Quella tra Bill Viola e Firenze è una storia d’amore iniziata quaranta anni fa e che oggi viene celebrata con una grande mostra retrospettiva a Palazzo Strozzi che attraversa tutta la sua carriera di padre della videoarte internazionale con ventisei opere che vanno dagli anni Settanta sino ad oggi, in dialogo con il palazzo rinascimentale e per la prima volta con le opere che le hanno ispirate, i cinque maestri del Rinascimento che portano il nome di Pontormo, Masolino da Panicale, Paolo Uccello e Lukas Cranach. “Bill Viola Rinascimento elettronico”, si aprirà al pubblico domani 10 marzo per accompagnarci tutta l’estate fino al 23 luglio, con un programma intenso di attività, visite e progetti educativi all’interno di Palazzo Strozzi e con le straordinarie incursioni fuori mostra che abbracciano il nostro territorio e approfondire la relazione intessuta tra l’artista americano e la Toscana, portandoci oltre Firenze, Empoli, Arezzo, Carmignano, luoghi d’elezione e fonti di ispirazione per Bill Viola da sempre colpito per la presenza tangibile dell’arte nella nostra realtà quotidiana.
“ Qui non è come nei musei,- è una sua dichiarazione- che il quadro te lo trovi davanti, all’altezza dei tuoi occhi: gli affreschi arrivano fino al soffitto, devi sforzarti per vedere qualcosa. E’ un ambiente vivo, le pareti rinviano l’eco delle voci, dei passi.” E ancora “ Ebbi allora le mie prime esperienze inconsce di un’arte collegata al corpo, poiché molte delle opere di quel periodo, dalle grandi sculture pubbliche ai dipinti incorporati nelle architetture delle chiese, non sono che una forma di installazione: un’esperienza fisica, spaziale, da consumare interamente”. L’arte fiorentina è stata la prima fonte di ispirazione del “pittore elettronico” Bill Viola combinata con la componente tecnologica e alle sue evoluzioni contemporanee. Era il 1974 quando arrivò per la prima volta a Firenze, nella galleria e centro di produzione di Maria Gloria Bicocchi era il “tecnico americano”, a contatto con le espressioni più innovative alle quali la città allora era di in grado di dar voce, aspetti che vengono affrontati nel catalogo che accompagna la mostra dai saggi di Ludovica Sebregondi e Alice L. Hutchison, mentre la sua produzione che fa riferimento a questo periodo ha trovato collocazione nella Strozzina, come l’opera Il Vapore che fu presentata nel 1975 allo Spazio Zona. “ Molte di delle opere medievali e rinascimentali che avevo visto in quei primi mesi a Firenze non erano neanche nei musei. Erano nella comunità, in luoghi pubblici –cattedrali, chiese, cappelle, corti, monumenti, uffici municipali, piazze e facciate di palazzi – e di più, molte opere erano ancora nei luoghi per i quali erano stati commissionati cinquecento anni prima. L’atmosfera era satura di idee d’arte e di cultura. Avevo capito presto che qui la storia era veramente parte del presente. E che le idee più nuove circolavano in un insieme più grande.”
La Visitazione del Pontormo è stata la prima opera d’arte antica ad ispirarlo e a suggerire un dialogo con capolavori del Rinascimento che tanta fortuna ha avuto nel suo percorso artistico e che ritroviamo a Palazzo Strozzi con The Greeting, già nel 2001 a Carmignano e prima ancora nel 1995 alla Biennale di Venezia, un quadro che noterà sulla copertina di un libro, in California, ma dopo la visione dal vero della Deposizione nella Chiesa di Santa Felicita, che lo aveva fortemente impressionato. Si apre così un nuovo territorio creativo che cambia la sua arte traducendola in vere e proprie produzioni cinematografiche e che attinge alla grande tradizione artistica occidentale. Nel 1998 l’artista è al Getty Research Institute di Los Angelese, diretto all’epoca da Salvatore Settis, per un anno lavorerà alla rappresentazione delle passioni e delle sofferenza umane insieme a un gruppo di studiosi, è di questo periodo il ciclo “The Passions” di cui in mostra per la prima volta è il dialogo tra il Cristo in pietà di Masolino da Panicale, l’affresco staccato della Collegiata di Empoli ed il video “Emergence”. L’acqua simbolo di vita, ricorrente nelle sue opere, sgorga dal sepolcro rinascimentale – pozzo, da cui fuori esce un uomo, allusione alla Risurrezione e alla rinascita del corpo. “Catherine’s Room” è una video-predella ispirata dall’opera di Andrea di Bartolo “ Caterina da Siena e quattro beate domenicane”, “The Path” lungo undici metri e che riempie una intera sala si ispira a un’opera di Sandro Botticelli sulla novella di Boccaccio di Nastagio degli Onesti, mentre in “The Deluge” l’acqua irrompe con tutta la sua forza per travolgere una architettura classica, l’opera è a confronto con l’affresco di Paolo Uccello che proviene dal Chiostro Verde di Santa Maria Novella che ne rappresenta l’antenato, “Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity, dittico proiettato su lastre di granito nero sono tra le opere più recenti in cui due anziani muniti di torcia indagano sui loro corpi in disfacimento, in dialogo con le tavole di Lukas Cranach.
Oltre Palazzo Strozzi le opere di Bill Viola si trovano anche al Museo dell’Opera del Duomo dove “Acceptance” è messo in relazione con la straordinaria opera di Donatello, Maria Maddalena Penitente e “ Observance” con la Pietà Bandini di Michelangelo, e ancora a Santa Maria Novella “Tempest” a confronto con gli affreschi del Chiostro Verde, mentre nelle Sale degli Uffizi il Self Portrait donato da Bill e Kira per la Collezione degli Autoritratti. Come sottolinea Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra insieme a Kira Perov direttore esecutivo Bill Viola Studio “ Bill, oltre ad essere perciò un “old master contemporaneo”, è soprattutto un “master of time”: ovvero un artista che utilizza il tempo – prima ancora della tecnologia- per le sue opere, non solo stravolgendone i riferimenti cronologici, e attualizzando le immagini del passato, ma lavorando sul tempo interiore dello spettatore, facendolo astrarre catarticamente dalla propria dimensione temporale e mettendolo in contatto con l’essenza archetipa dei propri sentimenti, passioni, paure”. Ieri mattina alla presenza dell’artista e di Lira Perov la conferenza stampa di presentazioni con gli interventi di Cristina Giachi vicesindaca del comune di Firenze, Monica Barni della Regione Toscana, Cristina Acidini presidente del consiglio di indirizzo della Fondazione Palazzo Strozzi, Donatella Carmi Bartolozzi Vice Presidente della Cassa di Risparmio di Firenze, Guido De Vecchi Vice Direttore Generale della Cassa di Risparmio di Firenze, Carlo Ceccarelli segretario generale dell’Associazione Partners Palazzo Strozzi e il direttore generale Arturo Galansino.
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