Chiusura da record per la mostra KLIMT. La Secessione e l’Italia che, con un pubblico di 235.050 visitatori, si conferma come uno dei maggiori eventi espositivi degli ultimi anni a Roma.
I suoi capolavori – prestati eccezionalmente dal Belvedere di Vienna, dalla Klimt Foundation e da collezioni pubbliche e private come la Neue Galerie Graz – hanno permesso di ripercorrere le tappe dell’intera parabola artistica di Gustav Klimt.
La mostra ne ha sottolineato il ruolo di cofondatore della Secessione viennese e – per la prima volta – ha indagato sul suo rapporto con l’Italia, narrando dei suoi viaggi e dei suoi successi espositivi. Klimt e gli artisti della sua cerchia sono stati rappresentati da oltre 200 opere tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture. La mostra ha proposto al pubblico opere iconiche di Klimt come la famosissima Giuditta I (1901), Signora in bianco (1917-18), Amiche I (Le Sorelle) (1907) e Amalie Zuckerkandl (1917-18). Sono stati anche concessi prestiti del tutto eccezionali, come La sposa (1917-18), che per la prima volta lascia la Klimt Foundation, e Ritratto di Signora (1916-17), trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato nel 2019.
Klimt. La Secessione e l’Italia è stata una mostra promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta da Arthemisia che ne ha curato anche l’organizzazione con Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con il Belvedere e in cooperazione con la Klimt Foundation, e curata da Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna.
La mostra ha visto come main sponsor Acea, special partner Julius Meinl e Ricola, partner Catellani & Smith, radio partner Dimensione Suono Soft ed è stata consigliata da Sky Arte.