Espressione di una devozione popolare ma anche punti di riferimento per orientarsi nella viabilità cittadina, posti agli incroci viari, nelle piazze, sulle mura delle abitazioni. E’ dal XIII secolo in poi che fanno la loro apparizione in città, sull’onda della lotta alle eresie, in particolare a quella catara che vide l’affermarsi dell’iconografia della Madonna col Bambino ma la loro costruzione fu stimolata anche con l’arrivo della peste, usati come altari esterni per le funzioni e per implorare l’intercessione dei santi protettori. Firenze è la città dei tabernacoli per eccellenza, solo nella cerchia muraria ve ne sono quasi mille, un patrimonio unico al mondo che rischierebbe di disperdersi, troppo onerose le spese da sostenere per i restauri per il singolo cittadino, senza contare che nella legislazione attuale ci sarebbe un vero e proprio buco nero, nel nuovo Codice dei Beni del Paesaggio infatti non tutti sarebbero sottoposti a tutela.
Ed è grazie alla Fondazione Friends of Florence e al Comitato per il restauro e il decoro dei tabernacoli degli Amici dei Musei Fiorentini che due di questi gioielli sono stati restaurati e restituiti alla città, altri due tabernacoli sempre nello stesso quartiere erano già stati restaurati in precedenza. Si tratta del tabernacolo posto in piazza del Carmine all’angolo con piazza Piattellina raffigurante la “Madonna col Bambino, Santi e Donatori” del Maestro di San Martino a Mensola e pittore ghirlandaiesco della seconda metà dei sec. XIV e XV restaurato da Bartolomeo Ciccone e del tabernacolo in Piazza Piattellina all’angolo con Piazza del Carmine rappresentato da una edicola in pietra serena, restaurata da Giuseppe Bartoli, contente un dipinto su tavola raffigurante “ Madonna col Bambino e San Giovannino” di pittore fiorentino del XVI secolo che, secondo quanto affermato da Daniele Rapino, potrebbe essere identificato in Michele Tosini, che lavorava nella bottega di Ridolfo del Ghirlandaio, restauro a cura dell’Atelier, Beatrice Borgognoni, Lucia Cioppi, Angela Matteuzzi. Stamattina la conferenza stampa di presentazione dell’intervento alla quale erano presenti Eugenio Giani in qualità di presidente degli Amici dei Musei Fiorentini, la prof.ssa Oretta Sabbatini che all’interno dell’associazione è presidente del Comitato per il decoro e il restauro dei tabernacoli.
Simonetta Brandolini d’Adda presidente della fondazione Friends of Florence, Daniele Rapino della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e province di Pistoia e Prato, Marzia Cantini dell’Ufficio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio del Comune di Firenze e Hosea Scelza per la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. “Per gli Amici dei Musei – ha detto Eugenio Giani – è un momento molto importante in cui viene restituita alla città una testimonianza significativa, sono molto onorato che Friends of Florence abbia preso in considerazione questa iniziativa considerando le numerose richieste che hanno”. “ L’alluvione ha dimostrato la fragilità di questi tabernacoli – ha sottolineato la prof.ssa Sabbatini dopo aver tracciato un excursus storico sui tabernacolo a Firenze – da qui l’idea di un gruppo di persone, il Cardinal Piovanelli, Ennio Guarnieri, Antonio Paolucci e Raffaello Torricelli, che misero in piedi un gruppo di lavoro per i tabernacoli, è così che nacque il Comitato con lo scopo di dialogare le istituzioni cittadine che avevano a che fare con Sovrintendenza, Comune, Opificio e Diocesi di Firenze”. “ Da anni la nostra fondazione è impegnata nella salvaguardia di queste opere perché siamo convinti che l’identità della città sia preservata anche salvando esempi di public art – ha detto Simonetta Brandolini d’Add-, ossia arte pubblica, fruibile da tutti poiché non conservata in un museo. Con questi sono ormai quattro i tabernacoli restaurati grazie all’impegno del nostro Florence Chapter: colgo così l’occasione per ringraziare a nome di tutta la Fondazione Alison Gilligan , Kate Collins Manetti Co-Chairmen e Diana Richman Honorary Co-Chiairmen”. La cerimonia di restituzione alla città di Firenze si è conclusa con la benedizione dei due tabernacoli.