L’asta di Dipinti e Sculture del XIX e XX secolo, che si terrà il prossimo 22 maggio a Palazzo Crivelli, con esposizione dal 17 al 19 maggio, esprime al meglio la sempre più attenta focalizzazione del dipartimento sul mercato e sul collezionismo.
“In catalogo opere di grande qualità, selezionate con l’intento di individuare indirizzi stilistici e storici in linea con il gusto dei collezionisti, dal neofita all’esperto” commenta Matteo Gardonio, nuovo direttore del dipartimento. Capolavoro internazionale e top lot dell’asta è “Il manto giallo rosso” di Federico Zandomeneghi, magnifico olio su tela che dopo prestigiosi passaggi di mano, dalla collezione parigina di Durand-Ruel (archivio fot. n. 5226), passando per quella di Angelo Sommaruga – sempre a Parigi – giunse a Milano, inizialmente nella raccolta Carini e successivamente nella collezione Sperati, per poi essere ritrovato in quella attuale.
Dal mondo romano-napoletano opere di Antonio Mancini, Vincenzo Irolli e Alessio Issupoff, accomunati da uno scintillio cromatico e un’armonia pittorica che li hanno resi celebri sul mercato internazionale.
Più sofisticata la scelta tra i maestri veneti, tradizionalmente legati al colore, dei quali si propongono un’opera di Alessandro Milesi, una di Pietro Fragiacomo e una di Vittore Antonio Cargnel, autore poco noto da riscoprire.
Agli scorci della città di Milano sarà dedicata un’importante sezione di dipinti, in cui artisti quali Angelo Inganni, Carlo Canella, Federico Moja, Arturo Ferrari e Emilio Gola, per citarne alcuni, ne raccontano l’identità ottocentesca.
Eccezionali due opere di Domenico Induno, strettamente legati alla storia dell’Italia unita e uniche testimonianze delle decorazioni che adornavano l’antica Stazione Centrale, raffiguranti rispettivamente Raffaello e la Fornarina a Roma e Dante e Beatrice a Firenze. A questi si affiancano due splendide tele brianzole di Giovanni Renica, una delle quali riproduce Villa Arconati.
“La musica ai Giardini Pubblici”, una vasta tela di Filippo Carcano ricordata anche da Ugo Ojetti e altre celebri penne dell’epoca, è caratterizzata da rapide pennellate dove ombra e luce generano un’impressione caleidoscopica. Malinconia (1865 circa) conosciuto anche come La Castellana, Mestizia o Profilo di Giovane donna, di un ‘giovane’ Tranquillo Cremona e da tempo considerata dispersa, è un tassello fondamentale per la ricostruzione del catalogo dell’artista.
Il gusto francese è ben rappresentato da firme note oltralpe ed opere curiose ed enigmatiche: la pittrice Consuelo Fould che ritrae lo scultore Mathieu Meusnier, il pastellista Constant Joseph Brochard e la sua algida Flora, Emile Louis Foubert con l’Allegoria della Verità, e uno scorcio inedito quanto inaspettato di Rue Mouffetard a firma di Ludovico Cavaleri.
Un nucleo ‘monografico’ è costituito dalla sezione dedicata a Guido Cinotti, con una selezione di opere esposte all’antologica della Galleria Pesaro del 1934, e a Ugo Bernasconi.
Tra le sculture spiccano il Garibaldino ferito (Rimembranze della campagna del 1860) di Giuseppe Grandi, quasi un autoritratto giovanile dell’artista, il pensatore neosettecentesco (Pensieri) di Attilio Prendoni, il gruppo di Tullo Golfarelli (Musica rustica) e la Salomé di Claudio Botta. Degni di nota anche Testa femminile di Vincenzo Gemito e un’affettuosa Maternità di Franco Bargiggia, accanto ai Personaggi illustri di Pierre Jean David D’Angers, una serie di ritratti in profilo classico, da Balzac a Lord Byron passando per Rossini e Stendhal.
In catalogo due opere di grande fascino di Thomas Sidney Cooper, in particolare la grande tela inedita Cattle in the pasture firmata e datata al 1849, epoca in cui il pittore anticipava le soluzioni stilistiche di Rosa Bonheur.
Guardando al Novecento, si segnala il Paesaggio in Brianza di Emilio Gola: un dipinto fondamentale difficilmente ascrivibile alle maniere ottocentesche, che si pone invece quale antesignano delle ricerche paesistiche di Mario Sironi o di Arturo Tosi.
In asta anche alcune incisioni di Edouard Manet, Giovanni Fattori, un Autoritratto di Piero Marussig, piccoli olii di Paolo Sala, Giuseppe Casciaro e Giulio Aristide Sartorio.