L’Istituto Lorenzo de’ Medici in omaggio a Plautilla Nelli nel giorno dell’8 marzo

In occasione del cinquecentenario della nascita di Plautilla Nelli, l’Istituto Lorenzo de’ Medici omaggia l’artista fiorentina presentando un percorso di restauro legato alle sue attività artistiche. Nella Giornata Internazionale della Donna, l’Istituto Lorenzo de’ Medici promuove il progetto per valorizzare la figura di una pittrice di qualità come Plautilla Nelli, che è stata capace di conquistare, all’interno delle mura del convento di Santa Caterina da Siena a Firenze e grazie alla sua arte, nuovi spazi culturali e una libertà di pensiero allora interdetta alla maggior parte delle donne. Erede della scuola di San Marco e di fra’ Bartolomeo, Plautilla Nelli fu anche imprenditrice ante litteram, dando vita all’interno del convento a una sua bottega, che vedeva coinvolte nella realizzazione di opere d’arte, le sue consorelle.
Plautilla Nelli (1524-1588) lavorò a Firenze, eseguendo dipinti di grandi dimensioni a soggetto devozionale, che costituiscono un’eccezione nel loro genere all’interno della storia dell’arte. Esponente del Rinascimento e tra le prime donne artiste ad essere riconosciuta come tale, entrò in convento nel 1538 all’età di 14 anni, diventando suora domenicana della struttura non più esistente di Santa Caterina da Siena in Via Larga a Firenze (oggi Via Cavour). Tre volte priora del convento e in rapporti con le famiglie nobili e borghesi fiorentine, diede vita ad una bottega d’arte composta da consorelle, venendo addirittura menzionata dal Vasari nelle sue “Vite”. Plautilla Nelli dipinse “per le case de’ gentiluomini di Firenze tanti quadri che sarebbe troppo lungo a volerne di tutti ragionare.”
Un’affermazione di estrema importanza, che ha ispirato la ricerca delle opere dell’artista da parte di Jane Adams, co-founder di Caravaggio & Company oltre che project supervisor di questa iniziativa di restauro per Istituto Lorenzo de’ Medici. “Mi piacerebbe, nel ricordare Plautilla Nelli e le sue conquiste come artista donna, riportare le parole di Jane Fortune, a memoria del suo amore e della sua passione per la Nelli, una missione che io stessa condivido: “Una volta che hai conosciuto Plautilla Nelli, che ti è entrata nell’anima, ti accompagnerà per sempre.”
“L’iniziativa dell’Istituto Lorenzo de’ Medici per il restauro del dipinto di Plautilla Nelli è un tributo alla pittrice fiorentina del Rinascimento, – ha detto Alessia Bettini, vicesindaca e assessora alla Cultura del Comune di Firenze – che contribuisce a rendere giustizia artistica a una figura straordinaria in occasione del cinquecentenario dalla sua nascita, preservando il patrimonio artistico che ci lega al passato e ispirando le generazioni future. Una nuova opportunità anche per aprire le porte a una comprensione più approfondita del contributo delle donne nell’arte rinascimentale”.
“Sono lieta di inaugurare un progetto che valorizza l’attività della pittrice del Rinascimento, Plautilla Nelli – commenta Carla Guarducci, Presidente e CEO dell’Istituto Lorenzo de’ Medici – Poco conosciuta dai più, è un’artista che è importante ricordare, in particolare, nella giornata dei diritti delle donne. Entrata in convento giovanissima, ha saputo creare attraverso l’arte e la condivisione del sapere artistico uno spazio creativo e dunque, in un certo senso, libero, in un mondo dove alle donne questa libertà era preclusa”.

Torna a Santa Maria Novella L’Ultima Cena di Suor Plautilla Nelli grazie ad AWA

L’Ultima Cena di Plautilla

L’unica Ultima Cena conosciuta di una pittrice d’età moderna, la tela di Plautilla, lunga quasi sette metri, è fra le più grandi opere al mondo eseguite da una donna e una delle più impegnative dal punto di vista compositivo. Pur vivendo in un’epoca in cui le donne ancora non avevano la possibilità di ricevere una formazione di anatomia, Plautilla sfidò le convenzioni sociali dipingendo 13 figure a grandezza naturale e confrontandosi su un tema generalmente riservato ai pittori all’apice della propria carriera, come prova della loro maestria. Plautilla Nelli ha scelto di dipingere il momento in cui Cristo rivela che sarà tradito e lo fa emulando la leonardiana idea di ritrarre gli Apostoli nel dinamismo delle loro emozioni – una soluzione che aveva rinnovato la tradizionale raffigurazione dell’Ultima Cena nella pittura fiorentina. Il restauro è frutto di uno sforzo collettivo che ha visto coinvolti, fra i tanti, Advancing Women Artists (AWA), il Comune di Firenze e in particolare i Musei Civici Fiorentini, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato, nonché i Frati Domenicani del Convento di Santa Maria Novella.

 

Plautilla Nelli – Rabatti&Domingie
Finalmente visibile, nel ‘vecchio’ Refettorio del museo

 

Chi era Plautilla Nelli?

In un’epoca in cui le donne non potevano fare dell’arte una vera professione, la suora pittrice autodidatta diede vita a una bottega tutta al femminile all’interno delle mura del suo convento, Santa Caterina di Cafaggio (ormai scomparso); attraverso la vendita sia di opere di piccolo formato destinate alla devozione privata della nobiltà fiorentina che di grandi tele e pale d’altare, le suore raggiunsero un’indipendenza economica. Plautilla, che aveva ereditato i disegni di Fra Bartolomeo, si rivela nelle sue grandi opere di soggetto sacro come continuatrice della tradizione della Scuola di San Marco, una corrente artistica sviluppatasi a Firenze nel primo Cinquecento nell’ambiente spirituale originatosi intorno alla figura di Girolamo Savonarola, per il quale l’attività artistica praticata dalle religiose era un mezzo per preservarle dall’indolenza. Persino Giorgio Vasari si soffermò su di lei nella seconda edizione delle Vite (1568), affermando che Plautilla con le sue opere aveva “fatto maravigliare gl’artefici”.

