Il 30 ottobre del 1935 a Firenze venivano inaugurate in contemporanea due nuove opere di edilizia pubblica destinate a lasciare il segno nel tessuto urbanistico della città, da una parte la Stazione di Santa Maria Novella capolavoro del razionalismo italiano, dall’altro la Biblioteca Nazionale espressione di uno stile eclettico neoclassico, architetture che parlavano alla gente con linguaggi completamente diversi e distonici. “L’anima della Firenze bipolare – come nota Riccardo Bruscagli – il contrasto tra il nuovo e l’antico, altro non sono che la faccia deteriore di quella mancanza di armonizzazione degli opposti che tanto ha prodotto, con valore universale, in termini culturali e artistici”. E’ su questa tematica “bipolare” che sarà centrato quest’anno il ciclo di incontri promosso dalla casa editrice Forma allo Spazio A, in Lungarno Cellini, nell’ex sede della Galleria Tornabuoni, dal titolo “Contaminazioni”. Stamattina la conferenza stampa con la partecipazione di Laura Andreini, Riccardo Bruscagli, Marco Casamonti e Roberto Boschi di Ifigest . Uno spazio dedicato all’incontro con discipline diverse, architettura, arte, design, fotografia, ma anche letteratura e arti in generale. E’ qui che hanno avuto luogo e che proseguiranno, fino alla fine dell’anno, anche le conferenze dedicate a Firenze Capitale in occasione dell’anniversario dei 150 anni per esplorare come questo evento abbia trasformato la città chiusa nelle sue mura medievali in una capitale europea come Vienna o Parigi, inoculandole il virus della contemporaneità e trasformandola in un luogo da sempre sospeso tra il passato da tutelare e il futuro da immaginare. “Questo spazio – ha detto Riccardo Bruscagli – si è posto come un incrocio tra un caffè del ‘700, un salotto dell’800 e un’Accademia cinquecentesca, voleva essere uno spazio intimo ed eclettico che si aprisse alle sollecitazioni e nel corso dell’anno questo eclettismo si è riversato nel programma di Firenze Capitale, con serate belle ed estrose facendosi scoprire la realtà di Firenze, messa a fuoco. Questa città poteva rimanere una città d’arte, è diventata una Capitale e non ha mai perso la sua ambizione di futuro. E’ nata l’idea per un nuovo ciclo che sarà presentato il 31 ottobre in occasione dell’evento “1935 Firenze bipolare. La Stazione e la Biblioteca”. Firenze quale laboratorio che riflette la sua inquietudine sul futuro, un fatto questo di cui spesso i fiorentini non hanno coscienza”. “ Gli architetti hanno una grande responsabilità – ha proseguito Marco Casamonti – soprattutto adesso che è in atto una grande trasformazione, ed edifici esistenti avranno una nuova vita, esiste una responsabilità culturale anche verso il pubblico. La città non ha capito che l’arte è sempre contemporanea, citando Maurizio Nannucci, dobbiamo avere la consapevolezza di sapere cosa è la contemporaneità. Davanti a una città che si trasforma non si può pensare alle polemiche ma avviare un dibattito consapevole, affrontare il nuovo con il moderno e non vivere nel passato, senza arrivare allo scontro.” “Abbiamo aderito con grande piacere a questa iniziativa – ha detto Roberto Boschi di Ifigest, la banca fiorentina specializzata in gestione di patrimoni che sponsorizza Contaminazioni, oltre ad AC Fiorentina – e sosteniamo la cultura di cui l’Italia è un grande giacimento. Come banca lavoriamo con le eccellenze e Firenze ha mantenuto una bella vocazione nel polo del lusso. Questa iniziativa riporta l’attenzione al cenacolo culturale e come banca siamo felici di essere accanto a questa realtà e di dare il nostro supporto anche di idee, abbiamo suggerito un ciclo dedicato alla fotografia”. Già venerdì 2 ottobre alle 18.00 un’anteprima sulla tematica “bipolare” che sarà il fil rouge di Contaminazioni, l’architetto Mario Botta parlerà dei rapporti fra l’antico e il moderno nella sua opera in “Antico e nuovo nella città europea”, a lui farà seguito il 16 ottobre Adolfo Natalini che illustrerà il suo lavoro nel nuovo Museo dell’Opera del Duomo che verrà inaugurato il 29 ottobre, il 23 ottobre Cristina Acidini, Sergio Risaliti e Serge Domingie in un dialogo per indagare la contemporaneità e l’antico, venerdì 20 novembre ospite l’architetto e designer Michele De Lucchi. Gli incontri tutti sono a ingresso libero, in Lungarno Cellini 13A, ma occorre presentarsi alle 17,30 per registrarsi. www.spazioafirenze.it