L’esposizione dei due capolavori della collezione Peter e Kathleen Silverman, il busto in terracotta di San Lorenzo realizzato da Donatello e la formella in terracotta di Andrea del Verrocchio raffigurante la “Decollazione di San Giovanni Battista”, lavoro al quale avrebbe lavorato Leonardo da Vinci è un evento straordinario per il filo rosso che le lega alle opere conservate. Se la formella infatti è stata collocata proprio di fronte al maestoso Altare in argento nella Sala del Tesoro autentica Sancta sanctorum del Museo offrendo così la possibilità di un raffronto, la formella nell’altare sarebbe il dodicesimo pannello posizionato lateralmente, per la scultura di Donatello si è scelto di collocarla nella Sala delle Cantorie, privilegiando la datazione, intorno agli anni 30 del 1400, a cui risalgono le logge destinate a organi e cantori.
Un evento importante per il Museo che tra qualche giorno, per l’esattezza il 29 ottobre compirà un anno di vita, “Un museo che – come ha sottolineato il presidente dell’Opera del Duomo Franco Lucchesi – è ormai un punto di riferimento vivo per la riscoperta del Rinascimento fiorentino in grado di documentare la storia dell’evoluzione del Rinascimento nella scultura, un anno positivo per la sua riconoscibilità.” Altre importanti notizie sono state annunciate nel corso della conferenza stampa come la ricollocazione delle statue che furono acquistate nel gennaio di quest’anno durante la Biennale Internazionale di antiquariato dalla Galleria Mehringer Benappi che avverrà a novembre.
Si tratta della scultura in marmo di Arnolfo di Cambio che rappresenta un Apostolo che verrà ricollocata sulla costruzione a grandezza naturale dell’antica facciata dell’opera del Duomo di Firenze nella antica posizione in cui si trovava, mentre le altre due statue, i due angeli reggi drappo di Tino di Camaino provenienti dalla tomba del Vescovo Antonio d’Orso, realizzati intorno al 1321 per la controfacciata del Duomo, saranno collocati nella Sala delle Navate, il primo dei quattro ambienti dedicati agli arredi interni al Duomo, insieme a dipinti e frammenti di affresco è qui che viene conservato quello che resta del monumento trecentesco a Piero Farnese. Ma non è tutto. In occasione della prossima mostra a Palazzo Strozzi, dal 10 marzo al 23 “Bill Viola e Firenze” , il Museo dell’Opera del Duomo ospiterà due opere del grande maestro della videoarte e precisamente nella Sala della Pietà e nella Sala della Maddalena confermando così la sua vocazione a luogo e motore di stimolo anche per le creazioni contemporanee, mentre la sala all’ingresso del Museo ospiterà delle mostre. “Sono appena tornato dalla Cina – dice Franco Lucchesi – e porteremo qui le opere di undici artisti, il tema si ricollega al senso del Museo e di quanto l’arte antica ancora possa influenzare l’arte contemporanea.