Plautilla Nelli – Rabatti&Domingie
L’Ultima Cena di Plautilla, Restaurato

Scoperte e conferme

“Non si è mai così vicini a un artista quanto in un laboratorio di restauro” afferma la restauratrice Rosella Lari, responsabile diretta dell’intervento. “Abbiamo restaurato la tela e nel farlo abbiamo riscoperto la storia di Plautilla e la sua personalità. Le sue pennellate erano potenti e cariche di colore. La riflettografia ha rivelato la presenza di pochissimo disegno preparatorio… Plautilla sapeva cosa voleva e aveva abbastanza padronanza della propria arte per riuscirci”. Il restauro è stato supportato dall’analisi diagnostica effettuata dall’Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali del CNR. Questo processo a 360 gradi, condotto da un team tutto al femminile di curatrici, conservatrici e ricercatrici, ha portato a svelare la composizione chimica dei pigmenti impiegati e il restauro ha fornito la prova decisiva che l’Ultima Cena di Plautilla Nelli sia un’opera corale, creata secondo la vera consuetudine del lavoro della bottega, poiché sulla tela si rintracciano mani diverse con diversi livelli di esperienza.

Plautilla Nelli – Rabatti&Domingie
Il Cristo e il San Giovanni di Plautilla, restaurati

Uno sforzo mondiale

Il restauro dell’Ultima Cena di Plautilla Nelli è stato promosso e finanziato da Advancing Women Artists, la cui mission è quella di ricercare, restaurare ed esporre opere di donne artiste individuate nei musei, nelle chiese e nei depositi della Toscana. Mentre la tela si trovava nel laboratorio di restauro, donatori di tutto il mondo hanno abbracciato questa “missione di salvataggio” grazie a un progetto in due tempi. Nella prima fase, nel marzo 2015, è stata lanciata la campagna di crowdfunding ‘TheFirstLast’.  Il primo a offrire la propria donazione è stato il Sindaco di Firenze Dario Nardella, seguito da donatori di 19 paesi, tra cui Australia, Brasile, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Filippine, Regno Unito, Stati Uniti e Emirati Arabi. “Questo restauro – ha sottolineato la vicesindaca Cristina Giachi – come sempre nasce con l’obiettivo di promuovere l’arte come bene comune e di riportarne la bellezza nella vita quotidiana di ciascuno. Il supporto privato rende possibili restauri onerosi come questo è rappresenta plasticamente il senso di appartenenza universale che l’arte promuove. In questo caso, inoltre, si è creata un’importante sinergia tra un privato che desidera investire e prendersi cura di un’opera d’arte e un gruppo di alte professionalità del settore in grado di donargli nuova vita e bellezza.”

Plautilla Nelli – Rabatti&Domingie
L’immagine che commosse il mondo

Il Programma “Adopt an Apostle” e la firma di Plautilla

La seconda fase dell’appello mondiale, il cosiddetto “The Adopt an Apostle Program’, ha consentito di abbinare a ciascuno dei dodici donatori uno dei Santi raffigurati. Il primo a essere adottato è stato il personaggio di San Giovanni, l’ultimo San Simone. All’ex avvocato americana Donna Malin è stata affidata la figura di Cristo. Restava da risolvere la questione dell’adozione di Giuda. I canadesi Margaret MacKinnon e Wayne McArdle – che avevano essi stessi scelto due Santi nel dipinto -, dettero vita all’‘Art Defense Fund’ per Giuda, in cui erano stati invitati dieci donatori a dare il loro contributo per salvare il personaggio più impopolare del dipinto, suscitando un dibattito sull’imparzialità del restauro artistico e sul fatto che tutti i personaggi avessero diritto al recupero. “Plautilla rivendica la paternità del proprio capolavoro firmando la sua tela, un fatto raro nel Rinascimento”, spiega MacKinnon. “E accompagna la sua firma con l’iscrizione ‘Orate pro Pictora’. Tutti coloro che sono stati coinvolti nel progetto hanno preso questo appello alla lettera. Noi ‘preghiamo per la pittrice’ attraverso il restauro, per garantire che la sua eredità torni ad essere pubblica”.

Il passato e il presente del dipinto

Nel 1817, in seguito alla soppressione napoleonica degli ordini religiosi, il dipinto di Plautilla Nelli fu trasferito dal convento di Santa Caterina a quello di Santa Maria Novella, che divenne così la sua casa adottiva. Qui l’opera si trova ormai da due secoli, pur avendo più volte mutato la sua collocazione. Durante l’alluvione del 1966, sebbene fosse stata risparmiata dal contatto diretto con l’acqua, l’Ultima Cena fu tra le innumerevoli opere d’arte che subirono gli effetti collaterali delle 600.000 tonnellate d’acqua, detriti e fango che avevano invaso Firenze, allorché l’Arno, straripando, aveva devastato la città. Dopo essere rimasto per diversi decenni negli ambienti conventuali in uso ai frati, il dipinto è stato nuovamente collocato nell’antico Refettorio del Museo – di fronte all’Ultima Cena di Alessandro Allori, contemporaneo di Plautilla -, finalmente restituito all’ammirazione dei visitatori.

Plautilla Nelli – Camilla Cheade
La restauratrice Rossella Lari, con il dipinto ‘in progress’

Un continuo dialogo

Il catalogo dedicato al restauro, Visible: Plautilla Nelli and her Last Supper restored / Plautilla Nelli e la sua Ultima Cena restaurata, è una pubblicazione in doppia lingua (italiano-inglese), edita da The Florentine Press. Uscita in occasione dell’unveiling del dipinto, essa racchiude contributi sugli interventi di restauro e di diagnostica, la storia dell’opera nelle sue varie sedi, la figura artistica di Plautilla e la sua vicenda all’interno del contesto domenicano e studi che evidenziano alcuni particolari del quadro – dall’apparecchiatura della tavola al valore che la sua storia assume per i mecenati di oggi. Alle ore 17 del 12 Novembre, si terrà una conferenza con gli autori a Santa Maria Novella (Visitor Center dell’Infopoint) e, nella primavera 2020 a Firenze, per gli appassionati d’arte sarà visibile in anteprima mondiale un documentario con lo stesso titolo, prodotto per la televisione americana da Bunker Film e WFYI Productions.

Plautilla Nelli – Rabatti&Domingie
Plautilla raffigura il momento del tradimento del Cristo

Che cos’è Advancing Women Artists?

