“La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità” è la pseudo scienza del Docteur Faustroll creatura del genio proto-dadaista Alfred Jarry, scomparso a Parigi il 1 novembre del 1907 a soli 34 anni, la cui eredità artistica ancora oggi continua ad influenzare le generazioni contemporanee. Julien Bismuth, Kasia Fudakoswi, Petrit Halilaj, Pierre Huyghe e l’italiano Luigi Presicce sono gli artisti selezionati per “Alfred Jarry Archipelago: ‘HA ‘HA”, spirito anarchico ed intellettuale è a lui che è dedicato il programma di performance, installazioni, incontri, proiezioni a cura di Leonardo Bigazzi messo a punto dal Museo Marino Marini ed Istituto Francese di Firenze che prende il via il 7 ottobre .
Un evento che è incluso in PIANO, la piattaforma curatoriale franco-italiana per l’arte contemporanea che vede la collaborazione tra Francia e Italia nel periodo 2014-2016, il progetto sviluppato da Alberto Salvadori e Leonardo Bigazzi insieme a Keren Detton e Julie Pellegrin direttrici dei centri francesi Le Quartier a Quimper e La Ferme du Buisson a Noisiel, prevede infatti due mostre collettive organizzate dai partner francesi e altri progetti espositivi come la mostra di Guy de Cointent al M Museum Louvain in Belgio, oltre a far parte del calendario dell’Estate Fiorentina 2015 del Comune di Firenze.
Appuntamenti fissati come quello che apre l’evento al Museo Marino Marini dalle 21.00 in poi fino alle 23,30 per la performance di Luigi Presicce “Il sogno della cascata di Costantino”, ingresso gratuito ma visto il numero limitato è necessaria la prenotazione a info@museomarini.it . La performance infatti è di uno spettatore alla volta che sarà condotto da un accompagnatore davanti all’opera d’arte in cui il celebre affresco di Pero della Francesca si unisce a “Etant donnés” di Marcel Duchamp, continuando così il ciclo già iniziato dall’artista nel 2012 su “Le storie della vera Croce”, nel creare veri e propri tableaux vivants carichi di simbolismi e riferimenti esoterici. “ Il pubblico vive un’esperienza personale e diretta con il lavoro – ha detto l’artista in occasione della conferenza stampa di presentazione che si è svolta nei giorni scorsi al Museo Marino Marini – viene catapultato all’interno di una visione, ognuno arriva davanti a un’opera d’arte contemporanea e poi trasportato all’interno di una visione che si può condividere o meno. E’ un’occasione unica che permette di esserne completamente parte senza danneggiamenti della visione. Vi invito ad essere parte di questa opera”.
Giovedì 8 ottobre alle 18.00 la performance dell’artista britannica Kasia Fudakowski “ Did I ever really have a chance?” con ingresso libero, per la prima volta presentata in una istituzione italiana e prodotta dal Museo Marino Marini, il lavoro dell’artista che si muove tra il comico e l’assurdo e punta il dito sul sistema dell’arte contemporanea mettendo in discussione ruolo dell’artista e della critica. Anteprima italiana anche per “The Host and The Cloud” che viene proiettato allo Spazio Alfieri, altro luogo interessato dal programma, in collaborazione con Lo schermo dell’Arte Film festival, con ingresso gratuito, alle ore 21.00, dell’acclamato artista concettuale Pierre Huyghe, punta di diamante della scena artistica francese al quale l’australiano TerraWarra Museum of Art sta dedicando una grande personale, oltre all’ installazione realizzata per il Roof Garden del MET di New York. Vita, morte, ibridazione, metamorfosi sono le tematiche ricorrenti nel suo lavoro che spazia dalle installazioni, ai filmati, ambientato al Musèe des Art set Traditions Populaires di Parigi, oggi chiuso, il film è un racconto complesso e onirico in cui i protagonisti sono le guardie del museo.
Sabato 10 ottobre in occasione della Giornata del Contemporaneo seduta di ascolto collettivo di Helicotrema a cura di Rodolfo Sacchettini in collaborazione con il Festival SONIC SOMATIC. Tra gli appuntamenti giornalieri e casuali ad incarnare in pieno lo spirito artistico di Jarry, le performance “non annunciate” di Petrit Halilaj, l’artista ventinovenne che nel 2013 ha rappresentato il suo paese, Il Kosovo alla Biennale di Venezia, e di cui all’entrata del Museo Marino Marini è possibile ascoltare “ Friends of Birds” dialoghi di suoni con i canarini, i colorati amici che oltre ad abitare il suo studio sono spesso coinvolti nelle sue installazioni, come in quello della Biennale veneziana. Presenze enigmatiche, al Marino Marini all’Istituto Francese e anche altrove, saranno le opere di Julien Bismuth che ha lavorato proprio sulle pagine in cui Bosse-de Nage, la scimma di Faustroll, esclama le uniche parole che è in grado di pronunciare ‘Ha, ‘Ha, immagini prive di riferimento, in un mondo dove tutto è codificato.