Capolavoro del museo inglese raramente concesso in prestito, per la prima volta esposto in Italia: resterà in Galleria fino al 24 gennaio
Volti spaventati, preoccupati, meravigliati, incuriositi, appena rischiarati nelle loro diverse espressioni dalla luce della lanterna e dal flebile chiarore della luna. Sono i protagonisti del celebre dipinto settecentesco Esperimento su di un uccello inserito in una pompa pneumatica, eseguito nel 1768 dal pittore inglese Joseph Wright of Derby: capolavoro indiscusso della National Gallery di Londra, sbarca per la prima volta in Italia, alla Galleria degli Uffizi di Firenze, dove, esposto da oggi al secondo piano del museo (nella sala 38, tra la stanza che custodisce i dipinti di Leonardo da Vinci e quella di Michelangelo e Raffaello) vi resterà fino al 24 gennaio 2021 nell’esposizione “Arte e Scienza”, curata da Alessandra Griffo.
Proprio le reazioni umane nei confronti della ricerca scientifica sono il tema portante di quest’opera, che per l’occasione diventa anche simbolo dei legami culturali tra Londra e Firenze nel segno della storia, dell’arte e della natura.
Nel 1768, data a cui risale il dipinto di Wright of Derby, le sperimentazioni sul vuoto d’aria tramite pompa pneumatica messa a punto da Robert Boyle, chimico irlandese vissuto nel secolo precedente, non costituivano più una novità scientifica. Erano però ampiamente proposte con fini divulgativi e didattici nelle sedi più disparate; e lo stesso accadeva nello stesso periodo anche a Firenze. A partire dagli anni Settanta del Settecento, prima a Palazzo Pitti per i propri figli, poi anche per un pubblico più ampio nel neonato Museo di Fisica e Storia Naturale allestito a La Specola, il granduca Pietro Leopoldo di Lorena commissionava analoghi esprimenti e laboratori dimostrativi che introducevano alla conoscenza delle principali leggi chimico-fisiche allora note. Le strumentazioni utilizzate dall’istituto, simili a quella riprodotta nel quadro londinese, sono in seguito confluite nel Museo Galileo di Firenze, dove sono custodite tuttora.
L’Esperimento di Wright of Derby raffigura una riunione in una casa di campagna inglese: il pubblico è composito – non si tratta di addetti ai lavori – e proprio questo campionario di tipi umani diversi permette all’artista di raffigurare le espressioni con teatralità: a rafforzare questo effetto sono anche i forti contrasti di luce ed ombra, e l’abbigliamento da illusionista dell’uomo al centro: è lui che, girando la chiavetta ed eliminando l’aria dalla campana, può decretare la morte del volatile. La stessa scelta del pappagallino bianco (al posto del consueto canarino) rende ancora più drammatico il contrasto tra il candore delle piume e l’oscurità intorno.
Tra gli spettatori meravigliati, nel caso dell’Esperimento, deve essere incluso anche chi osserva il quadro; le dimensioni dei personaggi, della strumentazione e degli stessi spazi, prossime alla scala 1:1, creano infatti la finzione di una stanza nella stanza, con un effetto realistico potenziato dalla qualità pittorica nitida, minuziosa, dettagliatissima.
Nella mostra sono poste in dialogo con la grande tela altre opere che illustrano la pratica dello studio a lume di candela, la concentrazione notturna sul lavoro di concetto, come il San Girolamo con due angeli di Bartolomeo Cavarozzi (1617), e il disegno di Enea Vico, L’Accademia di Baccio Bandinelli (1560). Completa l’esposizione l’ottocentesco Orologio da mensola in forma di gabbietta, oggetto prezioso in prestito dagli Appartamenti Imperiali e Reali di Palazzo Pitti, la cui forma evoca direttamente l’uccelliera da cui è stata estratta la colomba protagonista, suo malgrado, dell’esperimento raccontato da Wright of Derby nel suo quadro.
Commenta il ministro ai Media e la Cultura del Regno Unito John Wittingdale: “L’Italia e l’Inghilterra condividono una storia illustre di ispiratori del progresso globale nei campi dell’arte e della scienza; una tradizione, questa, che è stata mantenuta attraverso i secoli e prosegue saldamente ancora oggi. Questa mostra agli Uffizi celebra la nostra dedizione nel costruire legami forti e duraturi tra le nostre due nazioni attraverso lo scambio culturale”.
Aggiunge il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Il dipinto di Wright of Derby conferisce una qualità monumentale alle reazioni umane davanti a un esperimento scientifico: narra le emozioni e descrive i personaggi come in un quadro di storia – il genere più nobile in pittura, fino a quel momento. La scena ci cala con straordinaria immediatezza nello spirito Illuminista che anche a Firenze viveva una gloriosa stagione: fu proprio in questo periodo, nel 1769, che il Granduca Pietro Leopoldo decise di aprire gli Uffizi al pubblico, per istruirlo; tuttavia in quegli anni il più visitato della città era il museo di scienze naturali della Specola. Nel Settecento, la Scienza dominava anche in riva all’Arno”.
Spiega la curatrice dell’esposizione Alessandra Griffo: “Oltre a costituire un caposaldo della pittura inglese del Settecento, l’Esperimento su di un uccello inserito in una pompa pneumatica, eseguito nel 1768 da Joseph Wright of Derby, si impone oggi all’attenzione del pubblico, in quest’epoca segnata dal Covid-19, anche con imprevisti accenti di attualità. Le nostre reazioni nei confronti della ricerca scientifica – indifferenza, consapevolezza, riflessione, curiosità o timore – sono infatti uno dei temi di quest’opera che tuttavia propone, come accade per le grandi opere, numerosi livelli di lettura. Alcuni sono stati suggeriti in mostra associando al dipinto londinese altre cinque opere delle Gallerie degli Uffizi. Da un lato viene tratteggiato il tema squisitamente artistico dei dipinti a lume di notte, dall’altro viene sollecitata la riflessione sull’argomento sensibile del rispetto per la dignità degli animali”.
JOSEPH WRIGHT OF DERBY: CENNI BIOGRAFICI
Joseph Wright, detto “of Derby” dal nome della città inglese dove nacque nel 1734 e morì nel 1797, si formò a Londra come ritrattista, divenendo uno dei massimi esponenti di questo genere particolarmente apprezzato nel mondo anglosassone. Oltre ai ritratti, cui si dedicò lungo tutto l’arco della sua carriera, a partire dalla metà degli anni Sessanta si datano inoltre una serie di opere caratterizzate da ricercati effetti luministici che richiamano la tradizione seicentesca, caravaggesca, e la pittura olandese. L’artista raffigura soggetti comuni, scene di genere e accademie artistiche a lume di candela, o viceversa – come nel caso dell’Esperimento qui esposto, risalente al 1768 – le novità scientifiche e tecnologiche che documentano il diffuso sentire della società illuminista, già avviata sulla strada della rivoluzione industriale. Del 1774 -1775 è un viaggio in Italia che gli ispirò vedute e paesaggi, di nuovo connotati da scenografici contrasti di luce: l’eruzione del Vesuvio, spettacoli pirotecnici nei cieli di Roma, gli interni di orride grotte e caverne. Realizzati anche dopo il ritorno in patria, insieme a soggetti che illustrano brani letterari di tono accentuatamente patetico, questi dipinti aprono alla cultura preromantica del Sublime.