AWA, fondata nel 2009 dall’autrice e filantropa americana Jane Fortune (1942-2018), ha restaurato 65 opere d’arte fiorentine realizzate da artiste attraverso cinque secoli. La storia di Plautilla Nelli ha dato il via alla ricerca di altre opere, da scoprire e salvare, di ‘donne invisibili’ che la storia dell’arte ha trascurato. Il recupero di numerose opere di Plautilla parte di AWA ha gettato le basi per la prima mostra monografica dedicata dagli Uffizi a Plautilla nel 2017, in cui sono stati esposti 15 dei 20 dipinti e disegni attributi all’artista e restaurati da AWA durante l’ultimo decennio. Plautilla è soltanto la prima di una schiera di pittrici che attendono il proprio riconoscimento perché, in base alle stime di Jane Fortune, in Toscana vi sono più di 1500 opere – esposte o in deposito – eseguite da donne artiste. Il prossimo passo per AWA è il restauro del San Giovanni che guarisce le vittime della peste, della pittrice settecentesca fiorentina Violante Ferroni. Il dipinto è situato nell’antico Ospedale di San Giovanni di Dio, un tempo casa della famiglia di Amerigo Vespucci, che era stato istituito per ospitare coloro che erano malati di peste (presto diventerà un centro di assistenza sanitaria regionale).

http://www.advancingwomenartists.org

Tommaso, Filippo e Simone gli apostoli da “adottare” per concludere il restauro dell’Ultima cena di Plautilla Nelli

La pittrice fiorentina rinascimentale Plautilla Nelli è la prima e unica artista creatrice di un’Ultima Cena e che ha firmato il suo grande capolavoro con una ‘call to action’: “Orate pro pictora, pregate per la pittrice”. Advancing Women Artists (AWA), una no-profit con sede negli Stati Uniti che da oltre un decennio restaura opere di artiste a Firenze, ha preso alla lettera la petizione di Nelli: prega per la pittrice in modo che la metà nascosta del Rinascimento possa essere interamente rivelata. Prega per la pittrice per celebrare l’eredità creativa di Nelli e incoraggiare gli amanti dell’arte in tutto il mondo a salvaguardare la sua arte attraverso il restauro.

Il programma ‘Adotta un Apostolo‘ di AWA è la Fase II di “TheFirstLast”, un restauro di quattro anni in collaborazione con il Comune di Firenze, che è stato lanciato nel 2015. La campagna di crowdfunding completata due anni dopo ha raccolto online 65.000 dollari grazie ai contributi di 410 donatori da 19 paesi. L’adozione delle figure del dipinto da parte di persone da tutto il mondo (10.000 dollari per ogni santo e 25.000 dollari per la figura del Cristo) catapulterà il progetto verso il completamento, rendendo l’Ultima Cena di Nelli pronta per l’esposizione nel Museo di Santa Maria Novella a Firenze, dall’ottobre 2019. Tommaso, Simone e Filippo stanno ancora cercando “genitori”, mentre gli altri santi sono sulla buona strada per essere “salvati”.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella è in prima linea nel restauro di Nelli mentre guida un monumentale progetto di ristrutturazione per il museo di SMN. “Mi auguro che tutti gli apostoli possano essere presto ‘adottati'” – dichiara il Sindaco – “e il restauro di questo dipinto possa concludersi velocemente. Mi appello alla generosità dei fiorentini, perché anche loro, oltre ai tanti stranieri, possano contribuire a ridare piena vita all’Ultima cena. Plautilla Nelli è stata la più importante pittrice rinascimentale fiorentina e la sua città le renderà omaggio esponendo quest’opera negli spazi del complesso di Santa Maria Novella.”

In attesa dei tre mecenati mancanti, gli adottanti confermati degli Apostoli di Nelli condividono ciò che trovano più intrigante dell’artista e del suo dipinto:

Un’imprenditrice contro ogni previsione. “Il laboratorio di sole donne di Nelli rese il suo convento autosufficiente. Le donne del Rinascimento non avevano una posizione legale e non potevano emettere fatture. Il fatto che sia diventata un’artista e un’imprenditrice è una storia di successo per le donne creative di tutto il mondo, nel campo dell’arte e degli affari.”

Alice Vogler, San Giacomo il Maggiore, per Lynne Wisneski, mecenate

 Una gigantesca tela per le donne. “Per le donne era illegale studiare l’anatomia, ma ciò non impedì a Nelli di emulare Leonardo confrontandosi con il corpo maschile a grandezza naturale, probabilmente studiando i cadaveri delle suore defunte. Il suo laboratorio ha unito tre tele di ventun metri e poi ha costruito un’impalcatura. È stupefacente!”

Ted e Deborah Lilly, Sant’Andrea

 La firma, il segno. “I maestri del Rinascimento di solito non firmavano le loro opere, ma Nelli lo faceva. Penso che volesse che i posteri sapessero che il dipinto era stato creato da una donna. Le donne semplicemente non hanno affrontato nella pittura storica le figure a grandezza naturale e meno dei Cenacoli che sono venuti a simboleggiare la padronanza maschile.”

Fondatrice di AWA, Jane Fortune. San Matteo per Bob Hesse, il co-fondatore dell’organizzazione.

 I dipinti di Nelli hanno un potere spirituale? “Come discendente artistica di Fra’ Bartolomeo, del quale ha ereditato i 500 disegni, i nobili fiorentini credevano che le sue opere fossero sacre. Molte suore del tempo di Nelli avevano “visioni”; l’unico modo in cui le donne potevano parlare liberamente era attraverso l’intervento divino. La forza di questo dipinto ci muove spiritualmente.”

Jane Adams, San Bartolomeo, in memoria di Josephine O’Brien, un chimico che sarebbe stato interessato a come Nelli imparò a mescolare i pigmenti

 Il restauro produce “detective dell’arte” “Speriamo di identificare ciascuno degli Apostoli di Nelli confrontando la sua opera con quelle delle sue controparti cinquecentesche. La possibilità di diventare un detective d’arte è emozionante. Tommaso, Giuda e Giovanni sono noti per certo, il resto attende la riscoperta insieme alla pittrice stessa.”

Bill Fortune e Joe Blakley, San Pietro

Una comunità di donne. “A partire dall’alluvione del 1966, il restauro a Firenze è diventato un campo dominato dalle donne. La restauratrice di Nelli, Rossella Lari, lavora con due donne curatrici di musei, delle oltre 30 che dirigono i musei della città. È importante vedere le donne di successo di oggi che lavorano per recuperare il passato dimenticato.”

