Prosegue il racconto delle donne di Palazzo Spinola sul canale YouTube del Mibact: dopo i video dedicati alle biografie di Tea e Virginia Spinola, ecco quello di Solferina Serra Spinola (https://www.youtube.com/
Come nei precedenti filmati, anche in “Donne Spinola negli Anni Venti. Femministe inconsapevoli: Solferina Serra Spinola” sono una serie di fotografie e documenti d’epoca, conservati nell’Archivio Storico di Palazzo Spinola, a illustrare la vita della giovane aristocratica, e, con lei, il gusto del costume dell’alta società di inizio Novecento.
Solferina nasce il 24 giugno 1859, il giorno in cui fu combattuta una delle battaglie più importanti per l’unificazione italiana, quella di Solferino, appunto, tra l’esercito franco sabaudo e i francesi. Il suo nome dichiarava subito l’appartenenza della sua famiglia – i Serra – allo schieramento progressista e filo sabaudo al quale aveva aderito parte del’aristocrazia genovese. Orfana di Padre a soli 5 anni, fu cresciuta dagli zii Domenico e Orso Serra, entrambi senatori del neonato Regno, uomini aperti alle novità e decisamente anglofili, come dimostra la Villa in stile Tudor che proprio Orso fece costruire a Comago. A 17 anni Solferina sposa il marchese Ugo Spinola, produttore vinicolo nella tenuta di Ovada e azionista della società di pellame Bocciardo di Genova. La coppia si trasferì a San Michele di Pagana, costruendo la bellissima villa a picco sul mare dove fu accolta, nel 1903, anche la regina Margherita, con il fratello Tomaso.
Grazie all’intraprendenza ereditata della famiglia di origine, Solferina si impegnò in sport pionieristici e insoliti per una donna dei suoi tempi, come la bicicletta e il tennis, oltre a dedicarsi agli acquisti dei capi di abbigliamento nelle più prestigiose boutique europee.
Anche il video “Donne Spinola negli Anni Venti. Femministe inconsapevoli: Solferina Serra Spinola”
così come quelli degli altri Istituti del Ministero, mostra la ricchezza del patrimonio culturale italiano. Tutte le iniziative vengono raccolte, oltre che sul canale YouTube del Mibact, nel data base complessivo consultabile sulla pagina “La cultura non si ferma” del sito del MiBACT https://www.beniculturali.it/