità di ammirarla in una sede d’eccezione.
L’opera infatti è stata trasportata ed esposta all’interno del Battistero, ed è stata illustrata direttamente da Arturo Galansino Direttore di Palazzo Strozzi e da Douglas Druick, Direttore dell’Art Institute of Chicago che è proprietario dell’opera. “ Non hanno mai capito che era veramente questo Gesù – scrisse Chagall – Uno dei nostri rabbini più amorevoli che soccorreva sempre i bisognosi e i perseguitati(…) Per me è l’archetipo del martire ebreo di tutti i tempi”.