Cay Fortune, in riconoscenza per il lavoro di Jane Fortune con Advancing Women Artists

Un caso vincente. “Volevamo stabilire un legame tra quest’artista pionieristica e un leader giudiziario molto moderno, adottando il santo patrono delle Cause Perse, per Beverley McLachlin, la prima donna Giudice Capo della Corte Suprema del Canada, tribunale di ultima istanza del Canada. Nelli ‘vincerà la sua causa’ mentre il suo retaggio viene recuperato.”

Margaret MacKinnon e Wayne McArdle, San Giuda Taddeo per Beverley McLachlin

 Cosa caratterizza un’opera dipinta da una donna? “Le artiste nella storia sono state spesso elogiate per il loro occhio per i dettagli, e Nelli è colei che ha aperto la strada. I dettagli stanno affiorando grazie al restauro. Ora puoi vedere gli orli decorativi sul colletto e sui polsini di Gesù o le sue ciglia (non è generalmente una caratteristica per gli uomini nell’arte del Rinascimento).”

Donna Malin, Gesù Cristo, per i suoi nonni John e Sophie Lalas

Come l’Ultima Cena di Nelli sta avvicinando le persone. “Il capolavoro di Nelli racchiude le grandi tradizioni fiorentine: arte e cibo. Nessun pittore mette tanto cibo sulla tavola quanto lei… la tovaglia è stirata, il piatto raffinato. Rappresenta l’unità in più di un modo. Cibo e arte sono due forze che uniscono le persone indipendentemente dal loro background.”

Nancy Galliher, San Giacomo il Minore

Per informazioni:

Linda Falcone, Advancing Women Artists, direttore

linda@advancingwomenartists.org

Tel. +393474891086

Nuova luce per l'”Annunciazione” di Plautilla Nelli in mostra a Palazzo Vecchio dopo il restauro grazie ad AWA

“Una Nunziata in un gran quadro ha la moglie del sig. Mondragone Spagnolo, ed un’altra simile ne ha Madonna Marietta de’ Fedini” come osservato da Catherine Turril Lupi “Se la supposta provenienza da Santa Maria Novella è uno dei motivi che inducono a identificare la versione di Follonica con la Pala Mondragone, questo significa che la versione di Palazzo Vecchio è probabilmente quella dipinta dall’artista per la moglie di Antonio de’ Fedini”.Stiamo parlando di un olio su tavola raffigurante una “Annunciazione” ritrovata di recente in un deposito di Palazzo Vecchio, attribuita dalla studiosa statunitense a Plautilla Nelli, la monaca e pittrice del Rinascimento fiorentino vissuta tra il 1524 e il 1588,   restaurata dalla fondazione Advancing Women Artists ed esposta in occasione del Natale  nel museo per la prima volta al pubblico.

L’Annunciazione era un tema pittorico molto amato dagli artisti del Cinquecento e Nelli, come esponente della Scuola di San Marco che era a conoscenza della versione di Beato Angelico, non fece eccezione. “Poiché questo dipinto raffigura la Vergine Maria che riceve la notizia della nascita di Cristo dall’Arcangelo Gabriele, abbiamo pensato che il suo restauro fosse un modo perfetto per condividere lo spirito natalizio, come regalo a Firenze ed agli amanti dell’arte di tutto il mondo“, afferma Jane Fortune, fondatrice e presidente di AWA.In particolare in questo dipinto l’artista elabora una versione particolare, ben diversa da quello conservato alla Galleria degli Uffizi in cui la Vergine reclina il capo all’annuncio dell’Angelo Gabriele, qui invece lo sguardo è diretto verso l’Angelo, forse come osserva Catherine Turril Lupi “…Nelli voleva rendere un altro degli stati d’animo- in questo caso tra il sorpreso e l’interrogativo- attribuito alla Vergine davanti a un annuncio così straordinario.

”Erede della collezione di disegni di Fra Bartolomeo e vera donna del Rinascimento, Plautilla Nelli visse in un convento fiorentino, come il cinquanta per cento delle donne letterate della città, appartenenti a classi nobili o mercantili, le grandi doti matrimoniali erano previste solo per le figlie maggiori. Collezionista, insegnante d’arte e imprenditrice, Plautilla Nelli ruppe gli schemi e, come scrive il Vasari nelle sue famose Vite: “Ha realizzato così tanti dipinti per le case dei gentiluomini che sarebbe noioso elencarli tutti qui“. Le opere di Nelli e della sua bottega di sole donne erano particolarmente popolari ai suoi tempi, poiché i nobili fiorentini credevano che le opere d’arte delle donne devote fossero intrise di un’aura di spiritualità che le rendeva perfettamente adatte alle cappelle familiari private. Il dipinto di Palazzo Vecchio, ora esposto nel Mezzanino del palazzo, è considerato un esempio di tale fenomeno. Attribuito a Nelli dalla studiosa statunitense Catherine Turrill, è considerato una delle due “Annunciazioni” dell’artista citate da Giorgio Vasari.

“Siamo felici – ha dichiarato il sindaco Dario Nardella che questo dipinto venga esposto nella sua ‘casa’ di Palazzo Vecchio. L’arte al femminile è purtroppo poco conosciuta ma è un pezzo importantissimo della cultura del nostro Paese. Siamo grati ad AWA che con passione e lungimiranza ci aiuta a riscoprire questo patrimonio.Al progetto hanno preso parte La Città di Firenze, i Musei Civici Fiorentini, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della città Metropolitana di Firenze e Province di Pistoia e Prato, e AWA. Curatori del progetto Serena Pini e Jennifer Cela mentre il restauro  è stato affidato a Rossella Lari.La  tradizione natalizia ebbe inizio  nel 2009 quando con la mostra a Palazzo Pitti intitolata “Un regalo di Natale alla Città di Firenze”, rappresentata dall’appena restaurato “David e Bathsheba” di Artemisia Gentileschi, si diede vita agli appartamenti reali del Granduca Cosimo II. Questo stimolò la nascita ufficiale di Advancing Women Artists (AWA), un’organizzazione statunitense con sede a Firenze e Indianapolis, fondata dall’autrice e filantropa Jane Fortune.

Da allora AWA ha restaurato oltre 40 opere di pittrici e scultrici nei musei e nelle chiese di Firenze, in primis quelle di Plautilla  Nelli. Questo sforzo di ricerca, restauro ed esposizione dei dipinti della prima pittrice di Firenze è stato fondamentale per lo sviluppo della sua prima mostra personale agli Uffizi, la scorsa primavera, che ha reso questa monaca artista, famosa in tutto il mondo. Il prossimo museo che beneficerà di un restauro di Nelli  il  rinnovato Museo di Santa Maria Novella, nel 2019, con la sua monumentale “Ultima Cena”.

