Antonio Paolucci, Fernando Mazzocca, Francesco Leone e Gianfranco Brunelli annunciano Ottocento. Larte dellItalia tra Hayez e Segantini, dal 9 febbraio al 16 giugno 2019, presso i Musei San Domenico di Forlì.
Una mostra come ha evidenziato il coordinatore, Gianfranco Brunelli nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Milano nei giorni scorsi che vuole mettere un punto fermo sull Ottocento italiano, dopo le centinaia di retrospettive che hanno indagato questo o quellautore, questo o quellaspetto, declinazione o sfaccettatura di quellimportante secolo. Più puntualmente, la scelta curatoriale di Fernando Mazzocca e Francesco Leone ha voluto focalizzarsi sui sessantanni fatidici che intercorrono tra lUnità dItalia e lo scoppio della Grande Guerra.
Si passa dicono i curatori – dallultima fase del Romanticismo e del Purismo al Realismo, dallEclettismo storicista al Simbolismo, dal Neorinascimento al Divisionismo presentando i capolavori, molti dei quali ancora da riscoprire, dei protagonisti di quei tormentati decenni.Attraverso un immersivo viaggio nel tempo e nello spazio, ci vengono incontro capolavori di pittura e di scultura che segnano aspetti culturali e sociali nuovissimi, di impatto popolare e dal significato universale. La varietà dei linguaggi con cui sono stati rappresentati consentono di ripercorrere le sperimentazioni stilistiche che hanno caratterizzato il corso dellarte italiana nella seconda metà dellOttocento e alle soglie del nuovo secolo, in una coinvolgente dialettica tra la tradizione e la modernità.
La mostra presenta, nella loro più importante produzione, pittori come Hayez, Induno, Molmenti, Pagliano, Faruffini, Cremona, Barabino, Bertini, Malatesta, Mussini, Maccari, Muzioli, Gamba, Gastaldi, Fontanesi, Grosso, Morelli, Costa, Fattori, Ussi, Signorini, Ciseri, Corcos, Michetti, Lojacono, Delleani, Mancini, Favretto, Michetti, Nono, Previati, Carcano, Longoni, Morbelli, Nomellini, Tito, Sartorio, Coleman, Cellini, Bargellini, De Carolis, De Nittis, Pellizza da Volpedo, Segantini, Boccioni, Balla; e scultori come Vela, Cecioni, Monteverde, Rosa, Tabacchi, Grandi, Gemito, Rutelli, Ximenes, Trentacoste, Canonica, Bistolfi. Ma sarà anche la straordinaria occasione di far conoscere tanti altri artisti sorprendenti, oggi ingiustamente dimenticati.
I due fuochi, iniziale e finale, Hayez e Segantini, tracciano certamente un confine simbolico,- ribadisce Brunelli-. Ma quel confine dice ad un tempo tutto il recupero della classicità e tutto il rinnovamento di un secolo. Allinizio e alla fine del secolo, entrambi sono pittori del rinnovamento dellarte italiana. Se Hayez viene consacrato da Mazzini pittore della Nazione, Segantini avrà da DAnnunzio, nella sua Ode in morte del pittore, analogo, alto riconoscimento.
Per la mostra sono state scelte opere fondamentali, mai casuali, spesso prestiti prestigiosissimi, accanto ad opere quasi inedite che la mostra svela per la prima volta al suo pubblico.
Ai Musei San Domenico non ci si limiterà alla pittura ma ci si immergerà in un confronto straordinario, tra architettura, pittura, scultura, illustrazione e arti decorative. Ripercorrere in questo modo le vicende dellarte italiana nel mezzo secolo che ha preceduto la rivoluzione del Futurismo, consente di capire criticamente come larte sia stata non solo un formidabile strumento celebrativo e mediatico per creare consenso, ma anche il mezzo più popolare, democratico per far conoscere agli italiani i percorsi esaltanti e contraddittori di una storia antica e recente caratterizzata da slanci comuni e da forti tensioni e divisioni.
“Larte chiosa il Presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, avvocato Roberto Pinza, che promuove la mostra – è stata anche un formidabile laboratorio per far conoscere e riscoprire le meraviglie naturalistiche del bel paese e quelle artistiche delle città che le esigenze della modernità stavano trasformando irrimediabilmente, comè avvenuto nel caso di Firenze e di Roma quando vennero innalzate al rango di capitali; per presentare la varietà e il fascino degli usi e costumi delle diverse identità locali; per trasmettere leccellenza di tecniche artistiche: dalla scultura alloreficeria, ad uno strepitoso artigianato, che venivano ancora richieste in tutto il mondo, come era avvenuto nel Rinascimento, ai tempi di Giambologna e di Benvenuto Cellini.