È passato quasi un anno da quando l’Opera del Duomo di Siena, il Santa Maria della Scala e Opera – Civita accolsero e ricoverarono le opere terremotate di Norcia e del suo territorio. Undici mesi di esposizione che hanno consentito a circa 360.000 visitatori di ammirare, non solo il valore artistico di una parte del patrimonio umbro, ma anche di tornare con il pensiero ad una zona d’Italia a tutt’oggi piegata dalla terribile forza di un terremoto che, tra il 26 ed il 30 ottobre 2016, ha cancellato interi paesi, modificato città e alterato la normale quotidianità di un popolo forte e desideroso di tornare alla normalità.
Durante i giorni dell’esposizione, le opere d’arte, con ancora indosso i segni delle ferite, si sono fatte testimoni di quei giorni ed hanno concretamente creato un collegamento con i video che mostravano con quanta dedizione e amore il corpo dei Vigili del Fuoco avesse operato affinché una parte di loro potesse essere recuperata e salvata. L’immagine degli uomini al lavoro unite all’audio originale, al tempo stesso, faceva abbassare lo sguardo sui capolavori umbri che, come in un gioco di specchi, dai suoni e dai video, si concretizzavano nello spazio espositivo. La Bellezza Ferita non è stata una semplice mostra, ma un progetto nato grazie alla collaborazione tra Archidiocesi di Spoleto-Norcia, Arcidiocesi di Siena-Colle val d’Elsa e Montalcino, Comune di Siena, Santa Maria della Scala e Opera della Metropolitana che durante tutto l’anno hanno organizzato eventi correlati al fine di garantire alle pitture, alle sculture, agli arredi danneggiati di poter accedere ai massimi laboratori di restauro presenti in Italia.
Oltre alle offerte lasciate dalle centinaia di migliaia di visitatori direttamente nelle sedi della mostra, il 19 luglio la Lectio Magistralis di Vittorio Sgarbi, il 23 agosto il concerto delle Voci di Siena per Norcia, formate da Unione Corale Senese, Coro di Vico Alto, Madrigalisti Senesi, Polifonici Senesi e Coro Agostino Agazzari ed il 30 agosto la grande cena di beneficenza in Piazza Jacopo della Quercia hanno consentito, insieme alla donazione degli Enti organizzatori, all’intervento di privati e sponsorizzazioni tecniche, di raggiungere la cifra di € 110.000 che è stata destinata al recupero dei capolavori umbri. Le opere hanno infatti lasciato il Santa Maria della Scala e la Cripta del Duomo lo scorso 6 novembre e da qualche giorno sono all’interno dei laboratori del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale di Torino, dell’Istituto Centrale dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e della Soprintendenza dell’Umbria. La Bellezza Ferita, primo esempio nazionale di accoglienza e cura del patrimonio artistico rovinato dal terremoto, è stata modello e riferimento per altre città italiane che, dopo l’esempio senese, hanno inaugurato esposizioni con altrettante opere d’arte del centro Italia bisognose di restauro e recupero