 

Plautilla Nelli agli Uffizi, prima pittrice fiorentina, non più “invisibile”

Pochi sanno che da ben più di cinque secoli Firenze è un vero e proprio centro per l’arte al femminile” spiega Jane Fortune, fondatore e presidente della  Advancing Women Artists Foundation . “Le opere di artiste donne che abbiamo ritracciato e censito nei musei e chiese di Firenze sono più di 2.000. Sono una parte ‘invisibile’ della storia dell’arte, che necessita di essere restituita al pubblico. Plautilla Nelli ha aperto la strada ad altre donne della sua epoca e ha goduto di un successo senza precedenti. È l’ispirazione il vero stimolo della nostra missione: dare voce alle donne artiste del passato. Grazie a questa mostra, Nelli non sarà più tra le artiste ‘invisibili’ ”.

Dal 2006 la fondazione statunitense  è operativa a Firenze dedicandosi in maniera specifica al restauro e all’arte al femminile che è conservata nella nostra città, nelle chiese e nei musei, e se la figura di Plautilla Nelli ( Firenze 1524 -1588) viene portata all’attenzione del mondo con alla mostra che proprio in occasione della festa della donna è stata inaugurata agli Uffizi, con il titolo “Plautilla Nelli. Arte e devozione sulle orme di Savonarola” a cura di Fausta Navarro il merito va alla AWA . Oltre al restauro di cinque  opere e  di due  manoscritti esposti, questi ultimi contengono delle miniature attribuite alla Nelli, è doveroso sottolineare l’impegno profuso per la conoscenza di questa artista di cui fino a una decina di anni fa si era a conoscenza di sole tre importanti opere, Il compianto sul Cristo morto conservato al Museo di San Marco, l’Ultima cena, conservata nel refettorio del convento di Santa Maria Novella e oggi in fase di restauro e per la quale è stata lanciata una campagna di raccolta fondi e la Pentecoste conservata nella Chiesa di San Domenico a Perugia e della quale  negli ultimi dieci anni AWA si è fatta carico del restauro di ben ventuno dipinti.

Un’operazione che ha riportato all’attenzione degli studiosi e oggi anche del pubblico un’artista fiorentina, la prima donna pittrice entrata nel convento domenicano di Santa Caterina in Cafaggio a Firenze, nei pressi di S. Marco, che, oltre a ricoprire la carica di priora era a capo di una bottega artistica che produceva in serie immagini a carattere devozionale, spesso per uso privato, interpretando una poetica figurativa ispirata dal magistero di Girolamo Savonarola. La produzione in serie di immagini devozionali è ben rappresentata in mostra da alcune tavole di piccolo formato, presentate in sequenza, dove Santa Caterina da Siena è ritratta di profilo con le stigmate, le lacrime che cadono sulle guance e il capo chino sul Crocifisso avvolto dal giglio, simbolo di purezza, ma le modifiche nell’iscrizione sembrerebbero riferirsi a un’altra Caterina, la santa di Prato, suor Caterina de’ Ricci, sua coetanea e fervente savonaroliana.

Il ritrovamento dei quattro dipinti tra Firenze, Siena, Perugia e Assisi, realizzati da Plautilla e la sua bottega, come nota la curatrice Fausta Navarro “ …costituisce un nuovo importante tassello nella ricostruzione dell’attività artistica della suora pittrice  e del contesto storico e religioso nel quale ella operò e induce, non da ultimo, a riflettere sulla scelta figurativa operata da Nelli conforme al nuovo modello disciplinato di santità femminile di età tridentina e post-tridentina e prima ancora alle indicazioni savonaroliane nel campo delle arti”. Artista a tutto tondo, di Plautilla Nelli sono esposte in mostra due tavole raffiguranti l’ “Annunciazione”, una  conservata alla Galleria degli Uffizi e mentre l’altra esce dai depositi dei Musei Civici Fiorentini, oltre a una serie di disegni conservati al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e le due miniature a lei attribuite, le iniziali dei due antifonari, il Ms. San Marco 565 e il Ms. San Marco 566 raffiguranti “La presentazione di Gesù al tempio con due monache” e “ L’adorazione del Bambino con la Vergine Maria, Giuseppe e due monache”.

Ma non è tutto, la mostra che si avvale della collaborazione del Museo del Tessuto di Prato è l’occasione per ammirare alcuni manufatti conventuali del XVI secolo, paliotti, tessuti, reliquie, anche una statua di un Bambin Gesù, molti dei quali provenienti dal Monastero Domenicano di San Vincenzo Ferrer e che testimoniano la ricchezza e il pregio delle manifatture fiorentine del periodo. Infine una ricca sezione di manoscritti e libri di Serafino Razzi ( 1531-1611) al secolo Giovanni Razzi, prolifico scrittore, predicatore, agiografo e storico che entrato nel Convento di San Marco nel 1549 ebbe poi modo di conoscere personalmente Caterina de’ Ricci di cui divenne figlio spirituale scrivendone poi la biografia. «Con la mostra dedicata a Plautilla Nelli non vengono soltanto posti i riflettori su una protagonista della pittura fiorentina del Cinquecento e della riforma e spiritualità savonaroliana» afferma Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, «ma, insieme alla monografica dedicata a Maria Lassnig, che aprirà il 25 marzo, instituiremo per gli anni a venire una serie di esposizioni dedicate alle donne artiste

 

 

 

 

 

 

L’Ultima Cena di Plautilla Nelli, iniziata la campagna di raccolta fondi grazie a AWAF

