Secondo appuntamento, allo Spazio A di lungano Benvenuto Cellini 13a, per il nuovo ciclo ‘Contaminazioni’, che intende continuare e approfondire la riflessione su Firenze, sulla sua tradizione e sul suo futuro, all’interno di un mondo sempre più ‘connesso’ e globale. Venerdì 16 ottobre, alle ore 17.30, a parlare delle ‘contaminazioni’ fra le varie arti e tendenze presenti in città, ma anche fra l’ineludibile retaggio del passato e l’immaginazione di ciò che verrà, o potrebbe venire, ci sarà l’architetto Adolfo Natalini. Durante l’incontro, intitolato “Dimenticare il moderno”, Natalini parlerà di come i suoi progetti per i grandi musei degli Uffizi e dell’Opera del Duomo, lo abbiano obbligato a confrontarsi con le straordinarie fabbriche della storia.
Adolfo Natalini è nato a Pistoia nel 1941. Dopo un’esperienza pittorica, che si rifletterà nel suo costante uso del disegno, si laurea in architettura a Firenze nel 1966 e fonda il Superstudio (con Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Roberto e Alessandro Magris, con Alessandro Poli tra il 1970 e il 1972) iniziatore della cosiddetta “architettura radicale”, una delle avanguardie più significative degli anni ’60 e ‘70.
I progetti del Superstudio (1966-86) sono apparsi in pubblicazioni e mostre in tutto il mondo e sue opere fanno ora parte delle collezioni di musei come il Museum of Modern Art New York, Israel Museum Jerusalem, Deutsches Architekturtmuseum Frankfurt am Main, Centre Pompidou Paris. Tra le pubblicazioni: “Superstudio 1966-82 – Storie Figure Architettura”, (Electa Firenze 1982), “Superstudio & Radicals”, (Japan Interior Inc. Tokyo 1982), “Superstudio Life without objects” (Skira Milano 2003). Dal 1979 Adolfo Natalini ha iniziato una sua attività autonoma e si è concentrato sul progetto per i centri storici in Italia e in Europa, ricercando le tracce che il tempo lascia sugli oggetti e sui luoghi e proponendo una riconciliazione tra memoria collettiva e memoria privata.
Tre le sue opere: i progetti per il Römerberg a Francoforte e per il Muro del Pianto a Gerusalemme, la banca di Alzate Brianza, il Centro Elettrocontabile di Zola Predosa, la casa in Saalgasse a Francoforte, il Teatro della Compagnia a Firenze. Tra le pubblicazioni: “Figure di pietra” (Electa 1984), “Adolfo Natalini – Architetture raccontate” (Electa 1989), “Il Teatro della Compagnia” (Anfione Zeto 1989).
Professore ordinario presso la facoltà di Architettura di Firenze, membro onorario del BDA (Bund Deutscher Architekten) e del FAIA (Honorary Fellow American Institute of Architects), accademico dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e dell’Accademia di San Luca. Nel 1991 inizia l’attività dei Natalini Architetti (studio di architettura al Salviatino, Firenze) con Fabrizio Natalini (omonimo ma non parente). Tra le loro opere: la ricostruzione della Waagstraat a Groningen, il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure a Firenze, la Dorotheenhof sulla Manetstrasse a Lipsia, la Muzenplein a l’Aja, il Centro Commerciale di Campi Bisenzio, il Polo Universitario a Novoli, Firenze, Boscotondo a Helmond, il Polo Universitario a Porta Tufi a Siena, Het Eiland a Zwolle, Haverlej a Den Bosch, il Museo dell’Opera del Duomo e il progetto per i Nuovo Uffizi a Firenze.