L’11 dicembre del 1961 il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy si impegna a sostenere l’indipendenza del Vietnam del Sud e i primi elicotteri americani arrivano a Saigon, l’ 11 settembre del 2001 quattro aerei di linea vengono dirottati da terroristi di Al Qaeda causando la morte di quasi tremila persone. Questi due momenti storici cruciali per la storia americana del Novecento rappresentano un arco temporale di quaranta anni che ha visto la nascita di movimenti e artisti che hanno segnato la produzione artistica americana e che sono protagonisti della mostra “American Art 1961- 2001. Da Andy Warhol a Kara Walker” in corso a Palazzo Strozzi a Firenze e che rimarrà aperta al pubblico fino al 29 agosto.
Realizzata con la collaborazione del Walker Art Center di Minneapolis, la mostra, a cura di Vincenzo de Bellis e Arturo Galansino, propone 80 opere di 53 artisti, molte delle quali in Italia per la prima volta, tra dipinti, fotografie, video, sculture, installazioni che affrontano le tematiche più rilevanti dell’arte americana dagli anni ’60 al 2000 come la società dei consumi, il femminismo, la contaminazione delle arti, le lotte per i diritti civili.
Tra le figure centrali troviamo Andy Warhol di cui in mostra sono esposte dodici opere tra cui la celebre “Sixteen Jackies” del 1964 dedicata a Jackie Kennedy immortalata nelle sequenze fotografiche che la ritraggono prima e dopo l’uccisione di JFK, un omaggio a Merce Cunningham, padre della danza contemporanea e alle sue collaborazioni con Robert Rauschenberg e Jasper Johns. La grande stagione degli anni Sessanta è testimoniata da opere di grandi maestri come Donald Judd, Robert Morris, Bruce Nauman, John Baldessarri, figure di riferimento per le generazioni che seguiranno tra cui troviamo Cindy Sherman, Richard Prince, Barbara Kruger fino a Matthew Barney di cui viene presentata, inedita per l’Italia, l’installazione di Cremaster 2 del 1999, dell’artista il museo americano conserva l’intero ciclo Cremaster.
Tra le ricerche degli anni Novanta e Duemila spiccano figure di riferimento per la comunità afroamericana come Kerry James Marshall e Glenn Ligon o artisti che indagano in maniera originale l’identità americana come Paul McCarthy, Mike Kelley, Jimmie Durham e Kara Walker presente in mostra con video e un’ampia selezione di disegni sul tema della discriminazione raziale. La mostra è articolata in undici sezioni che prendono il via dalla prima sala con “Changes”, ovvero il ponte tra passato e futuro offerto dalle opere di Louise Nevelson e Mark Rothko, nati in Europa e trasferiti negli Stati Uniti e Bruce Conner che guarda al futuro rompendo con la tradizione modernista per arrivare infine alla sezione 9 omaggio alla ricerca di Sara Walker “More Voices” che ha segnato la fine del vecchio millennio e l’inizio del nuovo usando mezzi diversi, dai collage, ai disegni, alle installazioni ai video per una rilettura della storia americana dalla parte dei più deboli, schiavi, donne, sottoposti a violenze e sopraffazioni.
La mostra continua online attraverso la piattaforma American Art On Demand e grazie alla collaborazione con il Cinema La Compagnia – Fondazione Sistema Toscana i possessori del biglietto della mostra hanno accesso ad una sala virtuale della mostra con opere video. Numerose sono anche le attività sia in presenza che on-line dedicate ai visitatori per approfondire le tematiche, sia per gli adulti che per le famiglie e i ragazzi, senza contare il Fuorimostra che propone un itinerario in tutta la Toscana che crea una connessione tra la mostra e musei e istituzioni culturali della nostra regione.
Tutte le informazioni su www. palazzostrozzi.org