Si è da poco conclusa a Firenze, alla Aria Art Gallery in Borgo SS.Apostoli, una mostra personale di Andrea Guastavino, l’artista ravennate ma fiorentino d’adozione, dal titolo LandEscape. La sua ricerca artistica è un continuo divenire. Alchimista delle immagini Guastavino conduce nel suo mondo di “paesaggi di fuga” ,dove i temi e le suggestioni, da sempre al centro del suo sentire, vengono riproposti e trasmutati in qualcosa d’ altro. Il suo è un viaggio orfico, condotto attraverso magici rituali, dove la mano dell’artista interviene nel momento in cui l’immagine fotografica si imprime sulla carta, lo sviluppo è l’atto creativo. Cere, resine, altri materiali si aggiungono, il risultato non è la perfezione dell’immagine fotografica, qualcos’altro. L’imperfezione è cercata. Siamo al limite della pittura. L’immagine acquista una seconda dimensione, si appropria di una materia e la fa sua.Tra le opere classiche, le serie dedicate agli “dei”, ai “souvenir”, alle “sculture” ai “cavalli”, creazioni che aprono a nuove linee di ricerca. Da una serie di antichi negativi di inizio secolo, immagini storiche racchiuse in opere d’arte, come quelle delle dotazioni delle contraeree della prima guerra mondiale che ci consegnano strani imbuti rivolti verso il cielo, gli “aerofoni”, che servivano per intercettare gli aerei avversari e dare così l’allerta, oppure immagini di una Firenze e della vita su un Arno, allora navigabile; un lavoro in progress solo appena iniziato, come quello di uno “sguardo” personale sulla Firenze da cartolina . Non è tutto, questa volta l’artista ha voluto giocare anche con il suo nome, aprendo a nuove sperimentazioni. L’immagine di un naufrago si perde nel “mare” di vino all’interno di un vetro di una damigiana nella sala che apre l’esposizione, mentre tante bottiglie di vino si vestono a festa con ali e opere d’arte. Impossibile non condividere un calice per questa nuova avventura.