Il Novecento al femminile nei dipinti di Adriana Pincherle e Eloisa Pacini

Alberto Moravia, Elsa Morante, Onofrio Martinelli, Carlo Emilio Gadda Roberto  Longhi, Alessandro Bonsanti, Tommaso Landolfi, Gianna Manzini, Piero Bigongiari e i suoi autoritratti tra cui spicca quello in verticale per l’occasione approdato  a Palazzo del Pegaso sede del Consiglio regionale dalla collezione dei Ritratti della  Galleria degli Uffizi. La mano su un fianco leggermente abbassato, il grembiule bianco da lavoro tempestato dalle macchie di colore, l’altra mano che accoglie la tavolozza, i toni caldi del rosso e del rosa che illuminano la giovane e slanciata figura, Adriana Pincherle si ritrae così nel 1934.

A lei è dedicata la mostra “Adriana Pincherle. Colori d’artista” che sarà inaugurata domani alle ore 17.00 e che rimarrà allestita fino al 29 maggio e che fa parte un ampio progetto culturale dal titolo “ Pincherle and Pacini” Pittrici del Novecento a Firenze” presentato stamattina organizzato da Advancing Women Artists Foundation, Associazione Culturale il Palmerino, Gabinetto Vieusseux, Regione Toscana, Fondazione Giovanni Michelucci, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Consolato degli Stati Uniti e The Florentine Press e che prevede la mostra dedicata alle due pittrici “Arte e memoria. Adriana Pincherle ed Eloisa Pacini”  che sarà inaugurata giovedì a Villa Il Palmerino, un libro e una serie di conferenze. Due pittrici del Novecento, due figure vissute tra Firenze e Roma che tornano meritatamente all’attenzione del pubblico e della critica, le due mostre sono state curate da Lucia Mannini e Chiara Toti,  Adriana Pincherle vissuta a fianco di Onofrio Martinelli, pittrice dichiarata, anche nella tavolozza, decisa e corposa, Eloisa Pacini Michelucci moglie-ancella del celebre architetto ed erede della linea che da Giotto conduce a Masaccio che già in molti hanno potuto apprezzare nella mostra alla Fondazione Michelucci nel 2003.

Un progetto iniziato alcuni fa quando l’allora assessore alla cultura del Comune di Fiesole, Paolo Becattini, oggi al Gabinetto del Presidente del Consiglio della Regione Toscana, ebbe modo di proporlo e che oggi finalmente viene presentato al pubblico. “Un percorso biennale di valorizzazione delle donne pittrici del secolo scorso – ha detto Linda Falcone della Fondazione AWA, il precedente nel 2014 era stato dedicato ad Elisabeth Chaplin e Costa – un ambito poco conosciuto perché spesso ci si concentra sui pittori e di altri periodi, mentre è importante farlo ancora mentre è possibile raccogliere testimonianze vive.

Le mostre e il catalogo sono state un’occasione di ricerca e di restauro- tutti i ritratti donati al Gabinetto Vieusseux dalla Pincherle infatti sono stati restaurati – e il recupero della vita e del lavoro di queste due artiste”. “ E’ una sorta di gemellaggio tra un’artista più conosciuta e un’altra meno nota – ha detto la presidente dell’associazione Il Palmerino – intorno a queste donne ci sono storie, modi diversi di vedere il ‘900, è un modo per ricostruire la storia di quell’epoca che è vicina ma che rischiamo di dimenticare”.  “ Due grandi artiste del Novecento – ha detto Eugenio Giani presidente del Consiglio della Regione Toscana – in una Firenze che deve molto all’arte al femminile e valorizzare artiste di rilievo. Ringrazio il direttore della Galleria degli Uffizi per l’autoritratto che impreziosisce la mostra e mi auguro che questa diventi una prassi in modo che gli autoritratti possano essere visti anche nelle mostre temporanee.”

“ Adriana Pincherle era amica di Bonsanti – ha detto Gloria Manghetti – sin dagli anni ’60 e quando lui decise di dedicare una sezione al Novecento lei volle essergli vicina, quindici furono i ritratti di scrittori del Novecento  donati e posizionati nella sala consultazione secondo le sue indicazioni  e anche dopo la morte di Bonsanti continuò e donò tutto al Gabinetto Vieusseux,  questa è anche un’occasione per ricordarla a venti anni dalla sua scomparsa nel 1996”. “ La pittura di Adriana Pincherle fu onnivora e coerente – ha detto Lucia Mannini – una definizione di Ennio Flaiano nel ’40  che può valere per tutto il suo percorso, attingendo dalla pittura italiana, dai contemporanei Cagli e Mafai al francese Matisse, sempre però rimanendo coerente con se stessa”. “Sono sono temperamenti vivaci, – precisa Chiara Toti – Eloisa è una donna che ha un ruolo attivo, in particolare su Vamba , Il giornalino della domenica, poi nel ’25 incontra Giovani Michelucci,  dopo l’inaugurazione della Stazione S. Maria Novella  si chiuderà nella dimensione privata, lasciando spazio al pastello negli ultimi anni della sua produzione.”

 

 

 

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