I capolavori del Simbolismo europeo in mostra a Palazzo Reale

Il 18 settembre del 1886 il poeta Jean Moréas pubblica su Le Figaro il manifesto programmatico del Simbolismo il solo capace di designare ragionevolmente la tendenza attuale dello spirito creatore in arte” dando il via ad una corrente artistica di carattere idealista che si oppone al naturalismo e all’impressionismo  e il cui principio ispiratore, sia nell’arte che nella letteratura sarà quello di “rivestire l’idea di una forma sensibile”, ristabilendo il primato di una vita interiore su quella oggettiva. Gli aspetti più profondi dell’esistenza vengono rappresentati attingendo a un repertorio che si basa sul sogno e l’allegoria, il mito e l’eros, misticismo ed esoterismo, un movimento che attraverserà tutti i principali paesi europei come Belgio, Gran Bretagna, Germania e Italia.

 Palazzo Reale a Milano, sulla scia di un programma che si focalizza sull’arte tra fine Ottocento e primi del Novecento e che già ha visto l’apertura di “Alfons Mucha e le atmosfere Art Noveau” ha appena inaugurato la grande mostra “ Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Epoque alla Grande Guerra”  a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Drauget. In tutto un centinaio di dipinti oltre a sculture e grafiche provenienti dai più importanti musei internazionali e da collezioni private e per la prima volta simbolisti italiani e stranieri saranno a confronto.

 Provenienti  dal Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles per la prima volta in Italia sono esposti alcuni capolavori del simbolismo europeo come “Carezze” (L’arte) ovvero la donna ghepardo di Fernand Khnopff e la testa di Orfeo galleggiante sull’acqua di Jean Delville, l’ “Eletto” di Ferdinand Hodler dall’Osthaus Museum di Hagen  e “Il silenzio della foresta “ di Arnold Böcklin dalla Galleria Nazionale di Poznam. In tutto ventiquattro sale nel piano nobile di Palazzo Reale dove ci sarà  anche l’imponente ciclo pittorico “Il poema della vita umana” di Aristide Sartorio realizzato per la Biennale del 1907 in cui venne allestita la Sala dell’Arte del Sogno e che rappresentò la consacrazione ufficiale del Simbolismo in Italia, affiancato dall’installazione sonora di Alberto Tadiello, non mancherà il capolavoro “Tritone e Nereide” di  Max Klinger di  Villa Romana a Firenze ,  importanti saggi nel  catalogo 24 Ore cultura mentre la mostra è stata anche l’occasione per il restauro di alcune opere, tra cui una decina provenienti da Ca’ Pesaro di Venezia, l’ “Autoritratto”  di Arnold Böcklin della Galleria degli Uffizi, le cornici de “L’Eroica” di Gaetano Previati e del polittico “Le Vergini Savie e Le Vergini Stolte “ di Giulio Aristide Sartorio.

 “Au-dessus des étangs, au-dessus des vallées, Des montagnes, des bois, des nuages, des mers,…” accompagnati dai versi de Les Fleurs du Mal di Charles Baudelaire  il visitatore passerà dalle visioni demoniache di Odillon Redon alle rappresentazioni dei miti di Gustave Moreau alla visione dell’amore di Giovanni Segantini fino alla magia della decorazione di Galileo Chini per scoprire nomi meno noti come Luigi Bonazza seguace italiano di Klimt, Leo Putz, Giorgio Kienerk e gli scultori Leonardo Bistolfi e Amleto Cataldi e concludersi con il ciclo decorativo di Zecchin alla vigilia della Grande Guerra. La mostra rimarrà aperta fino al 5 giugno, tutte le informazioni sul sito www.mostrasimbolismo.it

 Didascalia foto :Max Klinger Tritone e Nereide (Le Sirene),1895 ,Olio su tela, 101 x 188,Firenze, Villa Romana, in comodato alle Gallerie degli Uffizi Galleria d’Arte Moderna di Palazzo,Pitti © Mondadori Portfolio / AKG Images

 

 

 

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