Ultimo appuntamento al Museo Marino Marini di Firenze per il ciclo “Contemporary Art Hates You”, una serie di incontri che, prendendo spunto dalla famosa frase del regista e provocatore John Waters, ha visto alcuni protagonisti dell’arte contemporanea a discutere intorno a uno dei temi più attuali del momento: quale, come e perché arte contemporanea in Italia. Dopo Anelo Cespi con Stefano Monti, Francesco Bonami con Sergio Risaliti, giovedì 28 settembre, alle ore 19.00, sarà la volta di Ludovico Pratesi, critico d’arte e curatore, direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro,che converserà con Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, a partire dai temi trattati nel suo libro Perché l’Italia non ama più l’arte contemporanea. Mostre, musei, artisti, recentemente pubblicato da Castelvecchi, introdotto da un’intervista con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
Alla fine dell’Ottocento l’Italia, unita da poco più di vent’anni, lanciò la prima Biennale d’arte contemporanea a Venezia, diventata la più importante del mondo. Un gesto coraggioso che non ebbe seguito: all’alba del XXI secolo, il nostro Paese non possiede un grande museo degno di competere con la Tate Modern, il Moma o il Pompidou; non è riuscito a sostenere la carriera dei migliori artisti italiani delle ultime generazioni, e sembra riconoscere fama e prestigio solo all’arte del passato. Come mai l’Italia odia l’arte contemporanea? È a causa del peso del nostro patrimonio artistico o ci sono altre ragioni? Perché non sappiamo promuovere i nostri giovani talenti sulla scena internazionale? Come mai non abbiamo una grande collezione nazionale dedicata all’arte di oggi? Partendo da queste domande, il libro di Pratesi suggerisce alcune direzioni per individuare, in Italia, un nuovo rapporto con l’arte del nostro tempo.
Ludovico Pratesi (Roma, 1961). Critico d’arte e curatore, collabora con «la Repubblica» dal 1985. È direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro e della Fondazione Guastalla, professore all’Accademia di Belle Arti di Urbino e direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Con Castelvecchi ha pubblicato L’arte di collezionare arte contemporanea (2009), New Italian Art (2011) e Arte come identità (con S. Ciglia e C. Pirozzi, 2015).
Fino a domenica 1 ottobre, sarà possibile visitare la mostra Ytalia Energia Pensiero Bellezza. Tutto è connesso, a cura di Sergio Risaliti, che vede al Museo Marino Marini le opere di Mimmo Paladino e Nunzio. Paladino, in particolare, ha realizzato appositamente per la Cappella Rucellai, in collaborazione con la stilista Alberta Ferretti, i paramenti sacri, omaggio a Leon Battista Alberti.