Cosa proteggono dal passare del tempo gli oltre 15 chilometri di scaffalature dell’Archivio di Stato di Novara? Lo si scopre nel video “Il patrimonio dell’Archivio di Stato di Novara” (https://www.youtube.com/
La voce narrante del direttore dell’Istituto, Davide Bruno De Franco, propone un excursus nella storia, dal Medioevo al Novecento, illustrando documenti come il diploma solenne del 1155 di Federico Barbarossa, con tanto di sigillo originale, con il quale l’imperatore conservava al Vescovo Guglielmo di Novara diritti e possesso sulla città; le carte e i piccoli oggetti ricordo dell’Ospizio degli Esposti che accoglieva i fanciulli abbandonati, oppure la bizzarra lista degli ingredienti per il menu di Napoleone Bonaparte, quando fu ospite, nel 1796, della sede pavese del collegio Caccia, istituto per i figli della nobiltà novarese. Non mancano testimonianze più moderne, tra le quali una lettera del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi ai Prefetti fino al bozzetto in acquarello di Aldo Beldì per la pubblicità del gorgonzola.
Bastano 5 minuti per scoprire il ricco patrimonio custodito nel complesso di via dell’Archivio 2, in parte dei locali dell’antico monastero di S. Maria Maddalena e nella settecentesca Casa Andreoni.
In questo periodo in cui archivi, biblioteche, musei, parchi archeologici, teatri, cinema sono chiusi a causa dell’emergenza coronavirus, il Mibact, attraverso un impegno corale di tutti i propri istituti, mostra così non solo ciò che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il ‘backstage’ dei beni culturali con le numerose professionalità che si occupano di conservazione, tutela, valorizzazione e didattica. Attraverso i sito e i propri profili social facebook, instagram e twitter il Ministero rilancia le numerose iniziative delle istituzioni pubbliche e private che hanno inviato i contributi video in occasione della maratona solidale “L’Italia chiamò”. Funge data base complessivo di tutte le attività la pagina La cultura non si ferma del sito https://www.beniculturali.it/