E’ appena iniziata  la campagna di crowdfunding #TheFirstLast a favore del restauro dell’Ultima cena di Plautilla Nelli, l’unica a quanto sembrerebbe dipinta da una donna nella storia dell’arte e già in 24 ore sono stati raccolti oltre 9 mila dollari, iniziativa che proseguirà fino al 16 di aprile e alla quale chiunque potrà dare il proprio contributo tramite la piattaforma Indiegogo, questo il link  https://www.indiegogo.com/projects/thefirstlast-plautilla-nelli-painting-restoration-history-italy–2#/..  Ad illustrare l’iniziativa stamattina Linda Falcone direttore della Advancing Women Artists Foundation, l’organizzazione no profit fondata dalla scrittrice e filantropa Jane Fortune che da anni è impegnata nel togliere dall’anonimato molte opere d’arte realizzate da donne e che si trovano nei depositi e nei musei fiorentini, come è il caso di suor Plautilla Nelli, la prima pittrice fiorentina protagonista di questo mese di marzo e della quale AWAF ha restaurato ben ventuno dipinti. L’ 8 marzo infatti, per la giornata della donna, sarà inaugurata agli Uffizi una mostra a lei dedicata. Per lanciare la raccolta fondi una visita in esclusiva nel laboratorio di restauro di Rossella Lari dove si trova la grande tela con un ospite d’eccezione l’attrice fiorentina Elena Sofia Ricci e Sara Funaro Assessore del Comune di Firenze al Welfare e alle Pari Opportunità. La tela è imponente ed è difficile immaginare una donna, suor Plautilla, da sola a stendere i  sette metri per due che la compongono, la parte pittorica  è già stata sottoposta alla ripulitura, adesso si procederà con il restauro pittorico a scomparsa  per ricostruire le mancanze, un lavoro che è stato  svolto con il coordinamento di storici dell’arte e di tecnici per la  parte scientifica. L’Ultima cena  fino a non molto tempo fa si trovava nel refettorio del convento di Santa Maria Novella, al primo piano, movimentato più volte all’interno di S. Maria Novella, si presentava pesantemente restaurato, una volta che saranno conclusi i lavori di restauro sarà esposto nel Nuovo Museo che si aprirà a S. Maria Novella, un progetto a cui il Sindaco Dario Nardella tiene moltissimo, lui stesso è stato il primo donatore della campagna. Una sola mano avrebbe dipinto la grande tela, Plautilla Nelli, siamo nel momento di passaggio alla pittura ad olio, una tecnica che ancora deve essere consolidata, forse per questo in molte parti c’è una scarsa aderenza del colore. “E’ probabile che lei abbia visto i moti d’animo di Leonardo” osserva Rossella Lari, usando una formula da addetti ai lavori, il momento è quello in cui Gesù dice “Qualcuno tra voi mi tradirà”, Giuda viene ritratto al di qua della mensa, ma c’è un particolare che incuriosisce tutti, le loro dita si incontrano, Gesù volge lo sguardo dall’altra parte, mentre Giuda sembra cercare il suo perdono e tocca la sua mano. I volti degli apostoli sono secondo la tradizione, bellissimo il Giovanni evangelista a fianco di Gesù, la tavola è preziosa, ricca, come lo sono le stoviglie, bicchieri, vassoi , porcellane, la candida tovaglia è piegata secondo i dettami dell’epoca, sotto il lembo si intravedono i piedi degli apostoli e di Gesù, a fare da sipario ad  un ipotetico  teatro. Impossibile non chiedersi come abbia fatto Plautilla Nelli da sola a costruire un’opera di questo tipo, un disegno impegnativo per una persona sola. E’ noto il lascito dei disegni da parte di Fra Bartolomeo, a parlarne è anche il Vasari,  usati per lo studio e per fare dipinti, Suor Plautilla e la sua bottega all’interno del convento  sarà particolarmente attiva nella produzione di opere di piccole dimensioni per la devozione personale che a Firenze  all’epoca erano molto richieste, non c’è casa che non  ne abbia almeno una, ma non è dato sapere dell’esistenza di qualche disegno preparatorio da ricondurre a questa straordinaria Ultima Cena. Con la simpatia che la contraddistingue Elena Sofia Ricci ha detto “ Sono stata invitata perché sono fiorentina? O perché in televisione faccio la suora? Sono felice di essere qua e ho ammirato questo capolavoro in fase di restauro, niente è paragonabile alla visione dell’originale. Ho grande rispetto per questa donna straordinaria perché i grandi dell’arte sono al maschile e ancora oggi siamo molto indietro nelle pari opportunità. Ho due figlie che si muovono nel mondo artistico e auguro una vita più facile. Sono nata a Firenze e quando torno a S. Maria Novella mi torna l’accento fiorentino, sono orgogliosa di essere fiorentina e vedo che la forza dell’artigianato è tutta fiorentina anche se la presidente dell’AWA viene dall’estero”. “E’stato a novembre che la fondatrice ha ricevuto il fiorino d’oro dal Comune di Firenze –  ha ricordato  Linda Falcone- adesso vorremmo che Plautilla Nelli, prima pittrice fiorentina fosse riconosciuta anche a Firenze e nel mondo, che possa diventare parte della coscienza collettiva e riconquistare il ruolo nella storia della città”.

Plautilla, Artemisia e Violante oggi una conferenza alla Villa Il Palmerino

Prosegue fino al giorno di Pasqua The FIRST LAST, la raccolta fondi per il restauro del dipinto dell’Ultima Cena, l’unico realizzato da una donna, Plautilla Nelli, che è stato stimato nella cifra di 65.000 dollari e che al momento in cui stiamo scrivendo ha raggiunto il 78% del suo obiettivo sulla piattaforma :

https://www.indiegogo.com/projects/thefirstlast-plautilla-nelli-painting-restoration-history-italy–2#/

L’iniziativa è stata lanciata dalla Fondazione Advancing Women Artist che per oggi pomeriggio alle 17,30 alla Villa Il Palmerino, Via del Palmerino 6,  ha organizzato una conferenza a più voci che analizzerà le figure delle donne pittrici che operarono a Firenze tra ‘500 e ‘700, Plautilla Nelli, Artemisia Gentileschi e Violante Siries Cerrotti  con gli interventi di Margherita Agostini, Scheila Baker e Poiert Moss. L’iniziativa è sempre a sostegno dell’iniziativa The FIRST LAST.

 

 

Riconoscimenti. Il Fiorino d’Oro anche per Advancing Women Artists in memoria di Jane Fortune

Nel 2016, il Fiorino d’Oro, la più alta onorificenza di Firenze fu assegnata a Jane Fortune, autrice e filantropa statunitense, per il suo lavoro come ‘Indiana Jane’, la detective dell’arte, nella missione di riscoprire opere d’arte delle donne nelle collezioni dei musei fiorentini e salvarle dall’oblio e dal degrado, attraverso restauri ed esposizioni al pubblico. Questa era la missione che sempre promosse nelle vesti di fondatrice e presidente dell’organizzazione a Firenze, Advancing Women Artists (AWA).

