Antonello da Messina ricomposto il trittico agli Uffizi

Nomino mio erede universale il Governo italiano e precisamente il Ministero della Pubblica Istruzione con l’obbligo di destinare l’intera somma ricavata dalla vendita di tutti i miei beni all’acquisto sul mercato mondiale di una- o al massimo due – opera d’arte di pittura o scultura di eccezionale importanza e di epoca non posteriore a tutto il secolo decimo sesto. L’opera acquistata – o le opere- sarà destinata alla Galleria degli Uffizi se di pittura; al Museo Nazionale del Bargello o ad altra galleria o museo dello Stato in Firenze se di scultura con vincolo perpetuo di intrasferibilità da Firenze ”.

Sono le volontà testamentarie di Ugo Bardini, figlio del famoso antiquario Stefano Bardini, che verranno concretizzate nel 1996, grazie ad Antonio Paolucci, allora Ministro per i beni culturali, con l’acquisto di due tavole di Antonello da Messina, una Madonna col bambino e due angeli reggicorona e un San Giovanni Evangelista, l’anno precedente invece la tavola raffigurante il San Benedetto veniva acquistata dalla Regione Lombardia ed esposta nel Museo del Castello Sforzesco.

Da oggi e per i prossimi quindici anni le tre opere saranno visibili al pubblico nella sala numero 20 al secondo piano degli Uffizi, dove si trovano le opere del Quattrocento veneto, accanto a Giovanni Bellini e Mantegna,  in base ad un accordo firmato il 23 ottobre tra il MiBACT, Regione Lombardia e Comune di Milano; in cambio la Madonna col Bambino e un angelo, del pittore bresciano Vincenzo Foppa sarà esposta per lo stesso periodo nella Pinacoteca del Castello Sforzesco. Le tre tavole sarebbero parti di un a pala d’altare che comprendeva altri pannelli laterali, cimase e rappresentano la più importante delle recenti acquisizioni nel catalogo delle opere attribuite ad Antonello da Messina.

Secondo gli studiosi sarebbero state eseguite prima della partenza per Venezia, dove la presenza  dell’artista è documentata tra il 1475 e il 1476, a corroborare questa ipotesi sarebbe anche l’affinità compositiva e stilistica con la pala d’altare della Madonna in trono e i santi Gregorio e Benedetto, proveniente dalla Chiesa di San Gregorio  e datata 1473. Come fa notare Daniela Parenti Direttore del Dipartimento del Medioevo e del Primo Rinascimento “ Varie sono state le ipotesi avanzate circa l’originaria destinazione della pala d’altare, come il Monastero di Palma di Montechiaro dove risiedeva la beata suor Maria Crocifissa, monaca in odore di santità celebrata  da un’iscrizione apposta  sul  trittico nel XVIII secolo, o la Chiesa di San Giacomo a Caltagirone, per la quale Antonello lavorò nel 1473; la presenza, rivelata dalle indagini tecniche  sul manto della Vergine , del monogramma IHS inscritto in un sole raggiato, emblema di San Bernardino da Siena, ha fatto poi supporre un legame con i francescani osservanti”.

La ricomposizione delle tre tavole permette la lettura dell’ampiezza dello spazio entro il quale stanno le figure  i cui corpi proiettano ombre in diagonale e il San Benedetto pervenuto in condizioni migliori, rispetto alle altre due tavole, permette di apprezzare la sapiente stesura pittorica di Antonello, in particolare nella raffigurazione  del  volto, che secondo Federico Zeri,  si tratterebbe  un vero ritratto.

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