“Il tempo rappresenta una misura, una realtà, un dato di fatto all’interno del quale va ad insinuarsi un significato esistenziale, sociologico e politico. Viviamo perciò immersi in una dimensione cronologica, mai statica, che trasforma il trascorrere del tempo in una sorta di grande contenitore dove conservare i ricordi e le esperienze”. Con queste parole il critico Gino Pisapia ci introduce all’Antologia scelta delle opere di Arte Moderna e Contemporanea che Tornabuoni Arte, grande realtà internazionale con sede a Firenze in Lungarno Benvenuto Cellini , ha messo a punto per il 2018.
E’ infatti grazie alla grande passione e alla dedizione del suo fondatore, Roberto Casamonti, che Tornabuoni Arte nel corso tempo è riuscita a dar vita a un circuito espositivo e culturale di valenza internazionale con il coinvolgimento di istituzioni pubbliche e private ed il rapporto consolidato con il mondo della critica e del collezionismo. Quest’anno un traguardo importante, questo è infatti il trentesimo anno per l’Antologia di opere scelte, la curatissima pubblicazione che accompagna le opere esposte in mostra, a Firenze inaugurata oggi e nella sede di Milano da venerdì 1 dicembre e che approfondisce il grande lavoro che si cela nella realizzazione di una collezione di questa natura, unica nel suo genere. Per la prima volta il catalogo è stato suddiviso in tre categorie: Artisti Italiani, Artisti Internazionali e Proposte Contemporanee , un modo per agevolare la consultazione e per illuminare il complesso lavoro che sottende e al tempo in grado di orientare e suggerire le infinite traiettorie dell’arte.
Straordinariamente ricca per qualità e quantità di opere, l’esposizione fiorentina in Lungarno Cellini si apre al piano di sopra della galleria con alcuni pezzi storici di Arte Moderna internazionale tra cui “Il ritratto della signorina Concha de Ossa” datato 1888 di Giovanni Boldini recentemente esposto al Complesso del Vittoriano di Roma nella grande mostra dedicata all’artista, di lato “Cassandra o Donna n.1” di Enrico Prampolini del 1944, mentre nella parete in sequenza tre grandi maestri dell’arte italiana, Giorgio De Chirico, al quale la galleria di Londra aveva dedicato una mostra lo scorso ottobre, Marino Marini e Giacomo Balla con “Paesaggio Astratto” del 1918, tra i grandi toscani, Ottone Rosai, Ardengo Soffici e di Lorenzo Viani “Vagero”, un olio su cartone del 1918-19 di grande impatto cromatico.
Tra i capolavori di arte moderna in catalogo un rarissimo “Impressioni di paesaggio” di Umberto Boccioni del 1908 legato ancora alla pittura accademica ottocentesca. Superbo l’allestimento al piano terra con la parete principale dedicata a Piero Dorazio con il grande “Estatico” olio su tela 150X200 del 1982 mentre ai lati “Senza titolo” del 1956 e “ Red composition” del 1959, opera scelta come copertina del catalogo 2018. Dominano la scena le due grandi sculture dell’artista inglese Tony Cragg, in particolare “Eroded landscape” ( 1988), la grandiosa scultura costruita secondo un delicato equilibrio di oggetti di uso quotidiano di vetro sabbiato, bicchieri, bottiglie e vasi che seguono un percorso verticale nello spazio evocando atmosfere di paesaggi avvolti nella nebbia.
Alle pareti i capolavori di Lucio Fontana, ben cinque in catalogo gli esemplari dei “Concetti spaziali”, insieme alle opere di Burri e una rara “Superficie alluminio” che Enrico Castellani realizzò nel 1972. Monumentale l’opera di Paolo Scheggi artista del quale Tornabuoni arte ha realizzato il catalogo generale e non mancano opere di altri artisti ai quali sono state dedicate importanti mostre come Alighiero Boetti, in occasione dell’ultima Biennale di Venezia ed Emilio Isgrò. Sempre restando in Italia, ben rappresentata la scuola di Piazza del Popolo, oggi riscoperta dalle aste internazionali, con opere di Mambor, Schifano, Festa e Pascali, l’arte Povera con Merz, Zorio, e Calzolari e la Transavanguardia di Paladino, Sandro Chia e De Maria. Tra i grandi nomi internazionali che hanno segnato la storia dell’arte del Novecento, troviamo in catalogo Marc Chagal, Joan Mirò, Jean Dubuffet, ma anche Louise Nevelson, Victor Vaserely, Antoni Tàpies, Andy Warhol, Richard Long fino ad arrivare alle proposte più recenti di Vanessa Beecroft, allo scultore Armeno Mikayel Ohanjanyan e i dipinti della norvegese Anne-Karin Furunes.