Appena inaugurato a Firenze il Museo del Novecento, nell’antico complesso delle Leopoldine, in Piazza S. Maria Novella, offre un percorso ricco di opere d’arte che mettono l’accento su Firenze quale laboratorio internazionale per la nascita e l’affermarsi dei più importanti fermenti artistici. Le opere degli artisti fiorentini alla Biennale di Venezia 1988, Masi, Nannucci, Bagnoli, Salvadori dialogano in perfetta sintonia con il loggiato rinascimentale e introducono un percorso che dalla fine ‘900 ci porta indietro negli anni ’70. La Galleria Schema fondata nel 1972 da Alberto Moretti, Raul Dominguez e Roberto Cesaroni Venanzi è un punto di riferimento per l’arte concettuale e l’happening, tra il ’73 e il ’76 Maria Gloria Bicocchi fa nascere Art/Tapes/22 centro di produzione video all’avanguardia in Europa, accanto a un giovane Bill Viola transitano Boetti, Chia, Chiari, De Dominicis, Kunellis, Acconci, e molti altri. Nel ’74 Mariotti, Masi e Nannucci danno vita a Zona non profit art space dedicato alla produzione di progetti artistici attenti al territorio e che sviluppano una grande rete a livello internazionale. Nella sala al primo piano che ospita le opere concesse in comodato da artisti, collezionisti ed enti, la straordinaria produzione degli artisti verbo- visuali, Miccini, Pignotti, Ori, Perfetti, Marcucci, Isgrò e le contaminazioni tra arte e musica di Pietro Grossi, Giuseppe Chiari , Cardini, Sylvano Bussotti. Seguono le collezioni civiche con il grande nucleo della collezione Ragghianti e al suo progetto di realizzare a Firenze un Museo Internazionale di Arte Contemporanea, con i grandi nomi dell’arte del ‘900 come Accardi, Fontana, Vedova, Mirko Basaldella, Nigro, Corpora, per arrivare al Legato Alberto Magnelli che offre la visione di quindici opere dipinte tra il 1914 e il 1968 e donate dall’artista a Firenze che ebbe qui, negli ambienti legati a Lacerba e a La Voce, la sua formazione artistica. I più grandi artisti si sono confrontati con il mondo del teatro, una sala mette in mostra disegni, bozzetti, modelli di scena del Teatro del Maggio fiorentino del periodo 1933-1953. Il secondo piano ospita la preziosissima Collezione Alberto della Ragione, donata alla città di Firenze e che torna finalmente visibile al pubblico, un viaggio nell’arte dei grandi maestri del Novecento italiano, Birolli, Casorati, Guttuso, Guidi, Mafai, Marini, Campigli, Morandi, Donghi, Sironi, Carrà, Fillìa, Depero, Levi, con alcune piccole sezioni, Casorati e i sei di Torino, Les italiens de Paris, De Pisis, Parèsce, La collezione Palazzeschi, a rotazione saranno esposti dodici dipinti di De Pisis di grande suggestione. Infine il maestoso collage dei frontespizi delle riviste letterarie che fanno di Firenze la capitale della cultura: Lacerba, Il Leonardo, Il Bargello, Il Selvaggio, Solaria, Letteratura, Hermes, Il Regno, Letteratura, L’Italia Futurista, Prospettive, La Voce, Illustrazione Toscana, Pan, Nuova Antologia, Civiltà Moderna, Campo di Marte, La Vraie Italie, molte delle quali portano la firma dell’editore Vallecchi. I ritratti degli amici e i tondini di Ottone Rosai realizzati tra gli anni ’40 e i ’50, il recupero della tradizione figurativa difesa da Ugo Ojetti con le opere di Costetti, Tozzi, Oscar Ghiglia e Ardengo Soffici, la grande tela di Mario Oddone Cavaglieri, per approdare infine all’esperienza fiorentina del primo Futurismo con le composizioni giovanili di Primo Conti e di Baccio Maria Baccim, oltre a opere di Ferruccio Ferrazzi,Mario Nannini, Severo Pozzati. www.museonovecento.it