 La dott.ssa Fortune, che ci ha lasciati lo scorso settembre a causa di un cancro ovarico, è rimasta al timone di AWA fino ai suoi ultimi giorni. Ma quando il sindaco di Firenze Dario Nardella ha saputo da Jane Adams, Partnership Relations, che aveva portato il Fiorino d’Oro al suo capezzale durante i suoi momenti più difficili e alla fine aveva anche chiesto che venisse sepolto con lei, ha preso una decisione che la storia della città non aveva mai visto prima. Il sindaco Nardella ha ordinato un secondo Fiorino ‘facsimile’ da donare ai rappresentanti dell’organizzazione, per far sì che tutti coloro che continuano a partecipare del lascito di Jane Fortune a Firenze possano avere la prova ‘tangibile’ della sua forza.

 “Sono molto felice di essere qui per ricordare il Fiorino d’Oro a Jane Fortune come forma di gratitudine verso AWA, per l’attività filantropica e di grande generosità e collaborazione che svolge durante l’anno a favore della città e anche della stessa amministrazione comunale. Io sono grato ad AWA per la capacità di mobilitare tante professionalità verso l’arte, verso la promozione della cultura, e sono sicuro che il riconoscimento del Fiorino d’oro rappresenti per tutti noi un incoraggiamento ad andare avanti su questa strada.”

 A ricevere l’onorificenza a Palazzo Vecchio a nome dell’organizzazione, erano presenti la direttrice Linda Falcone e Jane Adams, la responsabile delle Partnership relations. “Quella vostra è stata una delle prime esperienze a Firenze di supporto volontario alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico della città, e poi dopo di voi sono venute tante altre esperienze che hanno arricchito il panorama, ma io non dimenticherò mai l’apporto prezioso che AWA ha sempre dato e sono certo che questo apporto si svilupperà sempre di più anche nei prossimi anni, nel ricordo di Jane Fortune e nell’Amore per Firenze.”

 L’organizzazione no-profit statunitense è operativa a Firenze dal 2009 ed ha restaurato oltre sessanta pitture e sculture di artiste rappresentative di cinque secoli, dalla prima pittrice di Firenze, la rinascimentale Plautilla Nelli e le artiste dell’epoca Barocca Artemisia Gentileschi e Violante Siries, fino alle artiste del ventesimo secolo che hanno donato le loro opere alla città dopo l’alluvione del ’66 in segno di solidarietà per le 14.000 opere danneggiate o distrutte (tra cui Carla Accardi, Titina Maselli e Amalia C. Dupre).

 Per tutti noi di AWA, questo Fiorino rappresenta i preziosi ricordi dell’impegno della nostra fondatrice,” dice Jane Adams. “È anche il simbolo di un futuro luminoso, perché il nostro impegno per Firenze e il suo patrimonio culturale nascosto continua.”

 

“Fra Bartolomeo 1517” un convegno si studi a Firenze a 500 anni dalla morte

Insegnò i termini buoni della prospettiva a Fra’ Bartolomeo; perché essendo Raffaello volenteroso di colorire nella maniera del frate e piacendogli il maneggiare i colori e lo unir suo, con lui di continuo si stava”, così il Vasari racconta dell’amicizia tra il giovane Raffaello Sanzio che giunto a Firenze nel 1504 e con l’idea di studiare le novità dell’arte, in particolare di Leonardo e Michelangelo, strinse amicizia con alcuni artisti tra cui Fra Bartolomeo che nel convento di San Marco aveva aperto una bottega d’arte. Ed è proprio in occasione dei cinquecento anni dalla morte, avvenuta a Firenze il 31 ottobre del 1571 che nei prossimi giorni, dal 26 al 28 ottobre,  Firenze sarà sede del un convegno internazionale di studi dedicato alla figura di questo artista “ Fra Bartolomeo 1517” .

Organizzato dal Museo di San Marco, dalla Provincia Romana di Santa Caterina da Siena , dall’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte e da The Medici Archive Project il convegno sarà inaugurato il 26 ottobre alle ore 17.00 all’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte in Viale Torricelli, 5. Dopo i saluti delle autorità lo studioso Chris Fisher terrà una Lectio Magistralis dal titolo  “Le lezioni di Fra Bartolomeo” mentre i giorni seguenti a partire dalle 9,30 con la prima relazione tenuta dalla D.ssa Marilena Tamassia Direttrice del Museo di San Marco dal titolo “ Il convento di San Marco al tempo di Fra Bartolomeo” si svolgeranno le altre sessioni del convegno nello scenario rinascimentale della Biblioteca di Michelozzo del Museo di San Marco. Verrà presa in esame la produzione del grande pittore domenicano e dei protagonisti della sua bottega nel convento di San Marco con nuove proposte attributive  e con la riconsiderazione del vivace ambiente artistico dominato da Fra Bartolomeo, inquadrata nella situazione storica, politica e spirituale del convento di San Marco nei primi due decenni del Cinquecento.

Nato nel marzo del 1472 a circa undici anni entrò a far parte della bottega di Cosimo Rosselli, che lasciò intorno al 1490. La sua prima opera datata è l’Annunciazione del Duomo di Volterra in cui si ritrovano gli influssi del Ghirlandaio e di Leonardo da Vinci, l’opera risale al 1495, periodo in cui Girolamo Savonarola era priore in San Marco, Fra Bartolomeo fu molto influenzato dalla predicazione del frate ferrarese al punto di distruggere molte sue opere ed è suo il ritratto del Savonarola che si trova conservato al Museo di San Marco. Lui stesso era presente in convento quando l’8 aprile del 1498 gli avversari di Savonarola fecero irruzione e secondo quanto riportato dal Vasari l’artista fece voto di prendere l’abito domenicano se “campava da quella furia”.

E così avvenne, il 26 luglio del  1500 prese i voti nel convento domenicano di Prato e nel dicembre del 1501 fece ritorno a San Marco dove dopo quattro anni aprì un piccolo atelier i cui guadagni andavano nelle casse del convento e che tenne fino al 1517, anno della sua morte. Il suo programma che ribadiva la finalità religiosa della pittura svilupperà un’arte più libera sia nel colorito, che nello spazio e nel disegno,  di grande stimolo anche per il giovane Raffaello e che avrà tra i maggiori seguaci Fra Paolino, suor Plautilla Nelli e suor Eufrasia Burlamacchi. Il Museo di San Marco conserva l’affresco del “Giudizio Universale” ordinato per una cappella in Santa Maria Nuova nel 1499 e rimasto incompiuto, altri affreschi raffiguranti una Madonna col Bambino, Ecce Homo e Santa Maria Maddalena, oltre alla Pala della Signoria commissionata nel 1510 da Pier Soderini per la Nuova Sala del Consiglio in Palazzo Vecchio, anche questa rimasta incompiuta, oltre al ritratto di Girolamo Savonarola e sempre di Girolamo Savonarola ritratto come san Pietro martire.

