l 16 maggio alla Galleria di Arte della Città di Žilina in Slovacchia viene inaugurata la prima mostra dell’artista Giuseppe Chiari, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava e dell’Archivio Carlo Palli di Prato, con la collaborazione dell’Ambasciata d’Italia in Slovacchia, della predetta Galleria e dell’Archivio Chiari Firenze.
La mostra curata da Laura Monaldi e Milan Mazur, con il patrocinio del presidente della Regione di Žilina, Erika Jurinová, rimane aperta al pubblico fino al 30 giugno 2019 e si svolge nell’ambito del 12° festival italiano in Slovacchia “Dolce Vitaj” e dell’Accordo culturale tra l’Italia e la Slovacchia.
Durante l’inaugurazione la musicista Chiara Saccone, pianista specializzata nel repertorio contemporaneo, terrà una performance ispirata alla produzione di Giuseppe Chiari. Nata a Firenze, nella stessa città di Giuseppe Chiari, durante la sua carriera Saccone ha avuto la possibilità di incontrare e lavorare con compositori quali Helmut Lachenmann, Beat Furrer, Simon Steen Andersen, Frederic Rzewski, Vinko Globokar, Wolfgang Rihm, Sofia Gubaidulina, Jennifer Walshe e Francesco Filidei. Da anni ha sviluppato una personale ricerca sull’artista Chiari che è sfociata in varie performance legate alla sua produzione, tenute in musei e gallerie.
Giuseppe Chiari (Firenze 1926-2007) è stato un compositore, performer e artista concettuale, accanto agli studi universitari in matematica e ingegneria, iniziò a dedicarsi alla musica, studiando pianoforte e composizione, con una forte attrazione verso il jazz. Fondamentali per la sua formazione furono i confronti con le ricerche del Gruppo 70 e con il movimento internazionale Fluxus, al quale l’artista aderì partecipando, nel 1962, al Fluxus internationale Festspiele neuester Musik di Wiesbaden. Durante tutta la sua vita sostenne la necessità di scambio tra musica, linguaggio, azione e immagine. Giuseppe Chiari è stato protagonista di un’espressione creativa, con molte sfaccettature che si intreccia con quella di vari intellettuali, tra cui John Cage. Nel suo percorso fatto di improvvisazione, gestualità ed happening, ritroviamo anche musicisti come Sylvano Bussotti, Giancarlo Cardini, Steve Lacy, Frederic Rzewski e altri. Questa meraviglioso modo di creare lo ha portato a presentare le proprie idee e lavori nell’ambito delle più significative rassegne internazionali, dalla Biennale di Venezia (1972, 1976, 1978, 1984) a quella di Sidney (1990). I più autorevoli critici italiani ed internazionali si sono occupati di lui, fra questi Gillo Dorfles, che ha sempre dimostrato grande stima verso l’artista. Le sue opere sono conservate anche al MoMA di New York e al Museo Cantonale d’Arte di Lugano. Alcune delle 45 opere esposte, prima di Žilina, sono già state visibili in sedi importanti, tra cui il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, il Museo del Novecento di Firenze, il Museo de Arte Moderno de Buenos Aires, il Milwaukee Art Museum ed il Kaohsiung Museum of Fine Arts di Taiwan, in occasione della grande mostra svoltasi per il 50° anniversario della nascita del movimento Fluxus. Tra i materiali fotografici presentati ci sono anche una curiosa immagine che ritrae Chiari mentre gioca a biliardo con un Jannis Kounellis, uno dei massimi esponenti dell’Arte povera, ed in altre mentre interagisce con Nam June Paik, pioniere della video arte.