“Ero accampato con i rifugiati da cinque giorni sul confine. Un gruppo di circa 200 persone è arrivato, posizionandosi sotto gli alberi lungo la linea di recinzione. Prima sono passate le donne e i bambini, poi i padri e gli uomini anziani. Devo essere stato con questo gruppo per circa cinque ore, giocando al gatto e il topo con la polizia per tutta la notte. Non ho utilizzato il flash perché altrimenti la polizia avrebbe potuto vedere quelle persone. Ho scattato la foto grazie al chiaro di luna”. Warren Richarsdon racconta così l’origine di “Hope for new life” la foto scattata il 28 agosto del 2015 a Roske in Ungheria, al confine con la Serbia scelta quale foto dell’anno nella categoria Spot News per il World Press Photo 2016, l’immagine che mostra un uomo che fa passare un bambino attraverso il filo spinato è l’emblema del dramma dell’immigrazione che sta vivendo il nostro pianeta.
Si apre domani al Museo di Roma in Trastevere la mostra dedicata a uno dei più importanti riconoscimenti nell’ambito del fotogiornalismo e che ogni anno, dal 1957, una giuria indipendente formata da esperti internazionali attribuisce sulla base delle domande che vengono inviate alla Fondazione di Amsterdam da fotogiornalisti da tutto il mondo. Per l’edizione 2016 del World Press Photo le foto inviate sono state 82.951, da 5.775 fotografi di 128 nazionalità diverse, i lavori sono stati divisi in otto categorie, e la giuria ha premiato 42 fotografi provenienti da ventuno paesi, dall’Australia agli Stati Uniti.
“Quando all’inizio abbiamo guardato questa foto – ha detto Francis Kohn – presidente della giuria e caporedattore di fotografia dell’agenzia Afp abbiamo subito capito che era un’immagine importante. Il suo potere stava nella sua semplicità, in particolare nel simbolismo del filo spinato. Rappresentava quasi tutto quello che si può esprimere visivamente rispetto a ciò che sta accadendo con i rifugiati. Penso che sia una foto classica, ma senza tempo”.
Nata nel 1955 la World Press Photo Foundation è un’istituzione internazionale indipendente per il fotogiornalismo senza scopo di lucro e il premio è sostenuto dalla Lotteria olandese dei Codici postali e sponsorizzato da Canon e Lottery. La mostra a Roma sarà aperta al pubblico fino al 29 maggio, catalogo a cura di 24Ore Cultura.