 

Nasce “Invisible” il profumo di AWA in limited edition per chi ama e sostiene l’arte al femminile

Il Profumo dell’arte

Le note di violetta introducono la preziosità dell’indiano  Osmanthus, oggi particolarmente ricercato nelle profumazioni, per concludersi con un sorprendente sentore di tabacco biondo. E’ la formula elaborata dal maestro profumiere Sileno Cheloni di Acquaflor per “Invisible” una nuova fragranza creata appositamente per  AWA, l’Advancing Women Artists Foundation e dedicata a tutte le artiste che dal Rinascimento al XX secolo hanno espresso il loro genio creativo a Firenze e i cui proventi della vendita andranno a sostenere l’attività di ricerca, restauro e divulgazione in cui da dieci anni è impegnata la fondazione. Una sontuosa confezione conserva la preziosa bottiglietta di profumo e sulla confezione uno stupendo  disegno di Artemisia Gentileschi per una limited edition di soli 1000 esemplari.

Un amore a prima vista

Jane Fortune, fondatrice e presidente dell’ Advancing Women Artists Foundation, si è innamorata di Aquaflor al punto di voler creare un profumo “fatto su misura” nella cui essenza riconoscere le donne artiste che sono state per secoli nascoste e dimenticate. Tutto è iniziato una decina d’anni fa durante un soggiorno fiorentino in cui Jane Fortune entrò in contatto con un libro sulla monaca cinquecentesca Plautilla Nelli ed ebbe la possibilità di osservare le sue opere, rimanendone affascinata e constatando al tempo stesso il loro urgente bisogno di restauro. Questa scoperta innescò una riflessione su quante altre “donne invisibili” giacessero nelle chiese e nei musei fiorentini in attesa di essere salvate dall’oblio. Da quel momento la missione di Jane Fortune è stata ed è tuttora quella di andare alla ricerca di questi tesori artistici nascosti e di provvedere al loro restauro per riportarli all’originaria identità.

Artemisia Gentileschi, Rosalba Carrera, Lavinia Fontana: sono pochi i nomi noti e una miriade quelli invece sconosciuti rimasti “invisibili” nell’oscurità del passato e dei depositi museali. Proprio in questi luoghi dimenticati si avventura l’Advancing Women Artists Foundation: da oggi, grazie ad Aquaflor, da queste recondite oscurità si sprigionerà il profumo dell’arte.

Firenze, culla della bellezza e del genio femminile

Con oltre 2000 opere create da mani femminili, la città sull’Arno è uno scrigno di tesori unico nel suo genere da proteggere, preservare e far conoscere al mondo. Come afferma Jane Fortune, la via maestra per onorare le artiste del passato è “riscoprirle per ridar loro la fama che ebbero in vita, restaurarne le opere per svelarne l’originaria verità, esporle per rispondere a ciò che l’arte richiede: essere condivisa.”

Il bilancio della Fondazione: 48 opere restaurate in 10 anni in alcuni dei luoghi simbolici di Firenze come la Galleria dell’Accademia, Santa Croce, Santa Maria Novella, il Cenacolo di San Salvi e importanti mostre fra cui quella agli Uffizi su Plautilla Nelli, a cui si deve un’opera monumentale, la più grande mai dipinta da donna.

Invisible Women”, il libro scritto da Jane Fortune e dedicato alle artiste ancora nell’ombra, è stato l’ispirazione del profumo e di un film documentario vincitore di un Emmy nel 2013.

 Un’alchimia di sensi.

Nella fugacità di un profumo sono contenute le verità più profonde del desiderio, della memoria, dello struggimento, dell’intuizione. Con le sue note floreali lussuose “Invisible” è un tributo a cinque secoli di bellezza per avvolgere le donne di oggi con un fascino antico e segreto, per illuminare il lato più nascosto dell’arte e di un’inedita femminilità. Dove le parole non giungono una fragranza si espande rivelando un’identità che ci seduce. A volte per sempre.

Scegliere Aquaflor è stato per AWA un gesto naturale: le pittrici e scultrici da omaggiare dovevano essere rappresentate da chi fosse loro affine e le sapesse interpretare in profondità. A due passi da Santa Croce, il maître parfumier Sileno Cheloni, noto in tutto il mondo per le sue creazioni preziose, incarna e reinventa la tradizione secolare di Firenze, città culla di quell’arte del profumo che, divenuta Caterina de’ Medici regina di Francia, conquistò per sempre Parigi.

Il luogo, frutto di suggestive commistioni, è poetico: alte volte rinascimentali, poltrone di pelle scura, il calore del cotto toscano e dei mobili di radica, le bottiglie allineate contenenti ognuna il suo segreto. Il tutto sovrastato da enormi lampadari di tessuto color arancio che, simili a copricapi orientali, trasformano le sale in cupole odorose. Aquaflor è atelier, salotto e tempio. La formula di “Invisible” è nata qui.

Le note che compongono lo spartito del profumo sono descritte dallo stesso Sileno Cheloni come “leggermente talcate, fiorite, delle note di violetta che parlano molto del mondo della donna. Accostate invece ad una nota bella, profonda, molto “visibile” che è quella dell’osmanto: una nota rarissima con dei sentori di albicocca, di frutta, con un finale sorprendente di tabacco”. “Invisible” è il distillato di un’idea di arte e di femminilità, la cui bellezza è racchiusa nel mistero della sua composizione.

La Natura predispone alcuni suoi elementi all’attrazione, affinché essi, unendosi, diano vita ad una sostanza nuova. Nel cuore di Firenze è nata un’alchimia: AWA ha incontrato Aquaflor e l’arte è diventata un profumo.

Nell’esclusiva ed emozionante sede-laboratorio di Aquaflor in via Santa Croce, 6 a Firenze è stato presentato il profumo alla presenza dell’Assessore delle Pari Opportunità Sara Funaro, di Linda Falcone, direttrice di AWA, di Cristina Gnoni, storica dell’arte rappresentante del Polo Museale Regionale della Toscana, e della restauratrice fiorentina Rossella Lari, il maestro profumiere di Aquaflor Sileno Cheloni condivise “Invisible” attraverso una performance olfattiva con una cerimonia di “affumigazione”.