La Toscana è una regione con un patrimonio culturale vastissimo che pur non essendo immune dagli effetti della crisi mostra una tenuta nei consumi e nella sua capacità di attrazione a livello internazionale. Un settore, quello della cultura, che, come nel resto del Paese, presenta luci e ombre, segni e potenzialità di ripresa ma allo stesso tempo, ostacoli per un pieno sviluppo. Nel presentare l’annuale rapporto Federculture, giovedì 13 novembre in occasione del Salone dell’Arte e del Restauro in corso alla Fortezza da Basso a Firenze si è parlato di “Cultura l’alternativa alla crisi per una nuova idea di progresso”. Vediamo però nei dettagli i dati che ci vengono forniti dallo studio che ormai da dieci anni, la Federazione nazionale che raggruppa Enti Locali, regioni, Aziende di Servizio Pubblico Locale e Nazionale e i soggetti pubblici e privati che gestiscono i servizi legati alla cultura, al turismo, allo sport e al tempo libero con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio e sostenerne la crescita, elabora, sulla base dei dati forniti dal MiBACT e da Istat. In Toscana abbiamo 550 tra musei monumenti e aree archeologiche, 150 dei quali concentrati a Firenze, seguita da Siena con 83 e Arezzo con 58 tra musei e similari, si parla quindi del 12 % del totale nazionale, 927 sono le biblioteche, 142 i teatri, 6.451 i beni archeologici e architettonici vincolati, in tutto 163 i comuni aderenti alla Res Tipica. Un patrimonio diffuso in maniera capillare, 1 museo ogni 42 km2 e ogni 6.800 abitanti. Pur essendo abbastanza elevata la percentuale dei musei che dipendono dallo Stato, cioè il 10%, il 43% dei musei sono di proprietà dei Comuni, e un 10% fa capo a Enti ecclesiastici o religiosi; tutto sommato una ripartizione che corrisponde a quelle che sono le tendenze del Paese. Sempre in linea con il trend nazionale sono le aperture dei musei, che in Toscana dopo il 1994 sono aumentate del 24,7% e dopo il 2.000 oltre del 35%. Un dato storico curioso vede la Toscana in assoluto primato, rispetto all’andamento italiano, per quello che riguarda l’apertura dei musei, prima del 1861, 4,9 è la percentuale toscana, rispetto a quella italiana di 2,9, per salire a 6,7 rispetto al 5,5 italiano dal 1861 al 1921. Nella Toscana dei musei e degli istituti culturali si tiene il passo con l’innovazione tecnologica e i suoi valori sono nella media e a volte anche superiori a quelli nazionali. Il 77,6% dei musei toscani ha un sito web, dato italiano 75,4%, il 71,4 ha un calendario online delle iniziative e degli eventi, 63% dato nazionale, il 14,9 ha il servizio di Wi-Fi gratuito, rispetto al 13,9 italiano, 10,5% è il dato toscano per la biglietteria on line, che in Italia scende all’8,5%. Ogni anno sono 23 milioni i visitatori, il 22% del totale nazionale e nonostante alcune importanti realtà di attrazione come gli Uffizi che da soli attirano quasi due milioni di visitatori, il 73% dei visitatori si concentra nei siti non statali, a conferma della grande capillarità delle reti territoriali di cui è composto il tessuto della nostra regione. Nel 2013 i siti statali hanno avuto 6.135.795 visitatori con un aumento del 11,3 rispetto al 2012, un incremento che riporta in alto il valore, dopo che nel 2009 i visitatori dei siti statali in Toscana era sceso a 5,2 milioni, dai quasi 6 milioni del 2007. Boom di visitatori per i Musei Civici Fiorentini che nel periodo 2012/2013 hanno aumentato gli ingressi del 66%, da 737 mila a oltre 1,2 milioni, una performance di assoluto primato in confronto con musei di altre città italiane molte contrassegnate dal segno meno, come Milano – 4,2%, Roma -5,8, Venezia -2,1. Un risultato con molta probabilità da attribuire agli investimenti che il Comune di Firenze ha destinato alla cultura, da 42 a 100 milioni di euro, il 12,4 % del proprio bilancio complessivo, con una spesa per abitante pari a 277 euro. Una politica in controtendenza, Milano ha destinato il 2,9% del suo bilancio per le spese culturali, Roma il 2,50, Torino il 3,84%. Effetti positivi per la città di Firenze che si ripercuotono sul comparto turistico, nel 2013 si sono superati 8,2 milioni di pernottamenti. Ma quanto spendono le famiglie italiane e quelle toscane per la cultura e il tempo libero ? I dati nazionali ci parlano di un calo del 3% rispetto allo scorso anno, con un incidenza del 7% sul totale della spesa, gli italiani hanno speso 66,6 miliardi, per una spesa familiare annua di 2.700 euro e mensile circa di 225 euro. L’incidenza della spesa culturale su quella totale nelle famiglie toscane è del 4,1 %, siamo su un valore medio nazionale e che accomuna molte realtà regionali su cui svetta la performance del Trentino Alto Adige con un 5,6. Nel 2013 in Italia la partecipazione alle attività culturali è diminuita in maniera drastica un po’ in tutti i settori con un picco negativo per il teatro -8%, e che in Toscana scende a – 15,6, anche per il cinema le cose non vanno bene, -5,6% il dato nazionale -9,3 % il dato toscano, aumento invece per i concerti di musica classica + 16,7% dato italiano, +10, 5 in Toscana, e per altri concerti di musica dato positivo in Toscana +3%, -6,3% in Italia. Diminuisce la lettura dei libri -6,3 % in Toscana e -6,2 % in Italia, cenerentola del comparto culturale. Per quello che riguarda le attività di spettacolo in Toscana, questi aumentano in quasi tutte le province, ma le performance che hanno un segno positivo sia per gli ingressi, le presenze e la spesa del pubblico si registrano solo a Pisa e a Livorno, quest’ultima con un volume d’affari del 24,6%, autentico record.