Il MAAC – Museo Archeologico e di Arte Contemporanea di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi, uno dei contenitori del Polo Culturale Sistema Gusto d’Arte avviato nel maggio del 2016, inaugura un nuovo progetto di forte impatto culturale e semantico: la Biennale di Venezia a Ceglie Messapica, un evento espositivo di lungo respiro, che si prolungherà sino al prossimo inverno, con appuntamenti monografici dedicati ad artisti contemporanei che hanno esposto le loro opere in occasione di una tra le più antiche, importanti e
prestigiose rassegne internazionali d’arte contemporanea al mondo, la Biennale di Venezia.
Il primo appuntamento alla Galleria espositiva del MAAC è con la Personale di Riccardo Guarneri,
ottantaquattrenne artista fiorentino, ospite alla cinquantasettesima Biennale di Venezia, Viva Arte Viva, curata da Christine Macel, appena inaugurata. Riccardo Guarneri si è imposto sia come una figura artistica indipendente, sia come precursore delle tendenze pittoriche astratte degli anni 70’.all’inizio della sua carriera negli anni 60’, ha sperimento senza sosta l’armonia tra segno, colore e luce, inventando un originale linguaggio lirico, infatti oltre ad
essere un pittore, Guarneri è altresì musicista. L’intero repertorio dell’artista, che comprende strutture geometriche ma anche segni colorati più caldi ed organici, può essere inteso come un’ode all’ascolto, l’ultimo passo per permettere alla melodia intrinseca ai dipinti di penetrarci profondamente. La selezione di opere esposte sottolinea l’integrità artistica di un pittore dedicato a ricercare variazioni estetiche intorno ad un tema centrale.
L’artista ha centrato la sua ricerca intorno all’estetica del segno e della luce, liberandosi da preoccupazioni figurative o narrative senza però cedere al dogma concettuale caro al minimalismo. Quadrati e linee perdono plasticità a favore di vibrazioni cromatiche: la contemplazione prolungata dei dipinti rivela infatti un’asimmetria nelle figure geometriche. Calligrafie a matita, prive di significato semantico, ma visualmente sostanziali, accentuano il gioco di sfumature e di trasparenze luminose. Alcuni critici hanno sottolineato un’assonanza tra l’opera di Guarneri e le semplificazioni cromatiche dei pittori Color Field, bensì il paragone con Agnes Martin sembra più adatto all’approccio Zen e lirico del maestro. Le linee di Guarneri trasmettono l’illusione di essere
definitive, i colori pastello esprimono dolcezza e, dissolvendosi l’uno nel altro, rinforzano il sentimento di confini irresoluti. Le sfumature raffinate e le tonalità impalpabili dei suoi dipinti rendono la riproduzione fotografia problematica sia oggi che sessant’anni fa, in disarmonia con la subordinazione all’iconografia digitale e con l’istantaneità che distingue l’arte contemporanea. L’omogeneità della carriera artistica di Guarneri è un omaggio alla longevità della pittura e alla sua capacita ad essere continuamente reinventata.
Le opere di Guarneri rimangono presenze cariche di mistero. Cercano la complicità dello spettatore: lo invitano a uno sguardo prolungato per stabilire una forma di intimità, e quindi scoprirne profili, segni, accordi tonali non
immediatamente intuibili. Opere del genere esprimono un ideale di quiete e di serena concentrazione. Al contempo però emanano un senso di energia: nella dialettica tra segni e forme, nella tensione tra la nettezza di un profilo el’evanescenza della macchia. Quella di Guarneri, insomma, è una pittura dal carattere anche evocativo. Per dirla con le parole dello stesso artista “una pittura che può essere leggerissima e insieme forte”.
La presenza temporanea della Biennale di Venezia al MAAC di Ceglie Messapica sarà rafforzata dall’esposizione parallela e contemporanea di due opere originali di Giorgio de Chirico, entrambe facenti parte della Collezione
Arrigoni, anch’essa ospitata alla Biennale Arte di Venezia 2017, presso il Padiglione Armenia. Una scelta insolita quella di ospitare una collezione di grandi maestri del Ventesimo secolo alla Biennale, che consacra gli artisti contemporanei e soltanto di rado dedica spazio a quelli del passato. La Collezione Arrigoni è pregevole e contiene esemplari notevoli tra i quali le due opere in esposizione al MAAC a partire dal prossimo 2 luglio: Piazza d’Italia con Arianna, Olio su tela, 1916 e Aringhe, Olio su cartone telato, inizio anni Quaranta, opera tornata in Biennale dopo 75 anni.
L’opera era già stata esposta nel 1942 alla 22a edizione della Biennale di Venezia, e recentemente, sottoposta all’autorevole parere del prof. Paolo Picozza, Presidente della Fondazione Isa e Giorsgio de Chirico, ne ha
suscitato il caloroso apprezzamento. Aringhe è un lavoro molto apprezzato dagli intenditori di Giorgio de Chirico, nonostante il soggetto non appartenga alla vocazione strettamente metafisica e nonostante non sia stata eseguita negli anni Dieci, quelli “sublimi” per il maestro. Il nuovo progetto culturale ed espositivo che sarà ospitato al MAAC nei prossimi mesi è stato fortemente voluto e realizzato dall’Amministrazione Comunale di Ceglie Messapica, dal sindaco Luigi Caroli, dall’Assessore Antonello Laveneziana e dal consigliere Angelo Maria Perrino, mediante la
collaborazione con Art Relation, società milanese che si occupa di organizzare progetti per la business community collegati al mondo dell’arte, diretta da Milo Goj, giornalista esperto di comunicazione e del mercato dell’arte. Il vantaggio competitivo di Art relation, rispetto ad altre società e la competenza in entrambi i
versanti del progetto: le strategie e la comunicazione d’impresa da un lato e il
mercato dell’arte dall’altro.
Personale di Riccardo Guarneri e delle Opere originali di Giorgio de Chirico
presso la sede del MAAC – Museo Archeologico e di Arte Contemporanea del
Sistema Gusto d’Arte di Ceglie Messapica, via E. De Nicola, tutti i giorni, dal
lunedì alla domenica dalle ore 18,00 alle ore 21,00, con la possibilità di
prenotare visite guidate e personalizzate al n. 0831/376123.